Una mattina, verso la festa dell'Esaltazione della Croce, mentre pregava in un luogo appartato del monte, vide scendere dal cielo un serafino con sei ali infuocate e risplendenti.
Quando questi con volo rapidissimo, giunse nell'aria vicino al luogo dov'era l'uomo di Dio, tra le ali apparve l'immagine di un uomo crocifisso... Delle ali due si alzavano sul capo, due si aprivano al volo e due ne ricoprivano tutto il corpo.
A questa vista il Santo rimase stupefatto, mentre il suo cuore fu preso da un sentimento misto di tristezza e di gaudio.
Si rallegrava infatti dello sguardo grazioso col quale si vedeva guardato da Cristo apparsogli sotto l'immagine di un Serafino; ma, a vederlo crocifisso, l'anima sua si sentiva trapassata come dalla spada di una dolorosa compassione.
Era sommamente meravigliato per questa visione che gli sembrava incomprensibile, sapendo bene che il dolore della passione non si concilia in alcun modo con la beatitudine di un Serafino.
Alla fine però il Signore gli fece comprendere che tale visione era stata offerta ai suoi occhi dalla Provvidenza divina, affinché questo amico di Gesù Cristo fosse preavvertito che sarebbe stato totalmente trasformato per assomigliare a Cristo crocifisso, e non col martirio della carne, ma con l'incendio amoroso del suo spirito.
Quando la visione scomparve, lasciò nel cuore di Francesco un meraviglioso fervore. Ma anche nella carne di lui erano stati impressi i segni non meno meravigliosi della Passione di Cristo.
Subito infatti cominciarono ad apparire nelle mani e nei piedi i segni dei chiodi, come poco prima l'immagine dell'uomo crocifisso.
(...) Essendo egli tanto debole a causa delle sue infermità, ebbe il desiderio di ascoltare il suono di qualche strumento a sollievo del suo spirito. Ed ecco che a soddisfare il desiderio del Santo venne una schiera di angeli. Ciò diede a Francesco tale godimento da immagine di trovarsi già in un altro mondo e la musica fu udita anche dai frati che si trovavano presso di lui. Con inseparabile vincolo d'amore era unito agli angeli, a questi spiriti che ardono d'un fuoco meraviglioso e, con esso, penetrano in Dio e infiammano le anime degli eletti.
{San Bonaventura da Bagnoregio}