lunedì 21 luglio 2014

L'orazione secondo Padre Pio


[...] Sarà bene ricordarsi che le grazie ed i gusti dell'orazione non sono acqua della terra, ma del Cielo e che perciò tutti i nostri sforzi per farla cadere, benché sia necessario il disporvisi con grandissima diligenza sì, ma sempre umile e tranquilla; bisogna tenere il cuore aperto verso il Cielo, ed aspettare di là la celeste rugiada; non ti scordare di portare, figliuola mia, con te all'orazione questa considerazione perché con essa ti avvicinerai a Dio e ti metterai alla sua presenza per due principali ragioni.
La prima per rendere a Dio l'onore e l'ossequio che Gli dobbiamo, e ciò può farsi senza che Egli parli a noi, né noi a Lui, perché questo obbligo si adempie riconoscendo che Egli è il nostro Dio, e noi sue vili creature, che stiamo prostrati col nostro spirito a Lui aspettando i suoi comandi. Quanti cortigiani ci sono che vengono e vanno cento volte alla presenza del Re non per parlargli e ascoltarlo, ma semplicemente per essere veduti da Lui, e con quella assiduità farsi conoscere come suoi veri servi?
Questo modo di stare alla presenza di Dio solamente per protestare con la nostra volontà di conoscerci come suoi servi, è santissimo, eccellentissimo, purissimo e di grande perfezione.
Ridi pure, ma io parlo sul serio.
La seconda ragione per la quale uno si pone alla presenza di Dio nell'orazione, è per parlargli e sentire la sua voce per mezzo delle sue ispirazioni ed illuminazioni interne ed ordinariamente questo si fa con un grandissimo gusto, perché è una grazia segnalata per noi il parlare ad un Signore così grande, il quale, quando risponde, spande sopra di noi mille balsami ed unguenti preziosi che recano una grande gioia all'anima. Ora, mia buona figliuola, l'uno di questi due beni non ti può mancare nell'orazione.
Se puoi parlare al Signore parlaGli, lodaLo, ascoltaLo; se non puoi parlare per essere rozza, nelle vie dello spirito, non ti dispiacere, fermati in camera, a guisa di cortigiani e faGli la riverenza. Egli che vedrà, gradirà la tua presenza, favorirà il tuo silenzio ed un'altra volta rimarrai consolata, quando Egli ti prenderà per mano, parlerà con te, farà cento passeggiate in tua compagnia per i viali del suo giardino d'orazione, e quando ciò non avvenisse mai, il che sia detto per impossibile, perché a questo Padre sì tenero non Gli reggerà il cuore di vedere la sua creautura in perpetua fluttuazione, contentati, perché l'obbligo nostro è di seguirlo, considerando che è onore e grazia troppo grande per noi che Egli ci tolleri alla sua presenza. [...]

{Padre Pio Cappuccino, 23 settembre 1918}