Aver fiducia in Dio significa abbandonarsi, con tutta la forza della volontà sostenuta dalla grazia e dall'amore, alla onnipotenza, alla sapienza, all'amore infinito di Dio. E' credere che nulla, in questo mondo, sfugge alla Provvidenza, così nell'ordine universale come nel particolare; che nulla di grande e di piccolo accade se non previsto, voluto, permesso, diretto sempre da essa ai suoi alti fini, che, in questo mondo, sono sempre fini di amore per gli uomini. E' credere che Dio possa permettere talvolta quaggiù per qualche tempo il predominio dell'ateismo e dell'empietà, dolorosi oscuramenti del senso della giustizia, infrazioni del diritto, tormenti di uomini innocenti, pacifici, indifesi, senza sostegno; è credere che Dio lascia così talora cadere sugli individui e sui popoli, prove il cui strumento è la malizia degli uomini in un disegno di giustizia volto al castigo dei peccati, a purificare persone e popoli con le espiazioni della vita presente e ricondurli per tale via a sé ma è credere al tempo stesso che questa giustizia rimane sempre quaggiù, una giustizia di padre, ispirata e dominata dall'amore. E' credere, infine, che la fiera acutezza della prova, come il trionfo del male, non dureranno anche quaggiù, che per un certo tempo e non più: che l'ora di Dio verrà, l'ora in cui, dopo aver lasciato in un momento imperversare l'uragano sulla povera umanità, l'Onnipotente mano del Padre Celeste lo tratterrà e disperderà e per vie alle menti e alle speranze umane meno aperte, saranno restituite alle nazioni la giustizia, la calma e la pace.
{Pio XII - dal messaggio radiofonico del 29 maggio 1941}