martedì 22 ottobre 2013

Santa Teresa d'Avila e gli angeli


"Vedevo vicino a me, sul lato sinistro, un angelo con sembianze corporee. Era piccolo e molto bello; con il suo viso appassionato, pareva essere tra i più elevati tra coloro che sembrano incendiati d'amore, che io chiamo Cherubini poiché non mi hanno mai rivelato il loro nome.
Ma vedo chiaramente nel cielo una così grande differenza tra certi angeli e altri, che non saprei nemmeno spiegarla.
Vedevo dunque l'angelo che teneva in mano un lungo dardo in oro, la cui estremità di ferro pareva infuocata. Mi sembrava che lo conficcasse dritto nel mio cuore, fino a giungere alle mie viscere. Quando lo estrasse si sarebbe detto che il ferro le avesse portate via con sé e mi lasciò tutta immersa in un infinito amore verso Dio...
La soavità procuratami da quell'incomparabile tormento è così immensa che l'anima non poteva desiderarne la fine, né accontentarsi di altro all'infuori di Dio. Non è una sofferenza corporale, bensì spirituale.
E' uno scambio d'amore così dolce tra Dio e l'anima, che supplico il Signore di degnarsi, nella sua immensa bontà, di elargirne altrettanto a coloro che presteranno fede alle mie parole."
{Santa Teresa d'Avila}