giovedì 21 novembre 2013

Guarire dal vuoto

Viaggiamo per qualche istante a Gerusalemme. Vicino al Golgota, nel giardino adiacente alla cava di pietre, la tomba del Crocifisso è vuota! La pietra è stata rotolata via e Gesù è lì, splendente di luce e di gloria. La sua bellezza mi affascina, non è di questo mondo. Questa bellezza, la voglio, ne ho bisogno e, come è accaduto a Maria di Magdala quel mattino di Pasqua, una forza scaturisce dal profondo del mio essere e mi porta a stringere Gesù. A parte i demoni che hanno scelto di odiarlo per sempre, nessuno può vedere la bellezza di Gesù senza desiderare la sua stretta.
Mi chiama per nome e mi saluta: "Pace a te!".
Gesù ha appena vinto il peccato e la morte, ha vinto la mia morte, e mi offre la sua vittoria con gioia umile e immensa, è irresistibile! Tuttavia ho un bel cercare di aprirmi a questa pace e desiderare di captarla con tutte le fibre del mio essere, c'è un blocco! Ne ricevo solo una piccola parte! Sembra che il resto non faccia che rimbalzare su di me e ripartire verso Gesù...il mio cuore è forse impermeabile?
Sì, i nostri cuori sono impermeabili! Per anni sono stati accuratamente impermeabilizzati da ogni sorta di trattamenti che permettono loro di resistere non solo alla sottile pioggia bretone, ma anche ai grossi acquazzoni, o addirittura alle tempeste!
Ogni volta che partecipiamo alla Messa, ci troviamo alla presenza di quello stesso Gesù, adorabile, vivo, che ha parlato a Maria di Magdala nel giardino, la mattina di Pasqua. Infatti, quello stesso Gesù discende sull'altare alle parole del sacerdote, che è come un altro Cristo, per vivere di nuovo la sua sofferenza, la sua morte e la sua resurrezione; niente di meno! Quando il sacerdote dice: "La pace del Signore sia sempre con voi!", è Gesù stesso che me lo dice in particolare. Ma il mio cuore dov'è? Dove va a spasso? Perché, uscendo di chiesa, continuo a subire gli stessi conflitti, le stesse tensioni interiori, se Gesù risorto mi ha consegnato tutta la sua pace?! Anche in questo caso c'è un blocco! Perché?
Nel giardino, quel giorno, Gesù ha parlato in ebraico e ha detto Shalom, quindi vorrei sapere che cosa contiene questo pacchetto!
In realtà lo Shalom di Gesù non ha molto a che vedere con l'idea che il nostro mondo si fa della "pace". No, lo Shalom non è l'assenza di conflitti. Non è quel sentimento delizioso di sollievo che proviamo quando i nostri nemici hanno infine sgombrato, i venti contrari hanno smesso di soffiare e le onde aggressive delle nostre tempeste si sono calmate. No, questo non è lo Shalom, ma una semplice tranquillità che può andare in frantumi a ogni momento! I miei nemici possono tornare alla carica, le aggressioni possono riprendere e possono ripresentarsi nuove situazioni difficili...Grazie a Dio lo Shalom di Cristo è completamente diverso: Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi... (Gv 14,27).
Il primo senso della parola Shalom è la "compiutezza" la "pienezza". Se sono completo in me stesso, intero e colmato, allora ho lo Shalom. 
Quando chiedo una camera per la notte in un albergo e il gestore mi risponde: "Mi dispiace siamo al completo", posso dire che quell'albergo ha lo Shalom. Non ha una camera libera, non ci sono vuoti. Il contrario dello Shalom non è la guerra, è uil vuoto - certo, il vuoto attira la guerra! Quando l'angelo Gabriele dichiara Maria "piena di grazia", dichiara che lei ha lo Shalom nella sua perfezione: nessun vuoto in lei che non sia occupato da Dio.
Ma duemila anni dopo quando appare a Medjugorje come Madre e Regina della Pace, ci dice: "Cari figli, avete dei vuoti in voi stessi! Non conservati questi vuoti! Poiché Satana si aggira e vuole riempirli. Cari figli, riempite questi vuoti con la preghiera".
La Regina della Pace viene a Medjugorje per riempirci dal vuoto! Sa che il vuoto è una toruta per il cuore umano. Oggi perché tanti giovani si volgono verso la droga o l'alcool? Perché certuni vanno da un partner all'altro, sacrificando così il dono prezioso della loro sessualità sull'altare della perversione? Perché incollano alle orecchie quelle musiche martellanti che spingono le loro coscienze incerte verso mondi fittizi? La risposta è chiara: non sopportano la tortura del vuoto interiore e sono pronti ad aggrapparsi a qualunque mezzo per dimenticare, anche un solo istante, che sono vuoti! Vuoti di speranza, vuoti di amore, vuoti di direzione per il futuro, incastrati in un materialismo senza via d'uscita apparente. Chi non afferrerebbe al volo la piccola scappatoia che si presenta, anche se reca la scritta: "Attenzione, pericolo mortale!". Fra la tortura del vuoto e la morte, certuni scelgono la morte.
Essi devono sapere che la Madre di Dio viene a Medjugorje innanzitutto per i giovani. Ha scelto sei giovani del villaggio per guarirli dal vuoto! Rivela loro che per colmarli il Creatore fa un regalo sontuoso: niente di meno che se stesso!
"Non dimenticate, cari figli, che Dio si dà a voi nella sua pienezza!"
Sant'Agostino ha una bella formula: siamo capax Dei, capaci di Dio. Il Creatore ci ha modellati in modo tale che siamo capaci di contenere lui, Dio, in tutte le sue dimensioni! O abisso vertiginoso dell'anima umana!
L'espressione ebraica: Dio creò l'uomo a sua immagine (Gen 1,27) è difficile da rendere bene, si tratta più di un'idea di forma che di immagine - abbiamo la "forma" di Dio. Ma con che cosa riempiamo i nostri cuori così immensamente vasti? Una piccola soddisfazione a sinistra, un piccolo piacere a destra? Cibi effimeri che, quando si esauriscono, provocano in noi una nuova scarica di angoscia? La nostra vocazione è il Cielo, il nostro desiderio più inevitabile è essere riempiti, essere traboccanti!

Passare dall'angoscia allo Shalom

Ecco alcuni esempi che riflettono certi nostri atteggiamenti: "Sono un -bravo cattolico-, vado a Messa tutte le domeniche, ma non ho la pace! Al contrario sono tormentato. Mi preoccupa la mia salute! Avanzo negli anni e se c'è una cosa che detesto è la malattia. Non mi voglio ammalare! L'idea di soffrire mi ripugna, non voglio né soffrire, né restare inchiodato a letto, né perdere il lavoro, né essere umiliato da certe cure...in breve vado a consultare il medico ogni otto giorni per accertarmi che il mio organismo non mi stia preparando una brutta sorpresa...".
Quest'uomo, per quanto apparentemente sia un "bravo cattolico", in realtà si come un pagano che non conosce Dio e soffre per il vuoto. Ha dimenticato il giorno del suo Battesimo, in cui è divenuto figlio di Dio, erede di Dio. Quel giorno ha acquisito una ricchezza immensa, perché facendo ormai parte della famiglia di Dio, tutto quello che è di Dio è suo: "Comunione dei beni"...Allo stesso modo, tutto quello che è suo è di Dio. Il suo corpo è di Dio, allora se il suo corpo si ammala, non è un suo problema, è un problema di Dio!
Ma il nostro amico non vive veramente il suo Battesimo, in modo inconscio si è scollegato alla famiglia, ha recuperato la sua puntata! Tiene la sua sorte tra le mani e la stringe con tutte le forze. Dicendo: "E' il mio corpo, la mia salute, è la mia vita e sono io che decido..." ha respinto Dio - senza nemmeno rendersene conto - al di fuori delle sue frontiere e ha creato lui stesso il vuoto. Nella sua umiltà Dio non si impone quando non è invitato, e il nostro amico lo ha licenziato:
"E' la mia vita, la mia salute, allora Signore, per favore, non toccarla!".
Proprio qui si trova la grande trappola, tanto più efficace in quanto è inconscia. Il nostro amico crede di rassicurarsi stringendo la sua vita nelle mani, mentre accade il contrario, si svuota! Dio non è il benvenuto in lui, e siccome dove non c'è Dio, non c'è nemmeno la luce, il nostro amico apre la porta alle tenebre. E chi lavora nelle tenebre? Chi ha bisogno delle tenebre per operare, per paura che le sue opere siano scoperte? Lo sappiamo!
Nel nostro amico, il maligno e i suoi angeli hanno i loro piccoli ingressi e si dilettano di questo grande vuoto buio; un terreni di sogno per agire! Allora, corrodono questo pover'uomo dall'interno, lo rosicchiano senza pietà e il nostro amico si stupirà di sentirsi male. Si agiterà, si impaurirà davanti a questi tormenti senza fondamento che dilaniano lo stomaco...Per dimenticarli, cerca di distrarsi. Ma non è del tutto sciocco: sa che, passata la distrazione, dovrà ritornare in quel brutto albergo che è il suo cuore vuoto, privo di pace...
A questo stadio cruciale che colpisce gran parte della popolazione, che fa la fortuna dei venditori di ansiolitici, come dei chiromanti, che cosa ci dice la Regina della Pace?
"Cari figli, vi invito all'abbandono totale a Dio! Pregate figlioli, perché Satana non vi faccia agitare come rami al vento. Siate forti in Dio...Non siate angosciati e preoccupati. Dio vi aiuterà e vi mostrerà la strada..." (25.5.1988) 
Il nostro amico ha un mezzo sicuro per trovare infine la pace: è il moto dell'abbandono. Come tutti i mezzi proposti da Gesù e da sua Madre, è allo stesso tempo semplice ed esigente. Invece di aggrapparsi alla salute e alla vita fisica, il nostro amico "mollerà la presa" e si abbandonerà tra le mani di Dio. Il modo di procedere è semplice da capire, un bambino sa cosa significa dare qualcosa a suo padre. Ma è esigente perché il nostro amico dovrà cambiare atteggiamento e dire: "Signore, siccome sono battezzato e tui appartengo, il mio corpo è tuo. Disponine come tu desideri. Quanto a me, lo scopo della mia vita è glorificarti. Se vuoi che ti renda gloria con la salute, perfetto, dammi la salute! Ma se hai un altro progetto per me e desideri usare una malattia per purificarmi, allora, Signore, agisci secondo il tuo desiderio perché in ogni modo, malato o in buona salute, quello che conta per me è glorificarti!".
Mediante questo atteggiamento del cuore veramente cristiano (ma follia per un pagano), il nostro amico diventa libero! Non dipende più da ciò che fluttua, si situa al di là! E siccome ha invitato il suo Signore a realizzare la sua opera divina in lui, Gesù può riversarsi nell'immenso spazio di questo cuore aperto. Troppo contento di essere invitato, lo riempirà. Così lo Shalom invade il cuore del nostro amico che gusta ormai la pace, quella vera!
(...)Esiste un altro tipo di possessività micidiale per la pace del cuore, quella che si sviluppa in modo sottile verso gli esseri che ci sono cari, in particolare i figli.E' così facile ignorare il progetto di santità che il Creatore ha per loro e contrastarlo proiettando su di essi i nostri intendimenti, le nostre aspettative.
"E' mio figlio, porta il mio nome, sono io che ho pagato i suoi studi...!". La nostra pace dovrà fluttuare in balia delle nostre scelte buone o cattive? Certo che no! Consacrare un bambino a Dio e alla Madre di Dio fin dal concepimento ci rende liberi, perché questo approccio ci libera dal fardello che imponiamo a noi stessi prendendo il posto di io presso il figlio.
Anche in mezzo ad ore dolorose, inevitabili nel rapporto fra genitori e figli, il nostro Shalom resterà saldo e incrollabile, se deponiamo nelle mani di Dio la sorte dei nostri figli.
"Signore, ecco il bambino che mi hai affidato. Tu sei il suo Creatore, il suo Pastore e il suo Salvatore. Lo hai messo nella nostra famiglia perché lo aiutiamo a crescere secondo le tue vie e a diventare ciò che egli è da tutta l'eternità, nel tuo disegno di amore per lui. Aiutami, Signore, ad essere amoroso e responsabile, a svolgere il mio ruolo presso di lui, a donarmi a fondo e a mettere in opera tutto perché egli trovi la via della santità. Che il tuo Spirito Santo mi assista nell'educazione che gli do. Fai di lui quello che ti sembra opportuno, Signore, perché questo figlio è tuo figlio, ti appartiene, quindi te lo offro e te lo consacro con una totale fiducia."
Avendo fatto questa donazione e consacrazione, sperimentiamo una libertà regale e la sua sorella gemella, la pace, si riversa nei nostri cuori.
Si potrebbero moltiplicare senza fine gli esempi - il nostro rapporto con il lavoro, con il futuro, con la nostra idea di qualità, con la nostra cultura, e perfino con i nostri peccati abituali...
Qualunque sia l'oggetto in questione, una costante emerge chiaramente: più controllo io le cose, più perdo la pace, più mi abbandono a Dio, più acquisto la pace.
Sì, ogni giorno, alla Messa, Gesù sta davanti a me nello splendore della sua risurrezione, e arde per il desiderio di occupare gli spazi vuoti del mio cuore per riempirli di sè! Il suo sguardo amoroso sonda le mie viscere e il mio cuore, vede queste porte chiuse e bloccate accuratamente col chiavistello, queste zone della mia vita in cui non è mai potuto penetrare perché non è mai stato invitato a entrarci. Le desidera con grande ardore...Resteranno riserva di caccia o gliene darò le chiavi?
Il suo Shalom rimbalzerà ancora oggi sui muri dei miei antri sigillati, o riconoscerò il tempo in cui sono visitato e accoglierò la gloria del Risorto?

{"Il bambino nascosto di Medjugorje" - Suor Emmanuel}