sabato 9 novembre 2013

Chiesa di San Giovani Battista - Migliarina (SP)


In età antica, ai piedi delle colline del Golfo, lungo la via romana che da Luni conduceva alla riviera ligure sorgeva l'enigmatico insediamento di Boron, descritto nella Tavola Peutingeriana. Dal IV sec., erede di questa presenza insediativa fu la "basilica" (chiesa cimiteriale) di San Venerio, in seguito distrutta da un'incursione barbaresca e ricostruita a cura dei Signori di Vezzano nel 1084. Sul medesimo asse viario, poco più ad ovest della famosa Pieve, che allora sorgeva "in spiaggia aperta", è documentato il sorgere degli ospedali di san Giacomo e Cristoforo in località "de Feleta" e di San Giovanni di Migliarina (1160).
A questa importante stazione di sosta fu poi annesso un luogo di culto che, nel '500, dopo il passaggio dall'ordinamento pievano a quello parrocchiale, divenne sede di una parrocchia molto estesa e circoscrivibile tra l'odierna via San Ciprinao e le località di Marinasco e Valeriano. Il pericolo turco, materializzatosi a Migliarina nel 1565, impose l'accorpamento con la parrocchia di Isola (1578) e i migliarinesi furono costretti a ritirarsi in collina presso il piccolo oratorio di san Bernardo al Felettino, intorno al quale risiedette la maggior parte della popolazione. Occorreranno circa tre secoli perché la parrocchia torni indipendente (16 giugno 1838) e si avvii così a fronteggiare la radicale trasformazione del suo territorio in rapida espansione urbanistica, nonché il consistente incremento demografico con numero di abitanti pressoché duplicato agli inizi del '900. La situazione del vecchio edificio, divenuto quindi troppo angusto per la crescente popolazione ed ormai obsolescente, consiglierà la progettazione di un nuovo tempio, affidata all'ing. genovese Lorenzo Basso per la realizzazione dell'arch. Ermelindo Panconi; ne scaturirà un progetto neogotico a tre navate dalle ardite dimensioni.
La vecchia chiesa con campanile, vicino alla costruenda nuova chiesa.

La nuova chiesa, eretta longitudinalmente alla vecchia, a lato dello storico crocevia, verrà inaugurata il 3 settembre 1933. Tutti i parroci succeduti agli ideatori ne raccolsero il testimone per la conservazione e l'abbellimento del tempio, che - come è stato scritto - può oggi vantare numerose opere d'arte "di livello internazionale".
L'artista Rino Mordacci è l'autore più rappresentato in questa chiesa: sue oltre 170 opere frutto di 43 commissioni.
I mosaici esterni (Il Cristo Redentore, San Giuseppe ed il Battessimo di Gesù) sono opera del pittore spezzino Enrico Imberciadori.




La croce lignea (1960) al centro dell'altare è scolpita da un lato dal Mordacci e dipinta dall'altro da Carlo Giovannoni.

Croce lignea

Sulle vele della volta a crociera del ciborio in marmo, che troneggia sull'altare, è alloggiato lo splendido mosaico dei Quattro Evangelisti del pietrasantino Velio Pelliccia.

I Quattro Evangelisti
Le navate laterali terminano con due absidi quadrate: quella di sinistra accoglie la cappella del Santissimo con altare marmoreo e tabernacolo in rame e argento progettati dall'arch. Panconi.
Dietro l'altare e sulla parete laterale sinistra sono prospetticamente inseriti l'affresco Cena in Emmaus (1990) ed il dittico costituito da La Flagellazione e La Resurrezione, tutti di Renato Manfredi.

La Flagellazione

Cena in Emmaus
La Resurrezione

Tre statue marmoree appartenute alla vecchia chiesa raffigurano i santi Agostino, Gregorio e Rocco.



A metà navata, sono degni di nota i Misteri del Rosario, quindici pannelli lignei del Mordacci, che coronano l'effige della Madonna di Pompei: l'insieme della grandiosa pala è rifinito da i Misteri della Luce, cinque ceramiche su piastrella del vezzanese Fabrizio Mismas (2003).
A lato della fonte battesimale è appesa la tela Resurrezione, importante olio settecentesco del francese Carl Van Loo, acquisita tramite donazione.

Resurrezione
Nella navata destra si trovano in successione, il quadro del Cristo misericordioso del lucchese Renzo Poleschi, attorniato da trentasette testi in cotto scolpiti dal Mordacci e dedicati ai Papi della Chiesa, poi la tela Anime del Purgatorio incastonata tra altri bassorilievi lignei mordacciani e quindi dall'imponente Trittico ligneo con le statue della Vergine "Regina Mundi", Sant'Antonio da Padova e Santa Rita da Cascia (1965) e il San Pietro in meditazione, tela seicentesca del laziale Girolamo Troppa.


San Pietro in meditazione
Rivolgendosi in sagrestia è possibile acquistare libri sulla storia della chiesa e sulle opere in essa contenute.
Grazie al gentilissimo parroco e al vice parroco, Don Paolo per la gentile concessione delle notizie e di alcune fotografie contenute nell'opuscolo dedicato all'80° anniversario dell'inaugurazione della Chiesa (3 settembre 1933 - 3 settembre 2013).