giovedì 29 maggio 2014

Al Santo Bambino Gesù - Da "Commento mistico al Cantico dei Cantici" di Jeanne Guyon

Voi la cui Maestà suprema, 
Gran Dio, si cela in un bambino, 
Nel più alto dei cieli trionfante, 
E presso di noi la debolezza stessa! 
Felicità dei Santi, che spargete lamenti, 
Che portando la terra e l’acqua del mare, 
Nascete da una Vergine feconda, 
È colma di piaceri, vi struggere tra le pene!


Verbo spento, parola muta, 
Immenso, uguale ai nostri figli! 
Infinito, chiuso nel grembo 
Di colei che voi avete creata! 
Che per liberarci entrate nei nostri legami, 
E per restituirci al padre vostro, 
Venite in terra straniera, 
A prendere le nostre miserie, e darci i vostri beni!


Re divenuto come schiavo, 
Sovrano reso obbediente! 
Impassibile, ma pieno di languore 
Il cui sangue versato ci lava! 
Vita che trionfando sotto i colpi della morte, 
Assorbite la morte nella vita! 
E che, tenendola asservita, 
Ne annullate lo sforzo nascendo per morire.


Accettate, Signore, questo omaggio, 
Ch’io offro a colui che mi ha liberato, 
Dichiaratevi il difensore 
Di quest’opera misteriosa: 
Il contenuto di questi scritti, amore, è tutto per voi, 
Una mano, seppure languente, 
È stata solo obbediente, 
Al dolce sprone del migliore degli Sposi.


Un’amante, nella mistica, 
Piena di meravigliose attrattive, 
Descrivendo le schermaglie amorose 
Risponde al vostro cantico. 
Amore dei veri amori, il più forte e dolce, 
Se la Sposa vi fu fedele, 
Voi dovete, per ripagare il suo zelo, 
Del successo del suo canto diventare un po’ geloso.


Coi suoi discorsi ferite le anime 
Per diventarne il vincitore, 
Nel loro spirito e nel loro cuore, 
Accendete le fiamme più vive, 
Ispirate ai cristiani il vostro spirito più puro: 
Infante Dio, è la sola cosa, 
Che il mio casto amore si proponga, 
Osando consacrarvi questo puro e dolce scritto.


Siate, o Saggezza incarnata, 
L’anima di tutto ciò ch’io faccio; 
Unico scopo dei miei desideri, 
Stella del mio destino, 
Oggetto il più bello della mia devozione! 
Io protesto che nessun volume 
Verrà mai dalla mia penna, 
Senza vedere la luce sotto il vostro augusto nome.