domenica 21 settembre 2014

Da "Il Salterio di Maria" del Beato Alano della Rupe

Gli abitanti di Tolosa, (illustrissima città della Gallia, una volta famosa pure per il dominio del Principato), combattevano con grande forza ed autorità l’eresia degli Albigesi, a difesa delle Chiese e delle famiglie. 

Essi avrebbero rinunziato piuttosto alla vita che cedere alla malvagità. San Domenico con la sua predicazione (e Dio con i miracoli), aveva divulgato il Salterio in tutta l’Italia e la Spagna già da lungo tempo, con un meraviglioso cambiamento degli animi e dei costumi, come attesta Gregorio IX nella Bolla di Canonizzazione dello stesso, dicendo: Egli trafiggendo i piaceri delle carni e folgorando le menti di pietra degli empi, ogni setta degli eretici tremò e ogni Chiesa di fedeli esultò. Ma mai tuttavia il Beato
Domenico era stato capace di entrare sia nella città che negli animi dei Tolosani. 

Perciò, fremente di zelo e di dolore, in una grotta della vicina selva, una volta solo si ritirò per supplicare più intensamente la potenza della Madre di Dio. Aggiunse alle preghiere, digiuni e rigorose mortificazioni del corpo. In queste condizioni, le aveva rivolto un triduo, chiedendo su di sé le pene per le colpe dei Tolosani, e non mancava di battere il suo piccolo corpo con rovi e con pruni, finché privo di forze, cadde privo di sensi. 

Al discepolo caduto ed insanguinato, si avvicinò la sua potente Patrona e Regina del Cielo, e col volto, le parole e le carezze, chiamò colui che era privo di sensi, riportandolo in vita. Stavano vicino alla Santa Regina dei Cieli tre altre Regine, che la accompagnavano, simili nel volto e nell’ornamento, ma al di sotto
di lei; anche cinquanta Vergini attorniavano ciascuna di esse, quasi seguendole, tutte di aspetto assai maestoso al di sopra della natura umana, splendenti nei vestiti. San Domenico rimase incantato nel volto. 

A lui la Benigna Vergine Madre disse: O Domenico, figlio ed intimo Sposo, poiché hai combattuto fortemente contro i nemici della fede, avendoti Gesù infiammato e avendoti io soccorso, ecco io stessa, che tu invochi, vengo in tuo aiuto. Così disse, e nello stesso tempo le tre Regine, sollevatolo da terra quasi morente, lo portano con gran venerazione a Maria. Essa accoltolo con virginei abbracci, lo baciava con un tenero bacio, e avvicinatolo agli aperti seni del castissimo Petto, lo saziò del suo Latte e lo ristabilì integralmente.

Allora parlò con queste parole. Dal profondo del cuore, o dilettissimo figlio Domenico, sai dirmi bene, quali armi la tre volte Santissima Trinità usò, quando decise di rinnovare tutto il mondo? Ed egli a lei: O ignora del mondo, tu lo sai molto bene: attraverso di Te infatti venne la salvezza nel mondo, ed essendo Tu la propria mediatrice, il mondo è stato rinnovato e redento. E lei sorridendo all’intimo Sposo disse: La Beatissima Trinità per annientare tutti i delitti del mondo, si è scelto tra le armi principali l’Angelica Salutazione, della quale è composto il nostro Salterio, fondamento di tutto il Nuovo Testamento. Perciò se vuoi il frutto che desideri nella predicazione, predica il mio Salterio: ed immediatamente sentirai vivo l’aiuto della tre volte Santissima Trinità. Nello stesso tempo lei aggiunse tale cosa:


                              SCHEMA DEL SALTERIO

Disse: A testimonianza di ciò, ecco, le tre Regine che sono con me, rappresentano la Santissima Trinità. 
1. La prima di esse, come vedi, che splende per l’abbigliamento bianchissimo, designa la Potenza del Padre, che manifestò nella Santissima Incarnazione del suo Figlio, nato da me. Anche queste cinquanta Vergini, ugualmente degne di venerazione per lo splendore, designano il primo Giubileo di grazia e di Gloria, la Potenza che è nel Padre e che proviene dal Padre. La seconda Regina rosseggiante per le vesti di porpora, indica la Sapienza del Figlio, la quale nel mondo manifestò la Redenzione nella sua Passione.
Le cinquanta Vergini sue compagne, riconoscibili dall’uguale porpora, ricordano il secondo Giubileo del cinquantesimo anno di grazia e di gloria, che deriva dai meriti di Cristo sofferente. La terza Regina rivestita di stelle rappresenta la Clemenza dello Spirito Santo, ed indica la santificazione del mondo Redento per misericordia; le cinquanta Vergini sue assistenti, scintillanti di stelle dappertutto, promettono il terzo Giubileo di grazia e di gloria, che scorre nello e dallo Spirito Santo. 
2. Poi devi sapere che io, come sono la Regina delle tre Regine, così anche sono la Regina dei tre Giubilei, lungo questa vita ed in Patria:
senza dubbio sono la Regina della Legge Naturale, di quella Scritta, e di quella della Grazia, le quali sono eterne per la felicità dei Beati. Questo è il motivo per cui la Beatissima Trinità qua (in questo mondo) mi ha intitolato e conferito un Salterio, con il santo numero di centocinquanta, il quale nella prima cinquantina sull’Incarnazione, rifulge bianchissimo; nella seconda cinquantina sulla Passione del Figlio, rosseggia di porpora; nella terza cinquantina sulla sua Risurrezione e la gloria dei Santi, scintilla di stelle.
3. Orsù dunque, prendi questo Salterio e predicalo costantemente insieme a me. Entra coraggiosamente in città e tra le schiere dei nemici e, dove si riunirà tantissima gente, lodalo e raccomandalo; consiglia l’Orazione e credi: vedrai subito le più grandi meraviglie della potenza divina. Disse e si allontanò al di sopra delle stelle.

1. San Domenico crede alla promessa, obbedisce al comando ed entra nella città di Tolosa; nello stesso tempo ogni bronzo delle campane della principale Chiesa, per un moto divino, risuona nelle alte torri, in un suono diverso dal solito e sconosciuto. Il terrore, l’emozione e lo stupore assalgono gli animi di tutti, come pure il desiderio di sapere cosa fosse quel che udivano e di conoscerne la causa.
Quasi tutta la città va subito alla parrocchia principale, ed ecco appare davanti a tutti, l’assai odiato, l’intrepido e divino predicatore del Salterio, San Domenico, il martellatore dei cuori: viene ascoltato e guardato con ammirazione. Cattura lo stupore, per il suono delle campane più che per la predicazione. Per il fatto successo, l’emozione e la presenza di quello, tutti ugualmente sono timorosi e meravigliati: né ancora si piegava l’ostinazione eretica. Si verificò allora un’intemperie dal cielo, assai forte e spaventosa.
2. Si sviluppano le energie dei cieli, rimbombano i tuoni, i lampi improvvisi uno dopo l’altro balenano, rimbombano i fulmini che si abbattono: la città è sconvolta, tutti gli abitanti per i fragori che si
avvicendano, tremano. Sembra che il terreno venga meno, la terra mescolarsi con il cielo, e le onde con le fiamme. E non è abbastanza: anche la terra come se fosse untuosa, essendosi sollevata, è scossa da un moto sobbalzante; sembra proprio che tutti stiano per essere risucchiati in un’immensa voragine. Neanche le acque mantengono il loro corso, si ritirano e si riversano su ogni cosa; e tutta la forza dei venti, effondendosi con orrendo fragore, digrigna e strepita. 
3. Cose enormi e straordinarie, ma più mirabile era che tra tutte queste cose la sola voce di Domenico, che predicava il Salterio, non si abbassava affatto, anzi perveniva perfetta agli orecchi degli ascoltatori. Essa, che vinceva ogni cosa, vinceva anche i cuori eretici. Li scuote, li addolcisce, li trasforma, poi tra le altre cose dice: “Questa è la mano destra dell’Eccelso: è la voce di Dio che è adirato, o cittadini. Date un posto a Dio: sta alla porta del vostro cuore e bussa. E’ Dio, infatti, che folgora e tuona tra le nubi. Atterrisce per correggere, non punisce per uccidere. Tuttavia la punizione sovrasta le teste: se volete, evitate la pena e abbiate timore della pena ultima, quella eterna.
Prendete esempio dagli ostinati crocifissori di Gesù Cristo, che furono atterriti da simili prodigi, e sperate la benevola salvezza da parte di Gesù e della Madre di Gesù. Orsù, domandate tutti alla Vergine Madre del Salvatore, all’Avvocata Madre di misericordia, perché l’amato Figlio non nega nulla all’amata Madre.
Amate la preghiera di entrambi, adoperate il Salterio. Subito dopo Dio, onorate Maria, rigettate con giuramento, l’eresia. E fidatevi: prometto la salvezza, la grazia della Madre di Dio confermerà questa mia promessa e, per volontà di Dio, un’improvvisa quiete ed una tranquilla sicurezza vi libererà da questi tormenti. Credete: vedo qui davanti le centocinquanta Potestà, gli Angeli esecutori della punizione di Dio, mandati da Cristo e dalla Madre Vergine di Cristo dal Cielo contro di voi, per castigarvi delle vostre malvagità”. 4. Durante queste parole del Santo, si sentono le altre rovinose voci delle Blatte, e si odono dei confusi lamenti dei demoni: Guai, guai a noi! Dagli Angeli, per la potenza infinita del Salterio, siamo legati con catene infuocate e, lontano da questo mondo, siamo respinti nell’Inferno, oh infelici. Si sentivano i loro enormi urli, da sembrare che quasi coprissero la voce del Predicatore del Salterio.
L’avrebbero coperta, se Dio non avesse dato un tono assai grande a quella voce. 
5. Alla fine un prodigio terribile e meraviglioso si aggiunse a quegli (altri). Per caso nella Chiesa maggiore stava esposta una statua
della Madre di Dio, in un posto elevato e visibile. Essa fu vista da tutti elevare la mano destra distendendola verso il Cielo: per ripetere tre volte degli avvertimenti, come se dicesse: Se non eseguirete i comandi, perirete. San Domenico così, infatti, interpretò subito il gesto della statua dicendo: Non si allontaneranno la punizione e i terribili segni, a meno che, allontanandovi dall’ostinazione, non chiederete col Salterio, la salvezza per mezzo dell’Avvocata di misericordia.
Perciò placate la sua ira con le sacre preghiere del Salterio e lei piegherà a misericordia il braccio
sollevato minacciosamente.

1. Già Dio aveva scosso le fibre del cuore di tutti, e Domenico le aveva trafitte. Avresti potuto vedere tutti disperati a terra, tendere supplichevoli le mani a Dio e alla Madre di Dio, impallidire nel volto, tremare con le braccia, e spaventarsi in tutto il corpo. Avresti potuto sentire i gemiti provenienti dal profondo dei cuori, emettere singhiozzi spezzati, gemere confusamente con urli ed ululati, e risuonare pianti mescolati di uomini e di donne; sono tutti bagnati di lacrime, sono ricoperti da sudice vesti, si percuotono i petti, si gettano nel fango, lacerano le ginocchia e i capelli, tutti insieme invocano la misericordia, proprio come se avessero accompagnato il loro funerale pur vivendo e guardando. 
2. San Domenico rivoltosi a questo compassionevole spettacolo, col viso rivolto alla statua della Madre di Dio, si inginocchia supplichevole a terra e prega: O Signora del cielo e della terra, Vergine potente, guarda, ascolta i penitenti supplichevoli, la vergogna del passato e il dolore presente promette cose migliori per il futuro. Deponi l’ira, rinvia le minacce e riponi il braccio nel seno della tua clemenza. L’Amorevole Madre ascoltò, mosse e ripiegò il
braccio della sua statua. E subito i venti, i tuoni, i terremoti e tutte le cose si placarono. 
3. I Tolosani che avevano sperimentato quei terrori e pericoli, misero all’unanimità le loro mani e le loro anime nella mano dell’unico Dio e nella guida di San Domenico. 
Sopraggiunge la pace e una profonda quiete, come pure l’ammirazione e il mutamento totale degli animi. 
Abbandonano i loro errori, sono rigettate le tenebre delle eresie e si apre la luce della fede cattolica. 
4. Il giorno dopo, i cittadini di nuovo ripeterono un tale spettacolo. Indossate delle bianche vesti, portano con sé dei ceri accesi nelle mani, e vanno a pregare nella medesima Chiesa del giorno prima. 

Per loro, che si erano adunati, San Domenico iniziò l’insegnamento sul Salterio, per il tempo che riteneva sufficiente; allo stesso tempo seguivano i prodigi, che lì erano numerosissimi come anche in seguito, i quali Dio ha voluto operare per mezzo del suo servo.
1. Queste cose accaddero circa tre o quattro anni prima dell’istituzione del Sacro Ordine dei Predicatori. 2. Ed a perpetua memoria del fatto, il Vescovo di Tolosa Fulco, facendo una libera donazione, dette a San Domenico e a suoi Frati la sesta parte delle decime della sua Chiesa in perpetuo. 3. E qui s’iniziarono a porre i primi inizi nel tempo del Sacro Ordine dei Frati Predicatori, nella Chiesa, detta di San Romano, fondata tuttavia e dedicata alla Santissima Trinità e alla Beatissima Vergine Maria. 4. Non solo dell’Ordine, ma anche fu essa il primo punto di partenza del Salterio da diffondere altrove. E anche per questa strada, il Salterio entrò in questo Ordine, e in esso si è tramandato senza interruzione, fino a questo momento. 
5. Dalla fondazione di entrambe le cose, sia del Sacro Ordine nella Chiesa, sia del Salterio in quest’Ordine, è evidente, quanto sono grandi le cose, che Dio e la Madre di Dio hanno operato, ed è pubblicamente noto il risultato nel mondo, dovunque si estende il nome cristiano.