venerdì 25 ottobre 2013

Diario di Santa Gemma Galgani, venerdì 20 luglio

Avevo sempre tante cose da dire a Gesù e lui sentivo che a poco per volta mi veniva a mancare; allora mi promise che più tardi, alle preghiere della sera, sarebbe tornato; ma allora era anche più contento: mi aprì il suo cuore, che vidi scritte due parole che non capivo.
Glielo chiesi di saperle; mi rispose Gesù: « Io ti amo tanto, perché molto mi somigli ». «In che cosa, o Gesù», gli dissi, «ché mi vedo tanto dissimile a te?».
«Nell'essere umiliata», mi rispose.
Capii allora bene ogni cosa, mi tornò alla mente la mia vita passata.
Un grosso difetto è stata sempre la mia passione, la superbia.
Quando ero piccola, in ogni posto ove andavo, da tutti si sentiva dire che ero una gran superba.
Ma Gesù, che mezzi ha usato per umiliarmi, specialmente in quest'anno!
Infine ho capito chi sono veramente. Sia sempre ringraziato Gesù.
Mi aggiunse poi il mio Dio che col tempo egli mi avrebbe fatta santa" (qui non dico nulla perché è impossibile che accada di me quel che disse lui).
Mi dette alcuni avvertimenti da dare al confessore e mi benedì.
Capii, come sempre, che si allontanava per qualche giorno.
Ma quanto è buono Gesù! Appena si parte lui, mi lascia l'angelo custode, che con la sua continua carità, vigilanza e pazienza mi assiste.
O Gesù, ti ho promesso che sempre obbedirò, e di nuovo lo affermo.
Sia pure tutta la mia fantasia, sia pure lavoro del diavolo, in ogni modo voglio obbedire.