mercoledì 20 agosto 2014

Da "Pensieri nella solitudine" di Thomas Merton

Lascia che questa sia la mia sola consolazione: che dovunque io sono, Tu, o Signore, sia amato e lodato.
Gli alberi invero Ti amano senza conoscerti. I gigli dei campi e i fiori del grano sono là a proclamare che Tu li ami, senza essere consapevoli della tua presenza. Le belle nuvole nere cavalcano lentamente per il cielo meditando su di Te come fanciulli che non sanno che cosa sognano mentre giocano.
Ma in mezzo a tutte queste cose, io Ti conosco e sono consapevole della tua presenza. In esse ed in me conosco l’amore che esse non conoscono e, quel che è ancora più grande, mi vergogno per la presenza del tuo amore in me. O amore dolce e terribile, che Tu mi hai dato e che non potrebbe mai essere nel mio cuore se Tu non mi amassi! Perché tra questi esseri che non Ti hanno mai offeso, io sono da Te amato, e in apparenza più di tutti gli altri proprio perché Ti ho offeso. Sono visto da Te sotto il cielo, e le mie offese sono state da Te dimenticate, ma io non le ho dimenticate.
Chiedo soltanto una cosa: che il ricordo di esse non mi faccia temere di ricevere nel mio cuore il dono dell’Amore che hai posto in me. Lo accoglierò perché ne sono indegno. Nel far ciò Ti amerò sempre più e darò maggior gloria alla tua misericordia.
Ricordando che sono stato un peccatore, voglio amarti malgrado quello che sono stato, sapendo che il mio amore è prezioso perché è tuo, piuttosto che mio. Prezioso ai tuoi occhi perché Viene dal Figlio tuo, ma ancor più prezioso perché mi fa tuo figlio.