Per volere del Papa san Pio V, al fine di custodire le cappelle della Porziuncola, del Transito e del Roseto e altri luoghi resi sacri dalla memoria di san Francesco, e accogliere i tanti pellegrini che da ogni luogo si recavano a visitarli, tra il 1569 e il 1679 venne edificata la grande Basilica di S. Maria degli Angeli. Il progetto originario di Galeazzo Alessi era caratterizzato da una rigorosa semplicità strutturale, conforme all'ideale francescano di povertà. I forti eventi tellurici che scossero l'Umbria nel 1832 provocano danni gravissimi alla basilica. Al termine di un lungo e complesso restauro, diretto dall'architetto Luigi Poletti, essa fu riaperta al culto l'8 settembre del 1840. La facciata, ispirata al barocco romano, venne rielaborata radicalmente su un progetto di Cesare Bazzani, con l'intento di conferirle una monumentalità degna dell'importanza del Santuario: fu inaugurata l'8 giugno 1930 e alla sua sommità collocata un'imponente statua della Vergine in bronzo dorato, opera dello scultore Guglielmo Colasanti. Della costruzione originale dell'Alessi rimasero la cupola e l'abside.
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La Porziuncola è la piccola chiesetta contenuta all'interno della grande basilica, nonché uno dei luoghi francescani più importanti: tra le sue mura, san Francesco comprese la sua vocazione, accolse santa Chiara e i primi frati, ricevette il Perdono di Assisi. La chiesetta divenne uno dei luoghi prediletti dal santo. La cappella preesistente era proprietà dei benedettini che avrebbero voluto donarla a Francesco, ma egli rifiutò. La tenne in affitto in cambio di un cesto di pesci. Da qui partirono i primi predicatori di un nuovo modo di pensare e di agire, qui si organizzarono i viaggi in Africa e in tutta Europa, qui si appresero le notizie dei primi martiri. I muri e l'abside sono originali. Il portone risale al XV secolo e anche il pinnacolo fu aggiunto in seguito. L'affresco, opera di Federico Overbek, che ricopre gran parte delle pietre del fronte raffigura L'Indulgenza del perdono (1830). Sulla parete di fondo spicca il polittico dipinto nel 1393 da Ilario da Viterbo. Ne fanno da cornice le immagini di dieci santi: (da destra) Leonardo, Giacomo, Caterina martire, la Beata Angela da Foligno, Benedetto, Francesco, Chiara, Agnese, Rufino e Antonio Abate.
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In origine era l'infermeria del convento originario, la sua fama è data dal fatto che, in tale luogo, san Francesco morì il 3 ottobre 1226. Sempre in tale luogo il santo finì di comporre il Cantico delle creature.
Sopra la porticina la parete ospita il dipinto del Bruschi (fine Ottocento) che ritrae il momento del trapasso. Nella parete laterale un altro affresco ricorda i funerali. All'interno si trova un dipinto di Giovanni Spagna che ritrae gli amici del santo, mentre sul piccolo altare c'è la statua in terracotta di Francesco di Andrea della Robbia.
{Fonte delle notizie: it.wikipedia.org}