lunedì 27 gennaio 2014

Preghiera a Maria dettata da Gesù a Josefa Menendez

"Josefa" - dirà Nostro Signore la sera di quel giorno, - "è proprio vero che desideri qualche parola che possa far piacere alla Madre mia? Scrivi dunque ciò che ti dirò":
"Allora con voce ardente e infiammata e anzi entu­siasta" - ella dice, - "pronunciò questa preghiera":
«Madre tenera e amante, 
Vergine prudentissima, 
che sei la Madre del mio Redentore, 
ti saluto oggi con il più filiale amore con cui possa amarti un cuore di figlia. 
Sono figlia tua, e, siccome l'impotenza mia è tanto grande, 
prenderò gli ardori del Cuore del tuo divin Figlio:
con Lui ti saluterò come la più pura delle creature, 
poiché sei stata formata secondo i desideri e le attrattive del Dio tre volte santo! 
Concepita senza macchia di peccato originale, 
esente da ogni corruzione, 
tu sei stata sempre fedele ai movi­menti della grazia 
e l'anima tua si è arricchita così di tali meriti 
da elevarsi al di sopra di ogni creatura. 
Eletta per essere la Madre di Gesù Cristo, 
tu l'hai custodito come in un santuario purissimo 
e Colui che veniva a dare la vita alle anime in te 
ha preso Egli stesso la vita 
e da te ha ricevuto il suo alimento.
Vergine incomparabile! 
Vergine immacolata! 
Delizia della Santissima Trinità! 
Ammirata dagli angeli e dai santi, 
tu sei la gioia del cielo. 
Stella del mattino, 
rosaio fiorito di primavera, 
giglio candidissimo, 
iris delicato e grazioso, 
violetta olezzante, 
giardino coltivato e riservato per deliziare il Re del cielo! 
Tu sei mia Madre, 
Vergine prudentissima, 
arca preziosa ove stanno racchiuse tutte le virtù! 
Tu sei mia Madre, 
Vergine potentissima, 
Vergine clemente,
Vergine fedele! 
Tu sei mia Madre, 
rifugio dei peccatori! 
Ti saluto e mi rallegro alla vista di tali doni 
che ti ha concesso l'On­nipotente
e di tante prerogative di cui ti ha coronata. 
Sii benedetta e lodata, 
Madre del mio Redentore, 
Madre dei poveri peccatori! 
Abbi pietà di noi e coprici con la tua protezione! 
Ti saluto a nome di tutti gli uomini, 
di tutti i santi, 
di tutti gli angeli. 
Vorrei amarti con l'amore 
e gli ardori dei più in­fiammati serafini, 
e ciò sarebbe ancora troppo poco per appagare i miei desideri 
e tributarti eternamente una lode filiale, costante e purissima! 
O Vergine incomparabile, 
benedicimi perché sono tua figlia! 
Benedici tutti gli uomini! 
Proteggili, prega per loro Colui che è onnipotente 
e che non può rifiutarti nulla. 
Addio, Madre tenera e amatissima! 
Ti saluto giorno e notte, nel tempo e nell'eternità!». 

"Ora, Josefa, puoi lodare la Madre con le parole del Figlio, e il Figlio con quelle della Madre."
"Mai" - dirà Josefa, - "il Cuore di Gesù mi apparve così bello, e la voce sua così piena di ardore e di en­tusiasmo!".

{da "Colui che parla al fuoco" - Josefa Menéndez}