venerdì 13 giugno 2014

Meditazione sul Paradiso


Sabato
In questo giorno penserai alla gloria dei beati perché da essa il tuo cuore sia indotto al disprezzo del mondo e al desiderio della loro compagnia.
Per comprendere qualcosa di questo bene, devi considerare le cinque cose, che devi bene sapere: l'eccellenza del luogo, la gioia della compagnia, la visione di Dio, la gloria dei corpi e, infine, il compimento di ogni bene che lì si ritrova.
Considera in primo luogo l'eccellenza del luogo e soprattutto la grandezza di ciò che devi ammirare, perché, quando si legge in alcuni autorevoli scrittori che qualsiasi stella del cielo è più grande di tutta la terra e che qualcuna di esse è di così eccezionale grandezza da essere novanta volte più grande di essa, e si alzano gli occhi al cielo e si vede una così grande moltitudine di stelle e tanti spazi vuoti dove potrebbero starcene altrettante e ancora di più, come non sgomentarsi? Come non restare attoniti e smarriti, considerando l'immensità di quel luogo e, ancora di più, quella del sovrano Signore che lo creò?
La sua bellezza non si può spiegare a parole, perché, se in questa valle di lacrime e luogo d'esilio Dio creò cose così mirabili e di tanta bellezza, cosa avrà creato in quel luogo che è trono della sua gloria, palazzo della sua maestà, casa dei suoi eletti e paradiso di ogni diletto?
Oltre all'eccellenza del luogo, pensa alla nobiltà di coloro che vi abitano, il cui numero, la cui santità, le cui ricchezze e bellezze superano ogni umana immaginazione. San Giovanni dice che tanta è la moltitudine degli eletti che nessuno è capace di contarli (Ap 7, 9). 
San Dionigi dice che tanto grande è il numero degli angeli che supera senza confronto quello di tutte le cose materiali che sono sulla terra (Lib. Coelest. Hierarch, 9).
San Tommaso, condividendo questa opinione, dice che, come la grandezza dei cieli supera senza confronto quella della terra, così la moltitudine di quegli spiriti gloriosi supera quella di tutte le cose materiali che sono in questo mondo.
Cosa può esserci dunque di più meraviglioso?
Davvero, questa è una considerazione che, a ben considerarla, basterebbe a lasciare attoniti tutti gli uomini. E se ciascuno di quei beati spiriti (sia pure il minore) è più bello da vedere di tutto questo mondo visibile, cosa sarà mai vedere un così grande numero di spiriti tanto belli e vedere le perfezioni e i compiti di ciascuno di loro?
Lì parlano gli angeli, amministrano gli arcangeli, trionfano i principati, gioiscono le potestà, dominano le dominazioni, risplendono le virtù, folgorano i troni, brillano i cherubini e ardono i serafini e tutti cantano lode a Dio. Se la compagnia dei buoni è così dolce e bella, che sarà mai essere insieme a tanti santi, parlare con gli apostoli, conversare con i profeti, comunicare coi martiri e con tutti gli eletti?
E se è così grande gloria godere della compagnia dei buoni, che cosa sarà godere della compagnia e della presenza di Colui che le stelle del mattino esaltano, della cui bellezza il sole e la luna si stupiscono, davanti al cui merito si inginocchiano gli angeli e tutti i più alti spiriti? Cosa sarà vedere quel bene universale in cui sono tutti i beni e quel mondo nel quale sono contenuti tutti i mondi e Colui che, essendo uno, è tutte le cose e, essendo semplicissimo, abbraccia le perfezioni di tutte? Se tanto grande cosa fa udire e vedere il re Salomone che la regina di Saba disse: "Beati coloro che si trovano innanzi a te e godono della tua sapienza" (I Re 10, 8), cosa sarà vedere quel sommo Salomone, quell'eterna sapienza, quell'infinita grandezza, quell'inestimabile bellezza, quell'immensa bontà e godere di essa per sempre? Questa è la vera gloria dei santi, questo il fine ultimo e il porto dei nostri desideri.
Considera, dopo di ciò, la gloria di corpi che godranno di quelle quattro singolari doti che sono la sottigliezza, la leggerezza, l'incorruttibilità e lo splendore, così grande quest'ultimo che ciascuno di essi risplenderà come il sole nel regno del Padre suo.
Se non più di un sole basta a dar luce e gioia a tutto questo mondo, che effetto produrranno tanti soli che splenderanno in quel luogo?
Che dirò poi di tutti gli altri beni che ci sono? Lì ci sarà salute senza malattia, libertà senza schiavitù, bellezza senza bruttezza, immortalità senza corruzione, abbondanza senza bisogno, pace senza turbamento, sicurezza senza timore, conoscenza senza errore, pienezza senza ripugnanza, gioia senza tristezza, gloria senza ostilità. "Lì sarà, dice sant'Agostino, vera la gloria e nessuno sarà lodato per errore o per lusinga. Lì sarà vero l'onore che non si negherà al degno e non si concederà all'indegno. Lì sarà vera la pace dove non si sarà molestati né da sé né da altri. Il premio della virtù sarà lo stesso che la virtù diede e fu promesso per sua ricompensa, si vedrà in eterno, si amerà senza noia e si loderà senza stanchezza. Lì il luogo è ampio, bello, risplendente, sicuro, la compagnia gradita, il tempo immutabile, non distinto in sera e mattina, ma continuato nell'eternità. Ci sarà un'estate perpetua che la frescura e il soffio dello Spirito Santo faranno sempre fiorire.
Lì tutti sono felici, cantano e lodano il Sommo Datore di ogni cosa per la cui generosità vivono e regnano per sempre. O città celeste, dimora sicura, terra dove si trova tutto ciò che diletta! Popolo senza mormorazioni, prossimo, pacifico e uomini senza nessun assillo'. Oh se questa ferita finisse! Oh se i giorni del mio esilio si concludessero! Quando giungerà quel giorno? Quando verrò al cospetto del mio Dio?” 
(De Civitate Dei, Libro 22, cap. 30)

{Da "Trattato della preghiera e della meditazione" di San Pietro d'Alcántara}