martedì 14 ottobre 2014

Sant'Ignazio di Antiochia

Ignazio di Antiochia, detto L'Illuminatore (35 circa – Roma, 107 circa), è stato un vescovo dell'Asia Minore. È venerato come santo dalla Chiesa ortodossa e dalla Chiesa cattolica. Fu il secondo successore di Pietro (69 d.C.) come vescovo di Antiochia di Siria.

"Crebbe in ambiente pagano; si convertì in età adulta. 
Possiamo affermare che conobbe da giovane i grandi Apostoli del Signore, Pietro, il vicario di Gesù, Giovanni il prediletto, di cui insieme con Policarpo, era diventato discepolo, e gli altri, specialmente Paolo e Barnaba.
Verso la fine del I° secolo, tra l'80 e il 90 viene collocato sul seggio episcopale, probabilmente dall'apostolo Giovanni, unico superstite degli Apostoli e vi rimase fino al 107" [1], quando viene condannato ad bestias durante il regno dell'imperatore Traiano. Fu imprigionato e condotto da Antiochia a Roma sotto la scorta di una pattuglia di soldati per esservi divorato dalle fiere.



Nel corso del viaggio da Antiochia a Roma scrisse sette lettere alle chiese che incontrava sul suo cammino o vicino ad esso: ai Romani, agli Efesini, ai Magnesi, ai Tralliani, agli Smirnesi, ai Filadelfi e a Policarpo. Esse ci sono rimaste e sono una testimonianza unica della vita della chiesa dell'inizio del II secolo: Ignazio si scontra con i doceti che negano l'Incarnazione di Gesù, la sua Passione e Resurrezione da morte, e la sua presenza nell'Eucaristia. "Inoltre il sincretismo ideologico e religioso, dominante specialmente in Asia, dissolveva e coagulava in una massa informe paganesimo e Cristianesimo, Giove, Mitra e Gesù; provocando disorientamento intellettuale e morale.
La figura di Gesù esce luminosa dalle sue lettere:
"Egli è il Figlio del Padre, vita nostra inseparabile, espressione della volontà di Dio" (Efesini, III-VIII). 
"Discendente di Davide, nato da Maria Santissima per opera dello Spirito Santo" (Efesini, XVIII), "sottoposto alla croce a causa dei nostri peccati, sotto Ponzio Pilato; nato nel tempo, uscito dal seno del Padre, fattosi nostro Salvatore, nostro medico del corpo e dello spirito".
L'Eucaristia è "la vera Carne di Gesù che fu affissa alla croce e che risuscitò dalla tomba" (Smirnesi, VII), "è il Pane di Dio, il sangue di Cristo, che è pure il sangue di Dio, è la bevanda di Dio, l'antidoto contro la morte, il farmaco di immortalità".
Ignazio ha un solo grande desiderio, quello di essere reso conforme al Cristo immolato: "Sono frumento di Dio e voglio essere stritolato dai denti delle belve, affinché io sia trovato puro pane di Cristo". Per questo supplica i cristiani di Roma di permettere che egli muoia martire per Gesù.

Le sue lettere esprimono calde parole d'amore a Cristo e alla Chiesa. Appaiono per la prima volta le espressioni "Chiesa cattolica" ("Dove è Cristo, ivi c'è pure la Chiesa Cattolica", Smirnesi VIII) e "Cristianesimo", che sono ritenuti neologismi creati da lui. In particolare appare per la prima volta nelle sue lettere la concezione tripartita del ministero cristiano: vescovo, presbiteri, diaconi. Ignazio auspicava una nuova organizzazione della chiesa cristiana in cui un solo vescovo presiedesse “al posto di Dio”. Questo vescovo avrebbe esercitato l’autorità su molti sacerdoti. 
"Chi regge la Chiesa di Roma, non è solo Vescovo di Roma, ma il Vicario di Cristo e Capo universale visibile di tutta la chiesa". [1]


Raggiunta Roma dopo il faticoso viaggio, Ignazio subì il martirio nell'Urbe. Fu esposto alle fiere durante i festeggiamenti in onore dell'imperatore Traiano, vincitore in Dacia.

Le sue ossa furono raccolte da alcuni fedeli e ricondotte ad Antiochia, dove furono sepolte nel cimitero della chiesa fuori della Porta di Dafne.


A seguito dell'invasione saracena, le reliquie furono ricondotte a Roma e lì sepolte nel 637 presso la basilica di San Clemente al Laterano dove tuttora riposano. Una parte del cranio è custodita nella chiesa di Sant'Ignazio d'Antiochia, situata nella periferia sud di Roma. La Chiesa cattolica celebra la sua festa il 17 ottobre, quella ortodossa il 20 dicembre.

{Fonti: foto e parte delle notizie wikipedia
[1] "Ardente dufensore di Gesù, Sant'Ignazio di Antiochia" di Paolo Risso ne "Il settimanale di Padre Pio", anno XIII - 12 ottobre 2014}