martedì 12 novembre 2013

A 1100 km da casa

E' arrivato il momento di parlare del mio pellegrinaggio a Medjugorje.
Anticipo subito che, fino all'ultimo momento, sia io che Anna (mia sorella) non pensavamo che saremmo riuscite a partire. Questo per vari motivi: per i nostri figli, che si ammalano in continuazione nel periodo invernale; per i problemi di lavoro dei nostri mariti e per i nostri genitori, ormai anziani. 
Ci aspettavamo che succedesse qualcosa da un momento all'altro che ci impedisse di allontanarci da casa. 
E invece tutto andò liscio come l'olio.
Lo dicevo ad Anna: - "Se la Madonna vuole che andiamo da Lei, cosa ci potrà fermare?".
Per la prima volta negli ultimi 10 anni stavo facendo qualcosa per me. 
Siamo partite con un viaggio organizzato da medjugorjegenova.it, il 30 ottobre 2013. 
Ho apprezzato molto Giovanni e Concetta, gli accompagnatori.
Mi è piaciuto il tono basso dell'organizzazione: camere spartane, niente tv, nessun comfort. 
Digiuno il venerdì, (per chi si sentiva di farlo). 
Un vero pellegrinaggio. 



Aggiungo che ho vissuto questa esperienza febbrilmente, selvaggiamente: non mi è sfuggita una parola, né uno sguardo delle veggenti e delle persone che ci hanno illuminato con le loro esperienze durante gli incontri organizzati. Non mi è sfuggita una nuvola, un sasso, una folata di vento, un muover di foglie.
Proprio per questo motivo, anche sforzandomi, non riesco a dare un ordine cronologico agli eventi. 
Ma poco importa.
Comincio col dire che la mattina della partenza fui salutata da un'alba particolarissima: tutto era immerso in un'irreale luce rosa. Vi riconobbi subito un segno di Maria, voleva dirmi che mi stava aspettando.
Il viaggio è stato lunghissimo, anche se abbiamo sostato a Gospić per la notte.
La mattina dopo, sprizzavo gioia da tutti i pori: eravamo vicini alla meta.
Durante il viaggio cominciai a provare una bellissima sensazione, mi sembrava di essere portata in braccio da una mamma.
Anna mi disse: - "Non mi sembra di andare a Medjugorje, mi pare di andare proprio dalla Madonna."
Alla sensazione di tenerezza che avvertivo, si aggiunse anche una sensazione di leggerezza. Avevo l'impressione che il pullman non toccasse terra con le gomme, ma che fossimo trasportati di peso da una decina di angeli. Mi pareva che viaggiassimo sollevati qualche metro da terra.
Verso le 12 arrivammo all'hotel Marinko a Bijakovici.
Andammo subito a vedere la chiesa di San Giacomo. Non so spiegare l'emozione suscitata in me dalle Sante Messe celebrate nel paese prediletto di Maria.
Che funzioni meravigliose, intense, vere! 
Che meraviglia far parte di quella moltitudine che era lì per amore di Gesù e di Maria! 
E che religiosità vera, umile e rispettosa ho riscontrato nella popolazione croata! 
Quante cose stupende ci siamo fatti rubare dal vuoto dei nostri tempi!




Il giorno seguente cominciammo l'odissea delle confessioni. Ci spiegarono che i sacerdoti erano pochi, poiché durante il ponte dei Santi, molti avevano deciso di restare nelle loro parrocchie per le celebrazioni e per la commemorazione dei defunti. Di conseguenza le file davanti ai confessionali erano interminabili!
Una mattina siamo state in piedi 5 ore senza riuscire a confessarci.
In coda, una signora cominciò ad insistere per sapere quale fosse la difficoltà di mia sorella a stare tanto in piedi. Cercai di restare vaga, ma dopo un po' mi arresi alla sua invadenza e risposi.
Un dolore insopportabile mi salì dallo stomaco alla gola. Lacrime calde ai miei occhi.
Certo che so dentro di me che cos'ha, ma ogni volta che lo dico, diventa vero anche per il mondo e ciò mi causa dolore.
Odio la faccia della gente quando lo dico. 
Odio questa malattia. 
Odio il fatto che sia toccata proprio a lei.
Andammo via di lì, sconfitte e sfiduciate. Il dolore mi rimase dentro. 
Le lacrime continuavano a salirmi agli occhi, ma cercai di ributtarle giù. Non potevo piangere davanti ad Anna.
Mi sentivo distrutta, dolorante, sfinita, persa, disperata, a 1100 km da casa.
Nella mia mente, come un mantra: - "Pensavo di trovare il Paradiso e invece ho trovato il Getsemani."


All'improvviso mi si affacciò un'idea alla mente, come un fulmine a ciel sereno...ripensai alla statua del Cristo Risorto che avevo visto il giorno precedente. Mi dissi che se fossi riuscita ad abbracciare quella gamba avrei trovato il Paradiso. Mi misi in coda. Nell'attesa contemplai  i gesti d'amore che gli altri pellegrini dedicavano al mio Gesù, soprattutto da parte delle donne. Da sempre in questa cosa non le batte nessuno. 
Da più di 2000 anni sotto la croce di Gesù ci sono le donne.
Io guardai quel Gesù Risorto, Lo pregai, Lo adorai, Lo amai con tutto il cuore.
Arrivò il mio turno, finalmente. 
Nell'aria c'era un odore particolare, non so dire cosa fosse. 
Passai sulla gamba, ormai dorata, i fazzolettini che avevo comprato. 
Mi vergognai di abbracciare l'arto dal quale fuoriusciva un liquido miracoloso, ma mi resi conto che non ne avevo più bisogno. 
Al contatto con la statua del Cristo fui pervasa da un'infinita dolcezza, una dolcezza che conosco bene, la dolcezza di Gesù. 
Sulla via del ritorno non facevo che ripetere fra me e me: "Che grande grazia!".
Iniziò l'Adorazione Eucaristica. 
Un' Adorazione che ti fa innamorare di Gesù.
Le luci si abbassarono e lo schermo inquadrò la Sacra Ostia esposta...ed ecco la magia.
Gesù mi guardò ed io guardai Gesù. 
Fu subito amore, non un amore sconosciuto e nuovo, un amore più grande, più forte e più folle. 
Fu Paradiso, dolcezza, eternità, promessa e consolazione.
Fui rapita.
- Gesù guarisci Anna.
Rimasi lì a contemplarLo, a viverLo, ad adorarLo.
Non avevo mai provato nulla di simile. 
Il mio Gesù mi aveva consolato, mi aveva abbracciato e mi aveva asciugato le lacrime. 
Mi sentivo estasiata, perfetta, rinata, felice, a 1100 km da casa.
Nei giorni seguenti assistemmo alle testimonianze della radiosa Vicka, della dolce Mirjana e della decisa Marija.
Ascoltammo l'esperienza di tossicodipendenza dei magnifici ragazzi di Suor Elvira.
Apprezzai molto la grandezza e l'umorismo di Suor Kornelia e il suo operato rivolto agli orfani e ai profughi di guerra.
Ebbi la possibilità di arricchirmi umanamente, ebbi il privilegio di vedere da vicino e di conoscere grandi santi del nostro tempo, che ti parlano al cuore ed "hanno parole di vita eterna".
Quella che più mi colpì fu Vicka perché prima di iniziare la preghiera per i malati ci guardò in faccia uno ad uno, ed eravamo in tanti. Dicono che lo faccia anche la Madonna quando appare, ci guarda tutti.
Che meraviglia Maria che guarda tutti in viso e ci benedice!
Non partecipammo alla Via Crucis sul Križevac, perché Anna non se la sentiva ed io rimasi con lei. Ma dopo qualche ora provai un dolore così grande per non esserci andata che decisi che per nessun motivo avrei mancato il Santo Rosario sul Podbrdo.
Qualche giorno dopo cominciai a salire la Collina delle Apparizioni, aiutata da un bastone. 
La salita era ripida e molto sassosa.
- "Ha fatto bene Anna a non venire, non ce l'avrebbe fatta."


Vedendo una signora scalza mi ricordai della mia promessa alla Madonna. 
In un attimo ero scalza anch'io. 
I sassi non facevano male: erano arrotondati dai milioni di pellegrini che erano saliti qui prima di me, durante gli ultimi 32 anni, 32 anni che il Cielo scende sulla terra.
Quanti dolori, quante suppliche, quante sofferenze, quante preghiere sono arrivate su questa collina durante questi 32 anni?
Tutto è iniziato qui, tutto finisce qui.


Il contatto con le pietre era dolce, quasi una carezza. Il terreno invece era ghiacciato. La terra rossa non sporcava i miei piedi.
In cima trovai un meraviglioso Cristo crocifisso e davanti a Lui, la statua della Vergine.
Scendendo passai dalla Croce Blu. 
Solo poche ore prima su quei sassi era apparsa la Madonna!
C'eravamo anche noi, nella piana sottostante. 
Non riuscimmo a vedere Mirjana ma non era importante. 
Fu un'esperienza unica. 
Avevamo preso posto con le nostre seggioline pieghevoli alle 5 e mezza della mattina. 
Era ancora buio. 
L'atmosfera era irreale. 
Cantavamo e pregavamo. 
Poi cominciò la ressa e la magia un po' svanì. 
Avevamo freddo e l'umidità ci entrava nelle ossa. Ma che importanza aveva?
Sapevamo che a momenti la ragazza di Nazareth sarebbe stata lì con noi, la ragazza che aveva risposto "sì" all'arcangelo Gabriele, come avevamo fatto noi, più di 2000 anni dopo, rispondendo al Suo invito.
Credo che chi arriva a Medjugorje abbia ricevuto un invito personale da parte di Maria.

Questo è il messaggio lasciato da Maria il 2 novembre 2013:
"Cari figli, vi invito di nuovo maternamente ad amare, a pregare senza sosta per il dono dell’amore, ad amare il Padre Celeste al di sopra di tutto. Quando amerete Lui, amerete voi stessi ed il vostro prossimo. Queste realtà non possono essere separate. Il Padre Celeste è in ogni uomo, ama ogni uomo e chiama ogni uomo col proprio nome. Perciò, figli miei, attraverso la preghiera ascoltate la volontà del Padre Celeste. Parlate con Lui. Abbiate un rapporto personale col Padre, che renderà ancora più profondo il rapporto tra voi, comunità dei miei figli, dei miei apostoli. Come Madre desidero che, attraverso l’amore verso il Padre Celeste, vi eleviate al di sopra della vanità di questa terra ed aiutiate gli altri a conoscere e ad avvicinarsi gradualmente al Padre Celeste. Figli miei, pregate, pregate, pregate per il dono dell’amore, perché l’amore è mio Figlio. Pregate per i vostri pastori, affinché abbiano sempre amore per voi, come l’ha avuto e l’ha mostrato mio Figlio dando la sua vita per la vostra salvezza. Vi ringrazio."
Andare nel paese della Gospa è stato come ricevere in dono una perla splendente, da incastonare nella metà della mia vita. 
E da quella perla devo ripartire. 
Per me ci sarà un pre-Medjugorje ed un post-Medjugorje.
Ora che sono tornata, le cose del mondo mi sembrano vuote e senza spessore né importanza. 
Mi mancano quelle funzioni e quelle preghiere. 
Ho nostalgia dell'atmosfera di Medjugorje e della tenerezza di Maria. 
Non smetterò, però, di coltivare nel cuore la speranza di poter ritornare un giorno, sotto il manto della Gospa.
Sono radiosa, sono sorridente, sono totalmente in pace, a 0 km da casa.