lunedì 18 novembre 2013

L'eccellenza del Santo Rosario nell'origine e nel nome

ROSA PRIMA
[9] Il Rosario contiene due elementi: l'orazione mentale e l'orazione vocale. La mentale consiste
nella meditazione dei principali misteri della vita, della morte e della gloria di Gesù Cristo e della
sua santissima Madre. La vocale consiste nel dire quindici decine di Ave Maria, ognuna preceduta
da un Pater, meditando e contemplando in pari tempo le quindici principali virtù praticate da Gesù
e da Maria nei quindici misteri del santo Rosario.
Nella prima parte di cinque decine, si onorano e si considerano i cinque misteri gaudiosi; nella
seconda i cinque misteri dolorosi; nella terza i cinque misteri gloriosi. In questo modo il Rosario
risulta composto da preghiere vocali e da meditazione per onorare e imitare i misteri e le virtù della
vita, della passione e morte e della gloria di Gesù Cristo e di Maria.

ROSA SECONDA
[10] Il santo Rosario, essendo sostanzialmente composto della preghiera di Cristo Gesù e della
salutazione angelica - il Pater e l'Ave - e della meditazione dei misteri di Gesù e di Maria, è senza
dubbio la prima e la principale devozione in uso presso i fedeli, dal tempo degli Apostoli e dei
primi discepoli, dì secolo in secolo giunta fino a noi.

[11] Tuttavia, nella forma e nel metodo in cui è recitato attualmente, fu ispirato alla Chiesa e
suggerito dalla Vergine a san Domenico per convertire gli Albigesi e i peccatori, soltanto nel 1214,
nel modo che sto per dire, così come lo riferisce il beato Alano della Rupe nel suo celebre libro De
Dignitate psalterii.
San Domenico, constatando che i peccati degli uomini erano di ostacolo alla conversione degli
Albigesi, si ritirò in una foresta presso Tolosa e vi restò tre giorni e tre notti in continua preghiera e
penitenza. E tali furono i suoi gemiti e i suoi pianti, le sue penitenze a colpi di disciplina per placare
la collera di Dio che cadde svenuto. La Vergine santa, allora gli apparve accompagnata da tre
principesse del cielo e gli disse: “Sai tu, caro Domenico, di quale arma si servì la SS. Trinità per
riformare il mondo?” - “Signora mia - le rispose - voi lo sapete meglio di me: dopo il figliolo vostro
Gesù voi foste lo strumento principale della nostra salvezza”. Ella soggiunse: “Sappi che l'arma più
efficace è stato il Salterio angelico, che è il fondamento della Nuova Alleanza; perciò se tu vuoi
conquistare a Dio quei cuori induriti, predica il mio salterio”.
Il Santo si ritrovò consolato e ardente di zelo per la salvezza di quelle popolazioni, andò nella
cattedrale di Tolosa. Immediatamente le campane, mosse dagli angeli, suonarono a distesa per
radunare gli abitanti. All'inizio della sua predica si scatenò un furioso temporale; il suolo sussultò, il
sole si oscurò, tuoni e lampi continui fecero impallidire e tremare tutto l'uditorio. Il loro spavento
crebbe quando videro una effige della Vergine, esposta in luogo ben visibile, alzare per tre volte le
braccia al cielo e chiedere la vendetta di Dio su di loro qualora non si convertissero e non
ricorressero alla protezione della santa Madre di Dio. Questo prodigio del cielo infuse la più alta
stima per la nuova devozione del Rosario e ne estese la conoscenza.
Il temporale finalmente cessò per le preghiere di san Domenico, che proseguì il discorso spiegando
l'eccellenza del santo Rosario con tanto fervore ed efficacia da indurre quasi tutti gli abitanti di
Tolosa ad abbracciarne la pratica e a rinunciare ai propri errori. In breve tempo si notò nella città un
grande cambiamento di costumi e di vita.

ROSA TERZA
[12] Questo prodigioso stabilirsi del santo Rosario, che ricorda un poco. il modo con cui Dio
promulgo la Legge sul Sinai, mostra con chiarezza l'eccellenza di questa sublime pratica. San
Domenico, ispirato dallo Spirito Santo, istruito dalla Vergine e dalla sua personale esperienza, fin
che visse predicò il Rosario con l'esempio e con la parola, nelle città e nelle campagne, ai grandi e
ai piccoli, ai sapienti ed agli ignoranti ai cattolici ed agli eretici. Il santo Rosario, ch'egli recitava
ogni giorno, era la sua preparazione alla predica e il suo appuntamento dopo la predicazione.  5

[13] Un giorno - ricorreva la festa di san Giovanni Evangelista - il Santo stava in una cappella
dietro l'altare maggiore della cattedrale di Notre-Dame a Parigi e recitava il santo Rosario per
prepararsi a predicare. La Vergine gli apparve e disse: “Domenico, la predica che, hai preparato è
buona, ma molto migliore è questa che ti presento”. San Domenico riceve dalle mani di lei il libro
in cui è scritto il discorso, lo legge, lo gusta, lo fa suo e ringrazia la Vergine santa. All'ora della
predica sale sul pulpito e, dopo aver detto in lode di san Giovanni Evangelista soltanto ch'egli aveva
meritato di essere il custode della Regina del cielo, dichiara all'illustre uditorio dei grandi e dei
dottori abituati a discorsi singolari e forbiti, che avrebbe continuato non con le dotte parole della
sapienza umana, ma con la semplicità e la forza dello Spirito Santo. E li intrattenne sul Rosario,
spiegando loro, parola per parola come avrebbe fatto parlando a fanciulli, il Saluto angelico,
servendosi dei pensieri e degli argomenti molto semplici letti sul foglio che gli era stato consegnato
dalla Madonna.



[14] Il fatto è stato tolto, almeno in parte, dal libro del beato Alano della Rupe: De Dignitate
Psalterii, e così riferito dal Cartagena: Il beato Alano afferma che san Domenico gli disse un giorno
in una rivelazione: “Figlio mio, tu predichi, e sta, bene; ma perché tu non abbia a ricercare la lode
umana più che la salvezza delle anime, ascolta quanto mi accadde a Parigi. Dovevo predicare
nella grande chiesa dedicata alla beata Vergine Maria e volevo parlare in modo ingegnoso, non
per orgoglio ma per riguardo alla qualità elettissirna degli uditori. Mentre pregavo, come ero
solito per un'ora circa prima del discorso, recitando il Rosario, fui rapito in estasi: vidi la divina
Madre, mia amica, porgermi - un libretto e dirmi: "Domenico, per quanto sia ben fatto il discorso
che conti di tenere, io te ne porto uno molto migliore". Tutto lieto prendo, il libro, me lo leggo per
intero e, come ella aveva detto, vi trovo ciò che bisognava predicare. La ringraziai di cuore.
Venuta l'ora di predicare, avevo davanti l'intera Università di Parigi ed un gran numero di signori,
informati o testimoni essi pure, delle meraviglie operate dal Signore per mio mezzo. Salgo
all'ambone. Era la festività di san Giovanni evangelista, ma dell'apostolo io mi limito a dire che
meritò di essere prescelto come custode della Regina del cielo. Poi passai a dire così all'uditorio:
"Signori e Maestri illustri; voi siete abituati ad ascoltare discorsi eleganti ed elevati, però oggi non
voglio rivolgervi le dotte parole della sapienza umana, ma rivelarvi lo Spirito di Dio e la sua
forza"”. E allora, nota Cartagena insieme al beato Alano, S. Domenico, spiegò, con paragoni e
similitudini familiari, la salutazione angelica.

[15] Lo stesso beato Alano della Rupe, come riferisce ancora il Cartagena, racconta di parecchie
altre apparizioni di Nostro Signore e della Vergine Santa a san Domenico per stimolarlo ed
infervorarlo sempre più a predicare il santo Rosario perché il peccato sia distrutto e i peccatori e gli
eretici si convertano. Ad un certo punto il Cartagena scrive: “Il Beato Alano racconta che la
Madonna gli rivelò come suo Figlio Gesù Cristo era apparso a san Domenico, e gli aveva detto:
“Domenico, io mi compiaccio nel constatare che non ti appoggi sulla tua personale sapienza, che
lavori con umiltà alla salvezza delle anime e non cerchi di piacere agli uomini vani. Molti
predicatori, invece, usano fin dal principio tuonare contro i peccati più gravi, ignorando che prima
di somministrare un rimedio disgustoso bisogna disporre il malato a riceverlo e a profittarne. Per
questo devono innanzitutto esortare gli uditori ad amare la preghiera e specialmente il salterio
angelico. Se tutti incominceranno a pregare così, senza dubbio la divina clemenza sarà propizia a
quanti persevereranno. Predica dunque il mio Rosario”.

[16] Ed altrove dice: “Tutti i predicatori, all'inizio del discorso, fanno recitare ai fedeli la
salutazione angelica per ottenere il favore divino. Questa usanza proviene da una rivelazione. fatta
dalla Vergine a san Domenico: "Figlio mio - gli disse - non meravigliarti se non riesci nella tua
predicazione: tu lavori su un terreno non ancora irrigato dalla pioggia. Sappi che quando Dio volle
rinnovare il mondo mandò prima la pioggia, cioè la salutazione angelica: in tal modo il mondo fu
riformato. Nelle tue prediche esorta dunque a recitare il Rosario e raccoglierai grandi frutti per le
anime”. Così fece sempre san Domenico e ciò spiega il pieno successo della sua predicazione".  6

[17] Mi sono permesso di riferire parola per parola questi passi (tradotti dal latino) di buoni autori
per comodità dei predicatori e delle persone istruite che potrebbero mettere in dubbio la
meravigliosa efficacia del santo Rosario.
Finché, sull'esempio di san Domenico, i predicatori propagarono la devozione al Rosario, la pietà
ed il fervore fiorirono negli ordini religiosi fedeli a questa pratica e nel mondo cristiano. Ma da
quando si incominciò a trascurare questo dono venuto dal cielo, si constatò dovunque peccato e
disordine.

ROSA QUARTA
[18] Siccome ogni cosa, anche la più santa, quando dipende soprattutto dalla volontà degli uomini,
è soggetta a mutamento, non bisogna meravigliarsi se la Confraternita del santo Rosario perseverò
nel fervore primitivo solo per lo spazio di circa cento anni dalla sua istituzione; in seguito essa fu
quasi sepolta nell'oblio. All'abbandono del santo Rosario, contribuirono senza dubbio la malizia e
l'invidia del demonio che volle arrestare il corso delle grazie di Dio attirate sul mondo da tale
devozione.
Infatti la giustizia divina colpì tutti i, regni d'Europa, nel 1349, con la più orribile peste che fosse
mai venuta; partita dal Levante si diffuse in Italia, in Germania, in Francia, in Polonia, in Ungheria;
quasi tutti questi paesi furono devastati talmente che di cento uomini appena uno sopravvisse. Nei
tre anni che durò il contagio, le città, le borgate, i villaggi, i monasteri furono quasi completamente
spopolati. A questo flagello di Dio seguirono altri due: l'eresia dei Flagellanti ed il funesto scisma
del 1376.

[19] Quando finalmente, per divina misericordia, queste calamità cessarono, la Vergine Santa
ordinò al Beato Alano della Rupe, illustre dottore e predicatore di fama dell'Ordine di S. Domenico
del convento di Dinan, in Bretagna, di rinnovare l'antica Confraternita del santo Rosario; così, per
disposizione della Vergine, l'onore di ristabilire la nota Confraternita, toccò a un religioso della
stessa provincia dove essa era nata.
Per compiere quest'opera il beato Alano incominciò a lavorare nel 1460, specialmente dopo che
Nostro Signore - come egli stesso riferisce - gli disse, dall'Ostia Santa mentre celebrava la Messa,
per deciderlo a predicare il Rosario: “Ma come, di nuovo tu mi metti in croce?”.
“Che dite mai Signore?”, rispose il beato Alano, spaventato.
“Sì, sono i tuoi peccati che mi crocifiggono - soggiunse Gesù - e preferirei venire crocefisso un'al
tra volta piuttosto che vedere il Padre mio nuovamente offeso dai peccati che hai commesso in
passato. E anche adesso tu mi crocifiggi poiché possiedi la scienza e quanto occorre per predicare
il Rosario della mia Madre e con questo mezzo istruire, tenere lontane dal peccato tante anime in
modo da salvarle ed impedire molti altri mali, ma tu non lo fai e così sei colpevole dei peccati che
si commettono”. Questi tremendi rimproveri decisero il beato Alano a predicare senza posa il
Rosario.

[20] Anche, la Vergine santa, gli disse un giorno per animarlo sempre più a predicare il Rosario:
“Tu sei stato un grande peccatore in gioventù, ma io ottenni da mio Figlio la tua conversione, ho
pregato per te ed avrei perfino desiderato, se ciò fosse stato possibile, di soffrire ogni sorta di pene
per salvarti, perché i peccatori convertiti sono la mia gloria e per renderti degno di predicare
dovunque il mio Rosario”.
S. Domenico svelandogli i grandi frutti ottenuti da lui nelle popolazioni per mezzo di questa bella
devozione gli disse: “Vedi il frutto che ho colto predicando il Rosario? Fatelo anche voi, tu e tutti
quanti amate la Madonna, se volete attirare tutti i popoli alla vera scienza delle virtù per mezzo di
questo eccellente esercizio del Rosario”.
Ecco, in breve, quanto. la storia ci insegna riguardo alla istituzione del santo Rosario per mezzo di
S. Domenico. e al suo ristabilimento per opera del beato Alano della Rupe.

{Il segreto meraviglioso del Santo Rosario - San Luigi Maria Grignion de Montfort}