lunedì 21 luglio 2014

L'aridità spirituale dalle lettere di Padre Pio

Con ripetuti colpi di salutare scalpello e con diligente ripulitura vuole il Divin Artista preparare le pietre, che dovranno essere in composizione dell'eterno Edificio.
Così canta la nostra tenerissima Madre la Santa Chiesa nell'inno dell'Ufficio per la Dedicazione delle Chiese e così è veramente. 
Ogni anima destinata all'eterna gloria, può benissimo dirsi essere una pietra destinata ad innalzare l'eterno Edificio. Un muratore per innalzare una casa ha bisogno di preparare la ripulitura, così il Celeste Padre si comporta con l'anima eletta, la quale fu destinata ab aeterno alla composizione dell'eterno Edificio. Innanzi che quest'anima entri ad innalzare l'eterno Edificio deve essere ripulita a colpi di martello e di scalpello, di cui si serve il Padre Celeste per preparare le pietre, cioè le anime elette. Sorella mia, questi colpi di scalpello sono le ombre, i timori, le tentazioni, le afflizioni dello spirito, i tremori spirituali con qualche aroma di desolazione e anche malessere fisico. Ringraziate dunque l'infinità pietà del Padre Celeste, che così va trattando l'anima vostra. Perché non gloriarsi, sorella mia, di questi tratti amorosi del più buono di tutti i padri? Aprite il cuore all'abbandono totale fra le braccia di questo Santissimo Padre, Egli vi tratta da eletta a seguire Gesù da vicino per l'erta del Calvario. [...]
L'amore non fugge se non per fortificare l'amore! Gesù non chiede l'impossibile. Ditegli: Vuoi che ti ami di più? In verità non posso! Dammi più amore e ti offrirò più amore. Credetemi, figlia mia, Gesù sarà contento! Ora che cosa può esserci di più importante, se non piacere a Lui solo? Contento Lui, contenti tutti! [...]
E' così, e molto meglio ancora che Iddio tratta l'anima. Da principio l'attira colmandola di dolcezze e consolazioni. Ma c'è da temere che la poveretta si attacchi più ai doni che al Donatore! A questo pericolo Iddio rimedia divezzandola, ossia immergendola nelle tenebre e desolazioni. Eccola dunque sconvolta, assalita da timori mortali, e si domanda con angoscia se questo suo stato d'animo dipende da qualche peccato che l'ha messa fuori della grazia di Dio. Moltiplica i suoi esami di coscienza, scruta i suoi pensieri e le sue azioni e, non trovando niente, finisce per convincersi che Iddio l'ha abbandonata a causa dei peccati della sua vita passata. Come si sbaglia! Ciò che le sembra abbandono non è che una prova della più tenera sollecitudine, da principio sterile ed arida, ma che, a poco a poco, se ella resta fedele, diverrà dolce e gustosa. [...]
Quando il Signore si compiacerà di mettervi in questo stato, l'anima vostra proverà una pena talmente acuta, che sorpassa tutto quel che si può immaginare. Vi sentirete avvolta da spesse tenebre, il vostro spirito sarà immerso nelle più crudeli ripugnanze. E' allora che voi servirete ed amerete Iddio con un amore più puro, nella dimenticanza di voi stessa e per Lui solo. Più il Signore vi invita alla sua divina intimità e più Egli investe l'anima vostra della sua purissima luce, che, a tutta prima, l'acceca. Le pene che l'anima prova sono allora così atroci e così crudeli che non sapremmo paragonarle se non a ciò che soffrono le anime del Purgatorio o meglio ancora i dannati. Finchè l'anima non è interamente purificata la luce di Dio è per lei notte e tenebra, ma allorché sarà pronta a ricevere il bacio della perfetta unione d'amore, questa luce, che le fu pena e tortura, l'illuminerà. [...]

{Fonte: "Il vero volto di Padre Pio" di Maria Winowska}