“Ai piedi di Gesù
con la Beata Camilla Battista da Varano”
Canto di esposizione
Tutta l’umanità trepidi, l’universo intero tremi e il cielo esulti,
quando sull’altare, nella mano del sacerdote, è presente Cristo,
il Figlio del Dio vivo.
O ammirabile altezza e stupenda degnazione!
O umiltà sublime!
O sublimità umile, che il Signore dell’universo, Dio e Figlio di Dio,
si umili a tal punto da nascondersi, per la nostra salvezza,
sotto poca apparenza di pane!
Guida: Il grido solenne e appassionato di Francesco d’Assisi ci immerge nello stupore adorante e riconoscente che il dono dell’Eucarestia suscita nel cuore e ci introduce a questo momento di preghiera in cui desideriamo sostare di fronte alla presenza reale del Signore Gesù.
Ci accompagna la Beata Camilla Battista da Varano: nel suo scrivere caldo e vibrante possiamo trovare una testimonianza preziosa di fede cristiana e di vita contemplativa. La nostra preghiera sarà guidata dalle sue parole, in un viaggio che ci condurrà al cuore della vita clariana: quel quotidiano e incessante stare ai piedi di Gesù Cristo povero e crocifisso, in una vita che profuma di vangelo e mostra al mondo che solo Dio basta e che solo Lui riempie la vita di senso e di gioia.
“Con il capo chino sino a terra, domandai grazia alla divina Maestà che mi
collocasse perpetuamente, finché fossi vissuta, e senza intervalli ai clementissimi
piedi del suo Figlio crocifisso...
Vidi l’amore immenso come il mare e tanto sviscerato senza limite e misura
che Dio porta alla creatura, che quando tornai in me, non mi potevo trattenere
dal ripetere: “O pazzia! o pazzia!”. Nessun vocabolo mi pareva più vero e
conveniente a tanto amore...
O piedi crocifissi, o sola unica speranza dell’anima mia, come è possibile vivere
senza voi, che eravate la vita, il cuore, il tesoro dell’anima mia?
O piedi, per i quali tutti i piedi mi piaceva vedere, toccare, abbracciare e baciare!
O piedi dolcissimi! O piedi pietosi! O piedi clementissimi!”
Guida: In queste parole piene di passione e slancio risuona non solo l’esperienza mistica, ma anche la scelta di fondo di Camilla Battista da Varano e l’immagine più eloquente della vita contemplativa clariana: umile e amante esistenza vissuta ai piedi del Crocifisso, per contemplare l’amore immenso di Dio nel dono supremo di Colui che, origine di ogni bene, dona se stesso nel corpo spezzato e nel sangue versato. La Beata Camilla Battista non ha desiderato altro che conoscere, gustare e condividere questo dono immenso che le ha riempito il cuore di stupore e gratitudine. Alla medesima esperienza anela il nostro cuore: esprimiamo la sete inestinguibile che lo abita, il grido e il desiderio che salgono dalle sue profondità, ai quali solo l’amore e la Parola di Gesù Cristo possono rispondere.
(Il salmo è proclamato da un solista; l’assemblea ripete il ritornello, tratto dagli scritti della Beata Camilla Battista)
Rit: Mostrati a me, Signore mio benigno!
Tu solo sei la mia vita, la mia speranza,
tutto l’amore del cuore e dell’anima mia.
O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia, desidera te la mia carne,
in terra arida, assetata, senz’acqua. Rit.
Così nel santuario ti ho contemplato,
guardando la tua potenza e la tua gloria.
Poiché il tuo amore vale più della vita,
le mie labbra canteranno la tua lode. Rit.
Così ti benedirò per tutta la vita,
nel tuo nome alzerò le mie mani.
Come saziato dai cibi migliori,
con labbra gioiose ti loderà la mia bocca. Rit.
Quando nel mio letto di te mi ricordo e penso a te nelle veglie notturne,
a te che sei stato il mio aiuto, esulto di gioia all’ombra delle tue ali.
A Te si stringe l’anima mia:
la tua destra mi sostiene. Rit.
Silenzio
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10, 38-42)
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: “Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”.
Ma il Signore le rispose: “Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta”.
Silenzio
Canto
Ai piedi di Gesù
per ascoltare la sua Parola
Guida: Il brano evangelico ascoltato ci consegna la figura di Maria di Betania e il suo ascolto appassionato della Parola: il suo sostare fedele e tenace ai piedi di Gesù si è pienamente realizzato nella vita e nell’esperienza della Beata Camilla Battista.
Ascoltiamo un passo dell’Autobiografia in cui emerge la caratteristica fondamentale del rapporto della beata con la Parola di Dio: il coinvolgersi totale della sua persona con il vangelo. Di fronte alla Parola di Dio, il desiderio di Camilla Battista è quello di una condivisione totale, di entrare nel vangelo, cioè di immedesimarsi nei personaggi del brano, chiedendo al Signore che le faccia sentire e vivere ciò che loro hanno vissuto.
Nelle parole di Camilla Battista risuona l’eco della preghiera di Francesco a La Verna:
O Signore mio Gesù Cristo, due grazie ti chiedo: la prima, che io senta,
quanto è possibile, quel dolore che tu, dolce Gesù, sostenesti nell’ora della tua
acerbissima passione; la seconda sì è ch’io senta nel cuore mio, quanto è possibile,
quello eccessivo amore del quale tu eri acceso a sostenere volentieri tanta passione
per noi peccatori.
Camilla Battista ci insegna a stare ai piedi di Gesù per ascoltare da Lui ogni giorno una Parola che plasma e trasforma il cuore; ci invita a sentire il Vangelo come realtà viva che ci tocca e ci raggiunge, come una storia sempre attuale in cui si è coinvolti appassionatamente. Ecco l’ascolto autentico: si tratta di sentire nel cuore, di partecipare con la totalità di se stessi, di condividere attraverso una vita conforme al Vangelo.
Dall’“Autobiografia” della Beata Camilla Battista da Varano
Questo pazientissimo e sapientissimo Dio, vedendo la durezza e l’ostinazione del mio cuore, deliberò di ammorbidirlo per altra via.
La vigilia dell’Annunciazione il predicatore, frate Francesco da Urbino, parlò dell’amore divino che aveva provato la Vergine Maria al momento
dell’Annunciazione. Egli parlava con tanto fervore e affetto da sembrare un Serafino e affermò che vi era più dolcezza in una scintilla di quell’amore che
la Vergine allora sentì, che in tutti gli amori del mondo messi insieme.
Appena terminata quella predica mi inginocchiai davanti all’altare e feci voto alla Vergine Maria di conservare immacolati tutti i sentimenti miei, finché Dio non avesse disposto di me altrimenti. Ma con questo patto: che Dio mi avesse fatto provare almeno una scintilla di quell’amore che Maria aveva sentito in quel giorno.
In tali suppliche perseveravo giorno e notte con molto fervore e desiderio.
Silenzio
Canto
Ai piedi di Gesù
per condividere la sua passione
Guida: Camilla Battista da Varano vive il suo stare ai piedi di Gesù contemplando il mistero che è stato il centro della sua esistenza: la passione del Signore nostro Gesù Cristo. È ai piedi della croce che la beata ha vissuto tutta la vita, con la medesima forza e fedeltà di Maria e delle donne di cui parlano i vangeli, tra le quali predilige come riferimento e modello la figura di Maria Maddalena. A lei dedica il brano che ora ascolteremo: la beata ci offre in Maria Maddalena il modello dell’amore smisurato che condivide il dolore dell’Amato crocifisso e abbandonato, dell’Amato non amato.
Camilla Battista ci indica la continua meditazione della Passione di Gesù come guida alla scoperta della pienezza dell’amore e si specchia in Maria Maddalena, la discepola che, più di ogni altro, insegna la comunione totale dell’amore e del dolore, il perdersi nel cuore di Colui che sulla croce ci ha
amato senza misura e si è donato per la nostra salvezza.
Da “I Dolori mentali” della Beata Camilla Battista da Varano
(Lettura intervallata dal ritornello: un canone di taizè o un canto)
“La mia perfezione, di me che sono il Maestro che ama, e l’affetto e la bontà di lei, discepola amata, non possono essere compresi se non da me.
Qualche cosa ne potrebbe comprendere chi ha fatto esperienza dell’amore santo e spirituale, amando e sentendosi amato; mai però in quella misura,
perché non esiste un tale Maestro e neppure una tale discepola, poiché di Maddalena non ne fu né sarà mai altra che ella sola. Rit.
Giustamente si dice che dopo la mia amatissima Madre non ci fu persona che più di lei si affliggesse per la mia passione e morte. Se un altro si fosse
afflitto più di lei, dopo la mia risurrezione io sarei apparso a lui prima che a lei; ma poiché dopo la mia benedetta Madre fu lei più afflitta e non altri, così
dopo la mia dolcissima Madre fu lei la prima ad essere consolata. Rit.
Sicché, per quanto il mio amato fratello Giovanni abbia provato dolore e sofferenza per la mia passione e morte più di tutti gli altri discepoli, non pensare che abbia superato l’innamorata Maddalena. Infatti quando mi vide spirare, parve a lei che le venissero a mancare il cielo e la terra, perché in me erano tutta la sua speranza, tutto il suo amore, pace e consolazione, giacché mi amava senza ordine e misura. Per questo anche il suo dolore fu senza ordine e misura. E potendolo conoscere solo io, lo portai volentieri nel mio cuore e provai per lei ogni tenerezza che per santo e spirituale amore si può provare e sentire, perché mi amava svisceratamente. Rit.
E osserva che gli altri discepoli dopo la mia morte ritornarono alle reti che avevano abbandonato, perché non erano ancora del tutto staccati dalle cose materiali come invece questa santa peccatrice. Lei invece non ritornò alla vita mondana e scorretta; anzi, tutta infuocata bruciante di santo desiderio, non potendo più sperare di vedermi vivo, mi cercava morto, convinta che nessun’altra cosa poteva ormai piacerle o soddisfarla se non io suo caro
Maestro,vivo o morto che fossi. Così vuol essere ogni anima quando mi ama e desidera affettuosamente: non si dà pace né riposa se non in me solo, suo amato Dio. Rit.
Fu tanto il dolore di questa mia benedetta cara discepola che, se io somma potenza non l’avessi sostenuta, sarebbe morta. Questo suo dolore
si ripercuoteva nel mio appassionato cuore, perciò fui molto afflitto ed angustiato per lei. Ma non permisi che lei venisse meno nel suo dolore, dato che di lei volevo fare ciò che poi feci, cioè apostola degli apostoli per annunziare loro la verità della mia trionfale risurrezione, come essi poi fecero
a tutto il mondo. La volevo fare e la feci specchio, esempio, modello di tutta la beatissima vita contemplativa. Rit.
Silenzio
Ai piedi di Gesù
per spandere il suo profumo
Guida: Il corpo donato e il sangue versato di Gesù Cristo sono l’espressione suprema dell’amore di un Dio solidale con la condizione umana fino alla
morte, ma sono anche il modello della risposta umana all’amore. La croce insegna a rispondere all’amore vivendo secondo la logica del dono, secondo la logica dell’amore che vince la morte. Lo stare ai piedi della croce, allora, non è gesto rassegnato e passivo, ma è partecipazione alla fecondità
dell’amore, testimonianza della vita che scaturisce dalla morte.
Vivere ai piedi di Gesù diventa il modo di diffondere l’annuncio evangelico, si identifica con il desiderio di rispondere all’amore di Dio attraverso un
quotidiano spezzarsi e donarsi che trova in Cristo crocifisso il suo modello e la sua forza.
Stare ai piedi di Gesù significa allora per Camilla Battista assumere lo slancio e la gratitudine generosa di Maria di Betania: l’evangelista Giovanni ci
racconta che “prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso,
ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì
dell’aroma di quel profumo”.
La vita di Camilla Battista, come ogni vita contemplativa, ricolma la storia del profumo di un’esistenza versata ai piedi di Gesù, persa nella contemplazione del suo mistero e nel farsi voce di ogni creatura: ogni vita autenticamente cristiana spande nel mondo il profumo di un’esistenza conquistata dall’amore di Cristo e segnata dall’impeto della gratitudine.
Esprimiamo con un gesto il nostro desiderio di essere con la nostra vita profumo dell’amore di Cristo: durante il canto, ciascuno di noi si recherà
all’altare e offrirà un granellino di incenso, segno della nostra preghiera che sale a Dio, segno dell’offerta della totalità di noi stessi a Colui che ci ha amato e ha dato se stesso per noi.
Il gesto è introdotto da un testo della Beata Camilla Battista e seguito da uno spazio di silenzio in cui ognuno può esprimere un’intenzione di preghiera.
Allentai la briglia all’amore che il mio cuore con grande fatica per anni aveva
trattenuto con forza per paura dell’onore mondano e col freno della discrezione.
Lo lasciai andare impetuosamente e furiosamente e lo effusi tutto sul mio
dolcissimo Sposo Cristo Gesù benedetto. Così lo chiamavo perché così nell’anima
mi si mostrava e si concedeva; talvolta in forma di benignissimo padre, talvolta
con tanta familiarità e dimestichezza che pareva un carissimo amico e compagno,
ma il più delle volte in forma di dolcissimo Sposo. Quando Dio in forma di Sposo
si comunica all’anima pellegrina, io credo - per quella poca esperienza che ho
avuto - che questo sia il più dolce e soave gusto che Dio le possa comunicare o
donare in questa vita mortale.
Canto che accompagna il gesto dell’offerta dell’incenso
Preghiere spontanee...
Guida: Poniamo tutti i desideri e le invocazioni del cuore nelle mani del Padre delle misericordie, affidandoci a Lui attraverso la preghiera che il Signore Gesù ci ha insegnato: Padre nostro...
Orazione (dagli scritti della Beata Camilla Battista)
Dio benignissimo, sapientissimo e clementissimo, verità amabile, che non giudichi secondo l’aspetto esterno, ma secondo il cuore, guardando col tuo occhio santo ed amabile l’affetto interiore: noi ti glorifichiamo, umiliandoci col cuore pentito sotto i tuoi clementissimi piedi crocifissi, ai quali sia onore,
lode, gloria da noi e da ogni altra tua vilissima creatura, ora e sempre nei secoli dei secoli.
Tutti: Amen.
Benedizione
Reposizione e canto finale