domenica 21 settembre 2014

Da "Il Salterio di Maria" del Beato Alano della Rupe

Uno che pregava il Salterio della Vergine Maria, fu assalito per sette interi anni, a volte con i sensi e altre materialmente, da spaventose tentazioni dei demoni. Ed egli in quasi tutti questi anni, non ebbe nessuna consolazione, neanche una minima. Per misericordia di Dio infine gli apparve la Regina di Clemenza, la quale accompagnata da alcuni Santi, visitandolo di quando in quando, essendo stata abbattuta la tentazione da lei in persona, lo liberò dal pericolo: nello stesso tempo lo allattò dal suo Virgineo Seno. Inoltre lo sposò a sé con un anello formato dai Virginei Capelli della stessa Vergine Maria, e affidò a lui l’incarico di predicare questo Salterio sotto pericolo di una morte inevitabile e la pena di castigo divino.

Spinto da ragioni umane, tuttavia non sono stato capace di credere assai spesso a queste cose. Ma poi sono stato costretto da una forza più alta ed interiore, a ritenere valida questa Rivelazione. 
E questo tanto, che non solo credo che essa sia vera: 
1. Ma conosco anche la persona. 
2. E per mezzo di segni indubitabili conobbi la stessa cosa, non una sola volta soltanto, ma spesso. 
3. E confesso che essa è vera; e quanto so e quanto credo, senza alcuna falsità giuro che queste cose sono vere davanti a tutto il mondo. Augurandomi piuttosto di morire piamente in ogni ora di morte corporale, da parte del Signore Nostro Gesù Cristo, che sbagliarmi o di essere in errore su ciò che ho detto. Mi creda chi volesse: chi poi non vuole, lascio ciascuno libero nel Signore. Molto spesso ho predicato e insegnato queste cose. 
4. E non io soltanto so questo di quella persona, ma moltissime persone in maniera certa vennero a conoscere quella Rivelazione non umana, ma solo di Dio. Affinché abbia il coraggio di dire con più franchezza queste cose che ho detto. In verità poiché questa persona vive ancora, non posso manifestarla espressamente per i pericoli della vanagloria, della mutabilità del mondo, ma anche della sofferenza. Tali cose, infatti, devono essere nascoste in vita ed essere lodate dopo la morte.

Ma un dubbio tuttavia potrà essere preso in considerazione: in che modo poté bere il latte così tanto glorioso della Vergine Maria? Perché così passò in corruzione e nella digestione naturale.
Rispondo: 
1. Questa è una cosa futile. In questo modo, infatti, bevette il latte della Vergine e proprio dal Seno della Vergine Maria; e certamente il Seno nella bocca di colui che suggeva, produsse qualcosa di alquanto reale e corporale per un po’ di tempo. Come la luce nell’aria è causata, rimanendo sempre la luce all’interno del sole. Ignoro quale di queste due cose accade. Quella stessa persona conobbe questa cosa, che è stata dolcissima, purissima e si riversò nella sua bocca e si diffuse col massimo gaudio per tutte le membra del corpo stesso sia nell’essenza sia nell’esteriorità. 
2. Neanche è impossibile, che la Santissima Vergine Maria anche ora abbia il latte e lo offra ad altri, non essendo il latte dell’essenza del corpo glorioso, ma un aspetto secondario.
Così è anche quella sostanza, che sazierà le viscere dei Santi, affinché non siano vuoti, secondo San Tommaso (4 dist. 44). 
3. Anzi sarebbe strano a dirsi che il Seno della Beata Vergine sia più impotente di quanto lo siano i seni delle donne mortali, le quali hanno e generano in sé il latte dall’interno del corpo e che perciò lo possono trasmettere. Quanto a me non voglio così qui obbligare o chiudere la via della divina potenza. 
4. Perché se non c’è vero latte nei Seni di Maria Madre di Dio (cosa che è difficile a dirsi), per lo meno ivi c’è una certa meravigliosa sostanza, che è completa come il latte; di conseguenza, in qualche modo per divina potenza viene creata, e all’esterno la sostanza di diversa natura è mutata a somiglianza del latte; 5. poiché se non ci fu latte o altra sostanza al posto del latte (questo non si può proprio dire), non si potrà vietare certo la Vergine Maria della possibilità di dare il suo latte: e si creda almeno che tale Sposo abbia ricevuto il latte della Gloriosa Vergine, in qualche maniera detta sopra, se non per il genere della sostanza, per lo meno per il suo essere nell’abbondanza.

Ma ignoro in quale modo straordinario ciò è avvenuto: 
1. Infatti, conosciamo appena a fatica le cose che sono sulla terra: chi comprenderà poi le cose che stanno nel Cielo?, dice il libro della Sapienza al cap.9. Nessuno infatti conosce le cose che sono, e qual è la gloria dei Beati, se non lo Spirito di Dio e colui al quale il Signore avrà voluto rivelarlo. 
2. In seguito abbiamo appreso che San Bernardo succhiò dai Seni di Maria Vergine. 
3. E poi il latte di Maria Vergine si trova sulla terra, tra le altre reliquie, in molte chiese. 
4. Ed in maniera uguale Santa Caterina da Siena ha bevuto abbondantemente dalla fonte del Fianco di Cristo; 
5. ed alcuni Santi hanno anche bevuto dalle SS. Piaghe di Cristo, tanto che furono raggianti essendo attirati, con indicibili gioie, fino all’ebbrezza dello Spirito; chi poi oserebbe affermare che queste cose sono state mere e vane fantasie, soprattutto quando, secondo i Teologi, la Chiesa rifiuta e condanna le cose fantastiche, così come quelle che soggiacciono al potere del demonio?

Si presenta un altro dubbio sui Capelli della Beata Vergine Maria. In che modo ella ha potuto privarsi dei Capelli, quando i Capelli sono appropriati al decoro e alla gloria di lei?
Rispondo: 
1. come i Capelli, per divina potenza, furono in maniera accurata la bellezza per la Vergine Maria, così già da lungo tempo in qualche luogo nel mondo sono stati conservati. Dove mai essi fossero tenuti, dalla tal persona non ho saputo. 
2. Crediamo tuttavia fermamente che Maria Vergine ora Assunta nel corpo, abbia Capelli sia verissimi che bellissimi, i quali non sono della sostanza del corpo glorioso, ma soltanto per decoro. Perciò possono essere tolti senza impoverire la gloria della Beatissima Vergine. 
3. Si deve credere anche che se il corpo glorioso ha la possibilità di portare i Capelli, ne avrà anche una più grande di produrre Capelli da sé, e più potentemente di qualunque corpo naturale.

É straordinario poi il fatto dell’Anello. Poiché è senza dubbio giudicato ottimamente da alcuni, ma sembra una cosa molto rara. La cosa è più meravigliosa di tutte le cose sopra dette. 
Ivi perciò in qualche modo è visibile una certa profondità della gloria: 
1. E quanto a me, ho toccato questo Anello, non senza una grande gioia, non umana, ma di gran lunga maggiore; 
2. Mi creda, chi vuole, poiché affermo questo con un giuramento.
Se poi non volessero, che m’importa? Queste cose che dico, non posso e non voglio provarle diversamente da come affermo. Tuttavia sono venuto a conoscenza di moltissimi segni che destano ugualmente stupore. 
3. Posto anche il caso che le cose che racconto in questo modo siano totalmente false (cosa che non credo in nessun modo), nondimeno tuttavia rimane e resta ferma la dignità e la verità del Salterio della Vergine Maria, dai capitoli fin qui detti e da esporre in seguito.

Tuttavia dirò una cosa sola: 
1. Che l’uomo carnale non conosce le cose che sono di Dio, e quelle dello Spirito: lo afferma la Parola di Dio, e nessuno conosce questi doni, se non colui che li riceve. 
2. Anzi, coloro che le ricevettero, allontanandosi la luce della Rivelazione, a stento un giorno possono credere alle cose rivelate. Così il Profeta Geremia, sopraggiungendo lo Spirito di Dio e rivelando a lui nuovi misteri, egli credette e li annunziò. Ma ad un certo punto abbandonandolo la luce della divina Rivelazione, parlò in modo umano: Mi hai sedotto Signore, e io mi sono lasciato sedurre (cap.20). 
3. Perciò, benché queste cose possono essere credute, non possono tuttavia essere apprese per mezzo della scienza umana, e molto meno con la sapienza diabolica. La ragione di ciò, secondo San Tommaso, è che la luce della divina Rivelazione supera l’intera luce della conoscenza naturale. È, infatti, proprio così riguardo a ciò nel Salmo 35: Nella tua luce vedremo la luce. Quindi coloro che sono privi di tale luce, giudicheranno in merito alle Rivelazioni divine, come i ciechi riguardo i colori. E perciò uomini anche buoni e devoti, privati di tale luce, possono errare sui giudizi delle celesti rivelazioni, come spesso si è saputo. A meno che al posto della luce non abbiano segni o prodigi o miracoli evidenti. 
4. Ma già non mancano esempi di Santi Sposi di Cristo con l’Anello dell’impegno. San Caterina Martire ottenne da Cristo l’Anello dello sposalizio, e allo stesso modo Santa Caterina da Siena, il cui cuore in qualche modo straordinario, noto a Dio solo, fu mutato nel Cuore di Cristo. Di queste cose in ugual misura si potrebbe dubitare circa la materia e di quale sostanza fossero stati.

Pertanto le sottigliezze di tal genere si appoggiano alla sola umana prudenza e alla scienza: 
1. Come se Dio, nel cui potere sono state poste tutte le cose, non potesse fare ciò che per natura non può avvenire. Questa è un’eresia, poiché i miracoli trascendono tutta la natura creata. 
2. Circa queste cose essi lo gettano in errore, perché devono di conseguenza negare che i miracoli ci sono: al contrario di ciò che dicono la fede della Chiesa e l’esperienza, di cui, da parte mia, sono sicurissimo. 
3. La Chiesa lo manifesta anche nella preghiera di Colletta, nella quale dice: Dio, che conosci la tua Chiesa concedi sempre di splendere con i miracoli ecc. 
4. È un miracolo la conversione dei peccatori, in quanto tra i più grandi miracoli di Dio si annovera San Tommaso, e pure Sant’Agostino. Così anche la transustanziazione della SS. Eucaristia fu sempre considerata essere il Sommo Miracolo di Dio, poiché senza dubbio, senza paragone, è più importante di qualunque Rivelazione. Colui che dunque opera tali cose, non c’è ragione perché non possa essere capace di compiere cose minori. Perciò coloro che così dubitano, ammettano che, per quanto le Rivelazioni divine possono essere ritenute vere, tuttavia in nessun modo possono essere dimostrate, se non a quelli che hanno la stessa luce della Rivelazione.



[...]
I. Il Clementissimo Dio d’ogni Misericordia e Dio d’ogni consolazione, dall’abbondanza della sua indulgentissima pietà ed eterna carità, si è degnato di rivelare il Salterio di Cristo e di Maria, già a lungo sepolto nella incurante dimenticanza degli uomini, ad un Padre, Frate dell’Ordine dei Predicatori. 1. Per mezzo di lui, con l’aiuto della grazia di Dio, sono stati compiuti inauditi e innumerevoli prodigi; questo Frate Predicatore era particolarmente devoto nel Salterio a Dio e alla Madre di Dio. 2. Il detto Padre anche, prima di pervenire per vocazione divina, a quella grazia di straordinaria predicazione, per lungo tempo fu solito offrire il Salterio di Maria, in un’assidua devozione quotidiana a Dio, attraverso l’Avvocata Maria, Madre di Dio; per cui liberato dalle tentazioni del diavolo, della carne e del mondo, e immune da esse, trascorreva una vita sicura con Dio nell’Istituto della sua vocazione. 
E certamente fu liberato da alcune tentazioni; ma dalla grandissima importuna molestia d’altre tentazioni e da lotte assai crudeli fu tanto afflitto, e dovette combattere. 3. Infatti Dio così permettendo (come solo lui poteva farlo uscire fuori dalla tentazione: cosa che la Chiesa conosce per esperienza, e anche oggi soffre), ecco che fu tentato per sette anni interi assai crudelmente dal diavolo, fu battuto dalle sferze, e ricevette duramente percosse con fruste.
A tal punto furono dunque parecchio crudeli quelle sferze, da torturargli abbastanza spesso la vita, o spingerlo alla disperazione, se la benigna Vergine di Dio, impietositasi, non avesse così portato all’afflitto di tanto in tanto soccorso e rimedio. 4. E poiché assai largamente, per la così gran forza occulta proprio da parte dell’impetuoso torturatore, molto spesso era agitato furiosamente dallo spirito della disperazione, a darsi la morte violentemente, apportandola con le proprie mani, o spargendo l’anima e il sangue con un coltello, o rinunziando alla vita con qualsiasi altro genere di morte. Una volta stava in una lucida disperazione dell’anima, nella Chiesa del suo Sacro Ordine, quando Santa Maria lo salvò, apparendogli visibilmente all’improvviso, dissipando la tentazione. 5. Già, infatti, ahimè, la mano tesa del tentato, avendo estratto il coltello, sebbene non aveva la piena volontà, piegò il braccio e con la lama affilata, scagliò alla propria gola un colpo così deciso e certo per la morte, che di certo avrebbe causato, senza alcun indugio o dubbio il taglio della gola, che aveva recisa: ma si avvicinò, misericordiosissima, la salvatrice Maria, e con un colpo deciso, in soccorso a lui, afferra il suo braccio, non gli permette di farlo, dà uno schiaffo al disperato, e dice: Che fai, o misero? Se tu avessi richiesto il mio aiuto, come hai fatto altre volte, non saresti incorso in così grande pericolo. Detto questo svanì, ed il misero rimase da solo.

II. 1. Dopo un po’ di tempo egli, fu colpito da una gravissima ed incurabile infermità del corpo, cosicché, tutti coloro che lo conoscevano, credevano che egli fosse sicuramente il prossimo figlio della morte. 
2. Uscito dalla Chiesa, entra nella cella, dove di nuovo da ogni parte era agitato dai demoni, turbato nella coscienza, gravato da una nuova malattia, e giaceva miseramente in ardentissimi gemiti, mentre pregava in questo modo ed invocava la Vergine Maria: 
Me misero, figlio della morte. Ahi! Che farò, sfortunato? Le cose celesti mi sono avverse: per me il cielo è di ferro. Le cose infernali mi tormentano; le cose umane mi abbandonano. Non so che pensare, che dire, dove volgermi. Speravo, o Maria soccorritrice, che io, oh misero!, sarei stato più forte e più sicuro col tuo aiuto: ed ecco, oh dolore!, sono caduto in una maledizione più pesante. Ahimè! Per quale ragione sono nato? Perché infelice ho visto questa luce? Perché sono entrato in questa Religione, anche possedendola? Perché mi ha comportato un così lungo e duro servizio della vocazione? Dov’è, per favore, la verità di colui che dice: Il mio giogo è soave, e il mio carico leggero? Dove è la verità, che Lui non permette a noi di essere tentati al di là di quanto possiamo? Veramente, dando a Dio la riverenza e anche offendendola, preferirei piuttosto non esistere, o essere stato un sasso, che trascorrere così i giorni della mia vita. Così egli concluse supplicando come Giobbe e Geremia: e incerto si chiedeva se abbandonare per il resto della sua vita il servizio del Signore intrapreso, o continuarlo.

III. A lui che vacilla nella decisione, ecco all'improvviso, viene in soccorso la Santa delle Sante. 
1. Mentre egli, infatti, si dibatteva tra gli stati d’animo, ed era incline all’una o all’altra cosa, quasi a metà della notte tempestosa, tra la decima e l’undicesima ora, nella cella ove lui giaceva, rifulse lo splendore di Dio con una luce improvvisa, ed in essa apparve maestosa la Beatissima Vergine Maria, che lo salutò dolcissimamente. 
2. Dopo molti santi colloqui la Vergine cosparse del suo Latte purissimo le moltissime ferite mortali dei demoni, e subito le guarì del tutto. 
3. Nello stesso tempo, alla presenza del Signore Gesù Cristo e di molti Santi, che stavano intorno, sposò questo suo servo, e gli dette l’anello della sua Verginità, fatto accuratamente dei Virginei capelli della stessa Maria. E’ inspiegabile ed inestimabile quest’anello di gloria, che porta infilato al dito, (con il quale) si sposa in modo così mirabile, senza essere visto da nessuno. Egli poi sente profondamente, per mezzo di esso, indubitabili aiuti contro ogni tentazione diabolica. 
4. Allo stesso modo, la Benedetta Vergine Madre di Dio gli appende al collo, mettendogliela addosso, una Catena intrecciata di Capelli Virginei, sulla quale stavano attaccate centocinquanta pietre preziose, e (inframmezzate da altre) quindici, secondo il numero del suo Salterio. 
5. Dopo aver esposto tutte queste cose, Lei gli dice che fa così, in modo spirituale e invisibile, a coloro che recitano devotamente
il suo Salterio. Il medesimo numero di gemme è contenuto anche nell’anello, ma in forma minore. 6. Dopo queste cose, la medesima soavissima Signora gli dà un bacio, e gli dà anche da succhiare i Virginei Seni.
Succhiando egli avidamente da essi, gli sembrava di essersi ristorato in tutte le membra e forze, e di essere trasportato al Cielo. E abbastanza spesso, poi, la benigna Madre gli donò la medesima grazia dell’allattamento.