lunedì 16 giugno 2014

Dubbi e chiarimenti

In quel periodo soffrivo e mi sembrava di non gustare Dio, ma di essere quasi abbandonata da lui. Non potevo confessare le mie colpe; da una parte pensavo che forse questo mi capitava a causa della mia superbia e dall’altra vedevo in me così profondamente i miei molti peccati, che mi sembrava di non poterli confessare con la dovuta contrizione, ma di poterli solamente dire con la bocca.
Mi sembrava di non essere in grado di manifestarli. Non potevo neppure lodare Dio né stare in preghiera.
Delle cose di Dio sembrava che mi fosse rimasto solamente il fatto che non ero afflitta tanto quanto meritavo, e ugualmente che non volevo allontanarmi da lui con il peccato per tutti i beni o i mali e i martiri del mondo e acconsentire ad alcun male. In questo modo forte e orribile fui afflitta per quattro settimane e più.

Successivamente mi furono rivolte queste parole divine: «Figlia mia, amata da Dio onnipotente e da tutti i santi del paradiso, Dio ha riposto in te il suo amore e ne ha più per te che per qualsiasi altra donna della valle di Spoleto».
L’anima rispose gridando: «Come posso crederlo, dal momento che sono piena di tribolazioni e mi sembra d’essere stata abbandonata da Dio?». Egli rispose: «Più ti sembra d’essere abbandonata, maggiormente sei amata da Dio e più lui ti è vicino».

{Da "Memoriale di Angela da Foligno}