giovedì 2 ottobre 2014

La novena dei morti di S. Alfonso Maria di Liguori


La devozione alle anime del Purgatorio - col raccomandarle a Dio acciocché le sollevi nelle grandi pene che patiscono e presto le chiami alla gloria - è molto cara al Signore ed insieme è molto giovevole a noi, poiché quelle Anime benedette sono sue eterne spose e d'altra parte sono gratissime verso chi loro ottiene la liberazione da quella carcere o almeno qualche sollievo nei loro tormenti, onde giunte in cielo non si scorderanno certamente di chi ha pregato per esse. E piamente si crede che Dio loro palesi le nostre orazioni affinché esse preghino per noi. È vero che quelle Anime benedette non sono in stato di pregare per sé, perché stanno ivi come ree soddisfacendo le loro colpe; nondimeno perché sono molto care a Dio ben possono pregare per noi ed ottenerci le grazie. 
S. Caterina da Bologna quando voleva qualche grazia ricorreva alle anime del Purgatorio e presto si vedeva esaudita ed attestava che più grazie, che non aveva ottenuto ricorrendo ai Santi, le aveva conseguite ricorrendo alle Anime del Purgatorio. 
Del resto sono innumerevoli le grazie che narrano i devoti avere ricevuto per mezzo di queste Sante anime.  
Ma se noi vogliamo il soccorso delle loro orazioni, è giusto anzi è dovere che noi le soccorriamo con le nostre. Ho detto, anzi. è dovere, mentre la carità cristiana . richiede che noi sovveniamo i prossimi che stanno in necessità del nostro aiuto. Ma quali prossimi S. Alfonso stanno in tanta necessità di aiuto quanto queste sante prigioniere? Esse stanno continuamente in quel fuoco che tormenta assai più che il fuoco di questa terra; stanno poi prive della vista di Dio, pena che l'affligge molto più di tutte le altre. 
E pensiamo che ivi facilmente anche penano le anime dei nostri genitori o fratelli od altri parenti ed amici e aspettano il nostro soccorso. Pensiamo inoltre che quelle sante anime non possono aiutarsi da sé, mentre sono in istato di debitrici per le loro mancanze: questo pensiero deve maggiormente infiammare a sollevarle quanto più possiamo.
Ed in ciò, non solo daremo gran gusto a Dio, ma ci acquisteremo grandi meriti; e quelle anime benedette non lasceranno di ottenerci molte grazie da Dio e specialmente la salute eterna.
Io giudico per certo, che un'anima la quale è liberata dal purgatorio
per i suffragi avuti da qualche devoto, giunta che è in paradiso, non lascerà dire a Dio: "Signore, non permettete che si perda quegli che mi ha sprigionato dal Purgatorio e mi ha fatta venire più presto a godervi".
In somma a questo fine  si è data alle stampe la seguente Novena, acciocché tutti i fedeli si affatichino a sollevare e liberare quelle anime benedette dal purgatorio colle Messe, colle limosine, o almeno colle loro orazioni.

I° giorno

Molte sono le pene che patiscono quell'anime benedette, ma la maggiore è il pensiero che esse coi loro peccati commessi in vita sono state la causa de' dolori che soffrono.

O Gesù mio Salvatore, io tante volte mi ho meritato l'inferno, ora qual pena sarebbe la mia, se io fossi già dannato, in pensare di avermi io stesso causata la mia dannazione! Vi ringrazio della pazienza che avete avuta con me. Mio Dio, perché voi siete bontà infinita, io v'amo sopra ogni cosa, e mi pento con tutto il cuore di avervi offeso. Vi prometto prima morire che mai più offendervi; datemi voi la santa perseveranza, abbiate pietà di me: ed abbiate pietà ancora di quelle anime benedette, che ardono in quel fuoco.

Madre di Dio Maria, soccorretele voi colle vostre potenti preghiere.

Diciamo un Pater ed un Ave per quell'anime: Pater noster etc. Ave Maria etc.
E poi tutto il popolo seguirà a cantare la seguente canzoncina: «Quelle figlie e quelle spose, che son tanto tormentate, o Gesù, voi che l'amate, consolate per pietà».


II° giorno

L'altra pena che molto affligge quell'anime benedette è il tempo perduto in vita, in cui poteano acquistare più meriti per lo paradiso, e che a questa perdita non vi possono più rimediare; poiché finito il tempo della vita, è finito ancora il tempo di meritare.
Ah povero me, Signore, che da tanti anni vivo su questa terra, e non ho acquistati altri meriti che per l'inferno! Vi ringrazio che mi date ancora tempo di rimediare al male fatto. Mi pento, Dio mio così buono, di avervi dato disgusto; datemi il vostro aiuto, acciocché la vita che mi resta, la spenda solo a servirvi ed amarvi; abbiate pietà di me; ed abbiate ancora pietà di quell'anime sante, che ardono nel fuoco.
O Madre di Dio Maria, soccorretele voi colle vostre potenti preghiere.
Si replica come di sopra Pater, Ave.
«Quelle figlie e quelle spose», etc.


III° giorno

Un'altra gran pena tormenta quelle anime benedette ed è la vista spaventosa de' loro peccati, che stanno pagando. Al presente in questa vita non si conosce la bruttezza de' peccati; ma ben si conosce nell'altra vita, e questa è una delle maggiori pene, che patiscono le anime del purgatorio.
O mio Gesù, perché voi siete bontà infinita, io v'amo sopra ogni cosa, e mi pento con tutto il cuore d'avervi offeso. Vi prometto di prima morire che mai più offendervi; datemi voi la santa perseveranza, abbiate pietà di me; ed abbiate pietà ancora di quelle sante anime, che ardono nel fuoco.
E voi, Madre di Dio, soccorretele colle vostre potenti preghiere.
Pater, Ave. «Quelle figlie», etc.

IV° giorno

La pena poi che più affligge quell'anime spose di Gesu-Cristo è il pensare che in vita colle loro colpe han dato disgusto a quel Dio, che tanto amano. Alcuni penitenti anche su questa terra, pensando d'avere offeso un Dio tanto buono, sono arrivati a morirne di dolore. Le anime del purgatorio conoscono assai più che noi quanto è amabile Dio, e l'amano con tutte le loro forze; ond'è che pensando di averlo disgustato in vita, provano un dolore che supera ogni altro dolore.
O mio Dio, perché voi siete bontà infinita, mi pento con tutto il cuore di avervi offeso. Vi prometto di prima morire che più offendervi; datemi la santa perseveranza; abbiate pietà di me; ed abbiate pietà ancora di quelle sante anime, che ardono nel fuoco e v'amano con tutto il cuore.
O Madre di Dio Maria, soccorretele voi colle vostre potenti preghiere.
Pater, Ave. «Quelle figlie», etc.

V° giorno

Un'altra gran pena di quelle anime benedette è lo stare in quel fuoco a patire, senza sapere quando finiranno i loro tormenti. Sanno bensì per certo che ne saranno liberate un giorno, ma l'incertezza del quando giungerà il fine del loro penare, è per esse un tormento ben grande.
Misero me, Signore, se m'aveste mandato all'inferno! Ivi sarei certo di non uscire più da quella carcere di tormenti. V'amo sopra ogni cosa, bontà infinita, e mi pento con tutto il cuore di avervi offeso. Vi prometto prima morire che mai più offendervi; datemi voi la santa perseveranza, abbiate pietà di me; ed abbiate pietà ancora di quelle sante anime, che ardono nel fuoco.
O Madre di Dio Maria, soccorretele voi colle vostre potenti preghiere.
Pater, Ave. «Quelle figlie», etc.

VI° giorno

Quelle benedette anime quanto son consolate dalla memoria della passione di Gesu-Cristo e del SS. Sagramento dell'altare, giacché per mezzo della passione si trovano salve, e per mezzo delle Comunioni e delle Messe hanno ricevute e ricevono tante grazie; altrettanto son tormentate dal pensiero di essere state ingrate in vita a questi due gran beneficii dell'amore di Gesu-Cristo.
O mio Dio, voi anche per me siete morto, e tante volte vi siete dato a me nella santa Comunione, ed io vi ho pagato sempre d'ingratitudine! Ma ora v'amo sopra ogni cosa, mio sommo bene, e mi pento più d'ogni male di avervi offeso. Vi prometto prima morire, che mai più offendervi; datemi voi la santa perseveranza, abbiate pietà di me; ed abbiate ancora pietà di quelle sante anime, che ardono nel fuoco.
O Madre di Dio Maria, soccorretele voi colle vostre potenti preghiere.
Pater, Ave. «Quelle figlie», etc.

VII° giorno

Accrescono poi la pena di quell'anime benedette tutti i beneficii particolari ricevuti da Dio, come l'essere state fatte cristiane, l'esser nate in paesi cattolici, l'essere state aspettate a penitenza e perdonate de' loro peccati; sì, perché tutti fanno loro conoscere maggiormente l'ingratitudine che hanno usata con Dio.
Ma chi più ingrato di me, Signore! Voi mi avete aspettato con tanta pazienza, più volte mi avete perdonato con tanto amore, ed io dopo tante promesse vi ho tornato ad offendere! Deh non mi mandate all'inferno; io vi voglio amare, ma nell'inferno non vi posso amare. Mi pento, bontà infinita, d'avervi offeso, prometto di prima morire, che mai più offendervi; datemi voi la santa perseveranza, abbiate pietà di me; ed abbiate ancora pietà di quelle sante anime, che ardono nel fuoco.
O Madre di Dio Maria, soccorretele voi colle vostre potenti preghiere.
Pater, Ave. «Quelle figlie», etc.

VIII° giorno

Di più è una pena troppo amara per quell'anime benedette il pensare che Dio in vita ha loro usate tante misericordie speciali non usate cogli altri; ed esse co' loro peccati l'han costretto a odiarle, e condannarle all'inferno, benché poi per sua mera misericordia le ha perdonate e salvate.
Eccomi, Dio mio, uno di quest'ingrati son io, che dopo aver ricevute da voi tante grazie, ho disprezzato il vostro amore e vi ho costretto a condannarmi all'inferno. Bontà infinita, ora v'amo sovra ogni cosa, e mi pento con tutta l'anima di avervi offeso; 1 vi prometto prima morire, che mai più offendervi; datemi voi la santa perseveranza, abbiate pietà di me; ed abbiate ancor pietà di quelle sante anime, che ardono nel fuoco.
O Madre di Dio Maria, soccorretele voi colle vostre potenti preghiere.
Pater, Ave. «Quelle figlie», etc.

IX° giorno

Grandi sono in somma tutte le pene di queste benedette anime: il fuoco, il tedio, l'oscurità, l'incertezza del quando saranno liberate da quel carcere, ma fra tutte la pena maggiore di quelle sante spose è lo star lontane dal loro sposo e private di vederlo.
O Dio mio, come ho potuto io viver tanti anni lontano da voi e privo della vostra grazia! Bontà infinita, io v'amo sovra ogni cosa, e mi pento con tutto il cuore d'avervi offeso; 1 vi prometto prima di morire, che mai più offendervi; datemi voi la santa perseveranza e non permettete ch'io abbia a vedermi un'altra volta in disgrazia vostra. Abbiate, vi prego, pietà di quelle sante anime, alleggerite le loro pene ed abbreviate il tempo del loro esilio, con chiamarle presto ad amarvi da faccia a faccia in paradiso.
O Madre di Dio Maria, soccorretele voi colle vostre potenti preghiere; e pregate ancora per noi, che stiamo ancora in pericolo di dannarci.
Pater, Ave. «Quelle figlie», etc.



Se desideriamo dar suffragio alle Sante anime del Purgatorio, procuriamo di pregarne la Santa Vergine in tutte le nostre orazioni applicando per esse specialmente il Santo Rosario, che apporta loro gran sollievo.