venerdì 13 dicembre 2013

Via Crucis con la Beata Camilla Battista da Varano

La Beata Camilla Battista da Varano è senza dubbio una grande maestra di vita spirituale. In particolare ci insegna a diventare amici di Cristo sofferente attraverso la costante meditazione della Passione, via regia per allontanarsi dai vizi ed acquisire la virtù. A tale proposito così afferma nell’opera “La Purità del Cuore” scritta nella sua maturità:
La memoria della Passione di Cristo è come un’arca dei tesori celesti, una porta che permette di entrare a gustare il glorioso Gesù ed una perfetta maestra di tutte le arti spirituali: una fonte inesauribile di acqua viva, un pozzo profondissimo dei segreti di Dio. Beato chi ce l’ha, perché è un segno probabile di predestinazione, mediante la quale tutti sono scritti nel Libro della vita. O memoria dolce, che fai sgorgare le soavi lacrime d’amore con le quali fai comprendere per la tua dolcezza le viscere e le radici del cuore e che porti innumerevoli ornamenti all’anima. Chi non lo crede incominci a farne la prova e dopo questa esperienza troverà che tale memoria eccede tutte le opere che l’uomo può immaginare di compiere in questa vita. Chi dunque vuol essere libero da ogni impurità ed avere un segno della futura gloria e beatitudine, per quanto si può avere in questa vita, cerchi di avere questa dolce memoria della Passione di Cristo, come l’apostolo Paolo, che portava continuamente le stigmate della Passione nel suo corpo.
{La purità del cuore}

Introduzione
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
Mossa dallo Spirito Santo mi venne un santo desiderio di addentrarmi “nell’interno del deserto”, cioè nelle segretissime pene del Cuore di Gesù (Autobiografia).
Passo dopo passo seguiremo il tuo cammino, Signore, verso la croce, accompagnati dalle parole della Beata Camilla Battista, che sta per essere proclamata santa. Il tuo dono, frutto dell’Amore, sia ancora una volta sostegno per chi soffre, viatico per chi cerca la propria strada, braccia spalancate per chi 
pensa di essere abbandonato al proprio destino. Sulla croce non c’è un uomo morto, ma un uomo che sta per risorgere. Da ciò nasce la nostra speranza: noi crediamo in te, uomo della croce, tu ci sostieni e ci indichi la strada. Amen.

Stazione I
Gesù è condannato a morte
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.
I capi dei sacerdoti incitarono la folla, perché Pilato rimettesse in libertà, per loro, Barabba. Pilato disse loro di nuovo: “Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?”. Ed essi di nuovo gridarono: “Crocifiggilo!”. Pilato diceva loro: “Che male ha fatto?”. Ma essi gridarono più 
forte: “Crocifiggilo!”. Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso (Mc 15, 11-15).
Quando intesi che con tanto furore gridavano che fosse rilasciato Barabba e io fossi condannato a morte e crocifisso, mi parve che mi scoppiasse il cuore. Figliola mia, non lo può comprendere se non chi lo prova, che dolore sia ricevere ogni male da chi ha ricevuto ogni bene! Quanto è duro per chi è innocente sentirsi urlare da tutta la gente: “Muoia! Muoia!”, mentre a chi è prigioniero come lui - ma si sa che merita mille morti - viene gridato dal popolo: “Viva! Viva!” (I Dolori mentali, cap. VII).3
Mio Dio, come non si possono conoscere le cose innumerevoli che hai compiuto per queste tue ingrate creature in cielo, in terra, nell’acqua, nell’aria, così non riusciremo a comprendere la nostra ingratissima ingratitudine.
Confesso allora e credo che solo tu, Dio mio, puoi conoscere e sapere quanta e quale sia stata la nostra ingratitudine, che come freccia avvelenata ti ha trafitto il cuore tante volte quante sono le creature che furono, sono e saranno e ogni volta che ognuna di esse ha esercitato tale ingratitudine (I
Dolori mentali, cap. VIII).
Preghiamo
Onnipotente, altissimo, santissimo e sommo Dio, Padre santo e giusto, Re del cielo e della terra, ti rendiamo grazie, perchè come tu ci hai creati per mezzo del tuo Figlio, così per la croce, il sangue e la morte di Lui ci hai voluti liberare e redimere (FF 63-64).

Stazione II
Gesù è caricato della croce
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.
Poi, a tutti, Gesù diceva: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso? (Lc 9, 23-25).
La scelta di soffrire, che io feci solo per carità e amore, piacque al Padre mio: così devi fare tu, se vuoi diventare simile a me per essere gradita al Padre mio. Io fui abbandonato da tutti: e tu quanto più sarai abbandonata, tanto più rallegratene e ringraziami. Io fui presentato a diversi capi con notevoli derisioni e tormenti proprio da quel popolo che prediligevo: e tu, se da diverse persone riceverai ingiurie, disprezzie riprensioni, rallegrati e ringraziami (I Ricordi di Gesù).
Signore mio, vita e dolcezza del mio cuore, io non potrò mai ringraziarti a sufficienza né per la grazia di operare il bene, né per l’occasione che mi doni di soffrire da sola: come potrò riparare tante mie colpe e iniquità commesse contro di Te? Fammi almeno questa grazia, o mio Gesù: che io scriva come 4

se avessi fatto ogni male, né operato mai alcun bene, perché veramente così sarebbe stato e così sarebbe senza di Te (I Ricordi di Gesù).
Preghiamo
Santissimo Padre nostro, creatore, redentore, consolatore e salvatore nostro,
venga il tuo Regno, affinché Tu regni in noi per mezzo della grazia e Tu ci
faccia giungere al tuo Regno ove di Te è un amore perfetto e un godimento
senza fine (FF 266. 269).

Stazione III
Gesù cade la prima volta
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.
Come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo... E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra. Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme (1Cor 12, 12-14. 26).
Sai quanto fu grande il mio dolore? Quanto fu grande l’amore che portavo alla creatura... Sappi, figliola, che le pene che ho portato nel cuore furono innumerevoli ed infinite, perché innumerevoli ed infinite sono le anime, mie membra, che si separavano da me per il peccato mortale. Ciascuna anima infatti si separa e disgiunge tante volte da me, suo Capo, per quante volte pecca mortalmente. Questa fu una delle pene crudeli che io portai e sentii nel mio cuore: la lacerazione delle mie membra (I Dolori mentali, cap. I).
O Gesù, fammi grazia che questo poco tempo che mi resta da vivere lo spenda tutto secondo la tua santa volontà e dopo la mia morte mandami dove ne trarrai maggior onore, fosse anche all’inferno, ne sarò contentissima, perché voglio che la tua gloria sia la sola gloria mia (I Ricordi di Gesù).
Preghiamo
Santissimo Padre nostro, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra, affinché ti amiamo con tutto il cuore, sempre pensando a Te, e con tutta l’anima, sempre desiderando Te, e spendendo tutte le nostre energie e sensibilità dell’anima e del corpo a servizio del tuo amore (FF 270).

Stazione IV 
Gesù incontra Maria, sua Madre
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.
Simeone disse a Maria, madre di Gesù: “Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione - e anche a te una spada trafiggerà l’anima - affinché siano svelati i pensieri di molti cuori... Maria custodiva tutte queste cose nel suo cuore (Lc 2, 34-35. 51).
Ascolta, figliola mia, devo ancora dirti cose amarissime e specialmente circa quell’acuto coltello che passò e trafisse la mia anima, cioè il dolore della mia pura ed innocente Madre, che per la mia passione e morte doveva essere tanto afflitta e accorata, che mai fu né sarà una persona più addolorata di lei... Sappi che tutto quello che soffrii e sopportai io, Dio umanato, soffrì e patì la mia povera e santissima Madre: salvo che io soffrii in grado più alto e perfetto, perché ero Dio e uomo, mentre lei era pura e semplice creatura, priva affatto di divinità (I Dolori mentali, cap. III).
O Madre di Dio, non ti voglio più appellare Madre di Dio quanto piuttosto Madre di dolore, Madre di pena, Madre di tutte le afflizioni che si possono contare e pensare. D’ora in poi ti chiamerò sempre Madre di dolore (I Dolori mentali, cap. III).
Preghiamo
Santa Maria vergine, non vi è alcuna simile a te, nata nel mondo, fra le donne, figlia e ancella dell’altissimo Re, il Padre celeste, madre del santissimo
Signore nostro Gesù Cristo, sposa dello Spirito Santo; prega per noi con san Michele arcangelo e con tutte le potenze dei cieli e con tutti i santi, presso il tuo santissimo Figlio diletto, nostro Signore e maestro (FF 281).

Stazione V 
Gesù è aiutato dal Cireneo
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.
Condussero fuori Gesù per crocifiggerlo. Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di 6Alessandro e di Rufo (Mc 15, 20-21).
L’altro dolore che mi trafisse il cuore fu per tutti gli eletti... Sentii e provai ogni loro pena e amarezza in vita e dopo la morte, cioè nella vita le sofferenze e i tormenti di tutti i martiri, le penitenze di tutti i penitenti, le tentazioni di tutti i tentati, le infermità di tutti i malati e poi persecuzioni, calunnie, esili...
Le mie membra, figliola mia, non furono migliaia né milioni, ma infinite...
Io provai anche e sentii, nella loro diversità e quantità, le pene che gli eletti avrebbero sofferto dopo la morte in purgatorio a causa dei loro peccati, perché non erano membra putride e staccate, come i dannati, ma erano membra vive che vivevano in me, Spirito di vita, prevenute con la mia grazia e benedizione (I Dolori Mentali, cap. II).
Oh, Dio mio, molte volte ti ho procurato grandi ed infinite pene, dannata o salva che io sia. O Signore, non ho mai saputo che il peccato ti offendesse tanto, credo allora che mai avrei peccato, neppur leggermente. Tuttavia, o Dio mio, non tener conto di ciò che dico, perché nonostante questo farei anche peggio, se la tua pietosa mano non mi sostenesse (I Dolori mentali, cap. II).
Preghiamo
Santissimo Padre nostro, donaci di amare il nostro prossimo come noi
stessi, trascinando tutti, con ogni nostro potere, al tuo amore, godendo dei
beni altrui come dei nostri, compatendoli nei mali e non recando offesa a
nessuno (FF 270).

Stazione VI 
Il volto di Gesù è asciugato dalla Veronica
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.
Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno dinanzi al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima (Is 53, 2-3).
Beata quella creatura che per nessuna tentazione tralascia il bene incominciato! Questo dico per esperienza, perché io l’ho provato. Dal leggere sempre la Passione ottenni tanta profonda partecipazione, che non volli più leggerla, ma meditarla; e non solo il venerdì, ma ogni giorno la volevo pensare per un certo spazio di tempo… Ed era tanto il dono delle devote lacrime che Dio mi dava, che molte volte desideravo poter recitare una corona senza piangere... Alla fine della mia lunga, devota, commossa preghiera, quando volevo smettere e allontanarmi da Dio, l’anima mia era rapita in una certa tranquillità e pace, che io stessa non so descrivere (Autobiografia, cap. IV).
O dolce Gesù mio, se sono tanto belle le opere delle tue mani, che sarà allora il tuo volto splendente? Mostrati a me, lasciati vedere, Signore mio benigno! Perché mi fai tanto spasimare? Tu solo sei la mia vita, la mia speranza, tutto l’amore del cuore e dell’anima mia. Perché mi celi, perché mi nascondi la tua santissima faccia? (Autobiografia, cap. X).
Preghiamo
Onnipotente e sommo Dio, che sei il bene, tutto il bene, ogni bene, che solo sei buono, fa’ che noi ti rendiamo ogni lode, ogni gloria, ogni grazia, ogni onore, ogni benedizione e tutti i beni (FF 265).

Stazione VII
Gesù cade la seconda volta
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.
Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada: il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti (Is 53, 4-6).
Ancora un altro sviscerato e intenso dolore mi affliggeva continuamente e mi feriva il cuore. Era come un coltello con tre punte acutissime e velenose che continuamente trapassava come una saetta e torturava il mio cuore amareggiato come la mirra: cioè la perfidia e ingratitudine del mio amato discepolo Giuda, iniquo traditore, la durezza e perversa ingratitudine del mio eletto e prediletto popolo giudaico, la cecità e maligna ingratitudine di tutte le creature che furono, sono e saranno (I Dolori mentali, cap. VI).
Signore mio benigno, come potrò ringraziarti per ciò che hai sofferto per me che ti ho trattato mille volte peggio di Giuda? A lui hai perdonato i peccati, a me pure per tua pietà e grazia hai perdonato tutti i peccati, come se non li avessi mai fatti... O Gesù mio, io ti ho venduto e tradito non una volta, come lui, ma mille e infinite volte. O mio Dio, sai bene che peggio di
Giuda io ti ho tradito col bacio quando, anche sotto parvenza di amicizia spirituale, ti ho abbandonato e mi sono accostata ai lacci della morte (I Dolori mentali, cap. VIII).
Preghiamo
Santissimo Padre nostro, rimetti a noi i nostri debiti, per la tua ineffabile misericordia, in virtù della passione del Figlio tuo e per l’intercessione e i meriti della beatissima vergine Maria e di tutti i santi (FF 266. 272).

Stazione VIII
Gesù incontra le donne di Gerusalemme
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.
Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli...Perché, se si tratta così il legno verde, cosa avverrà del legno secco?” (Lc 23, 27-28. 31).
Se mai tu non dovessi peccare più, se facessi tu sola più penitenza di quanta ne fecero tutti i santi insieme, se versassi tante lacrime da formare possibilmente un nuovo mare, se anche patissi tutte le pene che si possono patire, tutto ciò non sarebbe sufficiente a ringraziarmi del più piccolo dono che ti ho fatto (I Ricordi di Gesù).
Ti ringrazio, Redentore mio benignissimo, per tutte le vittorie che mi hai dato su tutti i miei nemici, i vizi capitali: tutte le volte che ho vinto, da te solo e per te è venuta la mia vittoria, mentre tutte le volte che ho perso e perdo, è stato ed è per la mia malizia e il poco amore che porto a te, mio desiderato
Dio. Tu, Signore, per grazia sei nato nell’anima mia e mi hai mostrato la via e donato la luce e il lume per giungere a Te, vero paradiso... Ma chi ti ha crocifisso? Io! Chi ti ha flagellato alla colonna? Io! Chi ti ha coronato di spine? Io! Chi ti ha abbeverato di aceto e fiele? Io! Ti dico queste cose perché alla tua luce ho visto la luce, cioè ho capito che molto più ti afflissero e procurarono dolori i peccati mortali che io ho commesso, di quanto allora non ti affliggessero e procurassero dolori le persone che ti inflissero tutti quegli strazi fisici (I Dolori mentali, cap. VIII).
Preghiamo
Santissimo Padre nostro, ciò che non sappiamo pienamente perdonare, fa’ che pienamente perdoniamo, sì che, per amor tuo, si possa veramente amare i nostri nemici e si possa per essi, presso te, devotamente intercedere, cercando di giovare a tutti in te (FF 272-273).

Stazione IX 
Gesù cade la terza volta
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui (Gv 3, 16-17).
Quanto sia più preziosa l’anima del corpo non lo puoi comprendere tu e nessun’altra persona vivente, perché solo io conosco la nobiltà e l’utilità dell’anima e la miseria del corpo, perché solo io ho creato sia l’una che l’altro. Di conseguenza, né tu né altri potete essere veramente capaci di comprendere le mie crudelissime e amare pene. E adesso parlo delle anime dannate... La pena crudele che mi straziava era vedere che le suddette infinite mie membra, cioè tutte le anime dannate, mai, mai e mai più si sarebbero
riunite a me, loro vero Capo... Considera quanto mi sia cara un’anima, se, per riunirne a me una sola, avrei voluto patire infinite volte tutte le pene e moltiplicarle (I Dolori mentali, cap I).10
O seminatore di ogni casto amore, ti dono questa povera anima tutta liquefatta, per tua grazia, dall’amore del suo prossimo, della cui salvezza tu avesti tanta sete sul legno della santa croce. Ora io conosco la tua bontà e comprendo che il più dolce affetto che possiamo darti è il desiderio della salvezza del prossimo. Degnati perciò di ricevere questa povera anima mia, la quale si strugge e si scioglie per lo zelo della salvezza del prossimo, come la cera posta nel fuoco (La Purità del Cuore, cap. XIII).
Preghiamo
Abbi pietà di noi, Signore, perchè confidiamo in te. Ci poniamo pieni di
speranza all’ombra delle tue ali. Sii esaltato, Signore, sopra i cieli e si stenda
la tua gloria su tutta la terra (FF 284).

Stazione X
Gesù è spogliato delle vesti
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.
Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte. Il popolo stava a vedere, i capi invece lo deridevano dicendo: “Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto” (Lc 23, 33-35).
Quando sei offesa, addolorati più per l’offesa fatta a Dio che per la tua pena. Di tutto cuore pregami per l’offensore, perché io lo perdoni e lo liberi dalla pena che merita, perché il tuo prossimo è un tuo membro. Riconosci che tu sei molto più obbligata a coloro che ti fanno del male che a chi ti fa del bene: quelli infatti purificano la tua anima, la fanno bella, graziosa, gradita al mio cospetto... Pensa che tutto è permesso da me per il tuo bene: allora, a chi ti fa soffrire, non imputare alcun peccato (I Ricordi di Gesù).
O Dio amabile, la cui dolcezza non intendono coloro che stanno sempre nel fango della loro negligenza, pensando di avere una vita spirituale, perché hanno abitudini spirituali! Ma non è così. Questo odio di sé è il fondamento della vera perfezione, da cui nell’anima dell’uomo giusto deriva la virtù della pazienza. Comprendo troppo bene, Signore mio, che da me stessa non posso 11avermi in odio, come tu avesti te stesso in quanto uomo: ma con la tua grazia attirami a questa mèta. O buon Gesù, non v’è dubbio che quanto più l’uomo ama te, tanto più ha in odio se stesso (La Purità del Cuore, cap. XIII).
Preghiamo
Il nostro grido sale a te, Signore. Possa la nostra preghiera entrare al tuo
cospetto, non toglierci il tuo aiuto, ma veglia su noi, Dio della nostra salvezza
(FF 285-287).

Stazione XI
Gesù è inchiodato alla croce
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.
C’erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, che lo seguivano e lo servivano, quando era in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme (Mc 15, 40-41).
Che dolore pensi tu che io abbia sostenuto per la pena e l’afflizione della mia diletta discepola e benedetta figliola Maria Maddalena?... Giustamente si dice che dopo la mia amatissima Madre non ci fu persona che più di lei si affliggesse per la mia passione e morte... perché in me erano tutta la sua speranza, tutto il suo amore, pace e consolazione, giacché mi amava senza ordine e misura. Per questo anche il suo dolore fu senza ordine e misura... e se io, somma potenza non l’avessi sostenuta, sarebbe morta… Io portai volentieri nel mio cuore il suo dolore e provai per lei ogni tenerezza... Così vuol essere ogni anima quando mi ama e desidera affettuosamente: non si dà pace né riposa se non in me solo, suo amato Dio (I Dolori mentali, cap. IV).
O buon Gesù, non c’è da meravigliarsi se mi venne il desiderio di entrare dentro il tuo Cuore, perché quando stavo ancora nel mondo, tu mi avevi mostrato che in esso era scritto il mio nome a lettere d’oro. Oh, quanto apparivano belle nel tuo Cuore vermiglio le lettere d’oro grandi e di stile antico: IO TI AMO CAMILLA. Mi mostravi tutto questo, o buon Gesù, perché io mi meravigliavo molto, che tu mi amassi tanto (Autobiografia, cap. XII).12
Preghiamo
Degno è l’Agnello che è stato ucciso, di ricevere la potenza e la divinità e la sapienza e la fortezza e l’onore e la gloria e la benedizione. Lodiamolo ed esaltiamolo in eterno. Amen (FF 264).

Stazione XII
Gesù muore in croce
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.
Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perchè il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Detto questo spirò (Lc 23, 44-46).
Io stetti nudo sulla croce: voglio che tu pure stia nuda sulla croce dalla santa religione, spogliata di ogni amore umano. Io fui confitto con tre chiodi: voglio che tu pure sia inchiodata alla croce con i tre chiodi della povertà, obbedienza e castità... Ricordati la sincera offerta che facesti a Dio: lo volevi servire non per evitare l’inferno e meritare il paradiso, ma solo perché Lui è il Signore che merita di essere servito, amato, lodato da ogni creatura. E tu fa’ così: servilo con tutto l’ardore dell’anima tua fino alla morte (I Ricordi di Gesù).
O dolce Gesù, che dure parole volere che io prenda la croce! Tu, bontà ineffabile, mi vuoi dunque mettere in croce? Non sai quanto io sia debole nel patire? Povera me! Se tu, che sei candore d’eterna luce, vero Dio e vero uomo, il più bello tra i figli degli uomini, così delicato, sei stato posto in croce, io, che sono terra e cenere, resterò libera da questa croce? Tu che non hai commesso peccato sei stato crocifisso per me ed io ricuserò d’essere crocifissa per te? Dammi, o Signore, questa grandezza d’animo e gratitudine: che io desideri con tutto il cuore di patire per te, di essere crocifissa per te,poiché nessuna cosa è più gradita alla tua divinità quanto il giglio di tale desiderio (La Purità del Cuore, cap. V).
Preghiamo
Benedetto sia il Signore, Dio di Israele, che ha redento le anime dei suoi 13servi con il suo preziosissimo sangue; non verranno mai meno coloro che in Lui sperano. E lo sappiamo che viene, viene a giudicare la giustizia (FF 287).

Stazione XIII
Gesù è deposto dalla croce nelle braccia di sua Madre
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.
Venuta ormai la sera, poiché era la Parascéve cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d’Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato e chiese il corpo dì Gesù. Pilato concesse la salma a Giuseppe. Allora egli, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia (Mc 15, 42-46).
L’anima mia fu rapita nella contemplazione del mistero della deposizione di Gesù dalla croce nelle materne, desolate braccia della sua afflitta Madre. Ero resa presente e perciò sentivo il pianto dolce e dolente dell’addolorata Madre, sentivo l’innamorata discepola Maddalena gridare forte e accorata: “Maestro mio!”; sentivo il diletto discepolo Giovanni piangere amaramente, gemendo sommessamente: “Padre, fratello, maestro mio!”; e i lamenti delle pie donne,… Quando si facevano più forti i pianti della gloriosa Vergine, io non sentivo più niente di questo mondo; allora mi pareva che l’anima mia fosse quasi separata dal corpo, mentre i miei occhi gettavano qualche lacrima, quando sentivo quello che si diceva e faceva intorno a me (Autobiografia, cap. XII).
O sommo ed amabile mio bene, o vita perpetua, o pace che superi ogni sentimento, o inesplicabile dolcezza, o carità indicibile. O sposo, del quale sono indegna, o Padre non meritato da un’anima tanto misera, chi potrà darmi forza e potenza di morire per te? (La Purità del Cuore, cap. XI).
Preghiamo
Ti saluto, signora santa, regina santissima, Madre di Dio, Maria, che sempre sei vergine. Ti saluto, suo palazzo. Ti saluto, sua tenda. Ti saluto, sua casa. Ti saluto, sua veste. Ti saluto, sua ancella. Ti saluto, sua Madre (FF 259).

Stazione XIV
Gesù è deposto nel sepolcro
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.
Nel luogo dove era stato crocifisso Gesù, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parasceve dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù (Gv 19, 41-42).
Vidi l’amore sviscerato e immenso come il mare, senza limite e misura, che Dio porta alla creatura, che quando tornai in me, non mi potevo trattenere dal ripetere: “O pazzia! O pazzia!”. Nessun vocabolo mi pareva più vero e conveniente a tanto amore (Autobiografia, cap. XV).
O amore che non hai pari, o amore ebbro, quanto s’abbassa tanta maestà, come diventa insipiente tanta sapienza! O Padre eterno, chi sei tu e chi sono io? Non sei tu la fonte d’ogni perfezione, il sommo bene d’ogni creatura, ed io sono un niente? Non sei tu tutto amore e carità ed io tutta odio? Non sei tu un lume inestinguibile ed io un’oscurità? Non sei tu una somma pace benefica, più alta d’ogni dolcezza ed io guerra, inquietudine e disturbo?...
Perché hai tanto amato me? Che cosa hai trovato in me, da dedicare così teneramente quel tuo cuore benigno all’amore mio?... Chi sono io, se non una pecorella smarrita fra le spine dei peccati? E cos’è l’amore che ti porto, dolce Signore mio, se non un odio fastidioso? Che cosa sono le mie lodi, se non bestemmie? Che sono queste mie opere, che al cospetto degli uomini sembrano virtù, se non un panno imbrattato? O Dio, al cui cospetto non sono pure le stelle del mattino, che trovasti difetti anche negli angeli, al cospetto del quale nessun uomo vivente sarà giustificalo per propria virtù: scacciami, Signore, da te, perché è cosa troppo indegna che io stia con te! (La Purità del Cuore, cap. XII).
Preghiamo
Gridiamo a te, Signore, la nostra esultanza. Ti offriamo la gloria e l’onore insieme ai nostri corpi. Donaci di seguire fino alla fine i tuoi santi comandamenti, portando ogni giorno la tua santa croce (FF 288).

Stazione XV 
Gesù è risorto dalla morte
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.
Se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi... Ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi (Rm 8, 10-11. 18). 
Rimase nell’anima mia un fuoco tanto grande, che ardisco dire con somma verità che l’anima mia fu così realmente infiammata ed arsa da questo fuoco immateriale, come nel fuoco materiale avvampa e brucia ogni cosa. Tale fuoco era un desiderio di uscire dal carcere di questo corpo per essere con
Cristo. E questo desiderio era talmente senz’ordine e misura, che ti dirò una cosa che forse non mi crederai, ma Dio sa se dico il vero: era tanto cocente e infiammato, che restare nel corpo mi pareva provare pene d’inferno. Anzi mi parevano refrigerio le pene dell’inferno rispetto alla pena che io sentivo.
Mai più vorrei provarla, eccetto quando dovessi morire; perché morendo con quella bramosia, la morte non sarebbe più morte, ma un andare a nozze al suono dell’organo (Autobiografia, cap. XVI).
Signore mio, non merito che tu sia con me, né che tu mi doni questa dolcezza. Donala, Signore ai tuoi santi angeli. Essendo io così meschina, in questa miseria non devo avere per me il Re della gloria. Signore mio, basta che io ti abbia in cielo; non ti voglio, Signore, in questa valle di lacrime, in questa
infermità e miseria grande, ma nella gloria dei santi (La Purità del Cuore, cap. XII).
Preghiamo
Ti benediciamo, Signore Iddio vivo e vero, e ti rendiamo la lode, la gloria, l’onore e ogni bene per sempre. Amen. Amen. Fiat. Fiat (FF 282).
Preghiera finale
O Dio, Padre onnipotente, che ci hai dato il tuo unico Figlio come prezzo della nostra salvezza, fa’ che vivendo in comunione con le sue sofferenze, partecipiamo un giorno alla gloria della sua Risurrezione. Egli è Dio e vive e regna con Te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.