venerdì 5 marzo 2021

Quando il diavolo sotto esorcismo parla...

Sono venuto a conoscenza di un recente caso di possessione diabolica  altamente istruttivo per le conferme di fede fornite all’esorcista dal demonio durante le preghiere di liberazione; conferme strappategli dall’esorcista dopo ripetuti ordini in nome di Dio, della Madonna e della Santissima Trinità. Il diavolo, infatti, resiste il più possibile alle domande che gli esorcisti gli pongono per il bene dell’anima posseduta o delle anime in generale in quanto la verità (soprattutto se a conferma della Parola di Dio) è per lui sempre controproducente e risponde spesso a monosillabi quando le verità sono per lui “scottanti”. Il Signore dell’universo, a cui i demoni sono sottomessi, si serve a volte anche del principe della menzogna per illuminare l’umanità. Non dobbiamo dimenticare che il Vangelo ci insegna che i demoni riconoscevano pubblicamente la realtà divina di Gesù, tant’è che il Signore doveva zittirli affinché non la rivelassero prima del tempo.

Una ragazza, dopo circa dieci anni di strani fenomeni che hanno interessato lei e la mamma, si è rivolta, grazie ad alcune preghiere, ad una conoscente che l’ha condotta da un esorcista.

Quanto segue è il racconto della vicenda; i nomi dei personaggi sono stati cambiati per ovvie ragioni di tutela della riservatezza.

Attilia confidò all’esorcista che, da quando il padre aveva abbandonato lei e la mamma per andarsene con la sua migliore amica, la loro vita cambiò improvvisamente. Entrambe iniziarono un andirivieni dagli ospedali per malattie che gli stessi medici non riuscivano a comprendere. Tali ricoveri erano spesso accompagnati da fenomeni talmente strani che persino una compagna di stanza di Attilia si mise a pregare con insistenza l’ Ave Maria  in quanto turbata dagli episodi che colpivano Attilia (ascensori che si guastavano quando dovevano trasportarla in sala operatoria, operazioni che provocavano ulteriori interventi operatori, macchinari che si rompevano ecc.). Le poverette ricevevano anche dal congiunto che le aveva abbandonate delle lettere intrise di odio e di maledizioni che aggiungevano al dolore fisico anche quello morale. Dopo alcune negative esperienze presso gli operatori dell’occulto (in un caso consigliati anche da un sacerdote!), finalmente approdarono in un gruppo di preghiera che affidò Attilia ad un esorcista.

Arrigo Muscio


Sabato 12 febbraio 2000 – primo esorcismo

Assieme all’esorcista vi erano anche alcune persone fidate e di provata fede e preghiera per aiutarlo nel compito di scacciare i demoni.

L’esorcismo iniziò con la preghiera del Santo Rosario comunitario di protezione dei presenti, dei loro familiari e di liberazione di Attilia e della mamma (assente in quanto anziana e malata). Alla terza decina Attilia iniziò a provare un senso di soffocamento e a non ricordare le preghiere del Rosario. Alla fine dell’orazione i presenti invocarono con un canto lo Spirito Santo ed effettuarono il canto in lingue. Attilia iniziò ad assumere un aspetto diverso e sofferente (alla fine confidò ai presenti che  la preghiera in lingue la faceva star male).

Durante la preghiera di Leone XIII recitata dall’esorcista, Arturo spruzzava il viso di Attilia con acqua di Lourdes, mentre gli altri partecipanti recitavano a bassa voce, in continuazione, il Santo Rosario.

L’esorcista iniziò ad inframmezzare la recita dell’esorcismo di Leone XIII e dei salmi con delle domande, imponendo le mani a Attilia ed ungendola, con dei segni di croce sulla fronte, con olio benedetto.

Esorcista: “In nome di Gesù Cristo ti ordino di dire quanti siete”.

Attilia iniziò ad inghiottire ed a muovere il labbro come un cammello, mentre all’interno della bocca, vicino alle gengive, si vedeva dell’inspiegabile sostanza nera che pareva inchiostro. Ma non rispose.

Esorcista: “In quanti siete? Te lo ordino in nome della Santissima Trinità? Indica con la mano quanti siete?”

Attilia, dopo circa quindici minuti di letture di salmi, intervallate da ordini impartiti nel nome di Dio, faticosamente indicò con le dita che dentro di lei c’erano tre presenze.

Esorcista: “Siete anime dannate o angeli decaduti?”

“Non te lo dico!”, rispose Attilia assumendo un atteggiamento sardonico e incrociando le braccia in segno di sfida.

Alla fine, dopo ripetuti inviti nel nome di Dio, di Maria Santissima e della Santissima Trinità, l’anima dannata disse d’essere stato, quand’era in vita, un pirata. Affermò d’essere stato ucciso, e d’aver lanciato un urlo di terrore quando finì all’inferno.

Esorcista: “Quante persone vanno all’inferno? Rispondi in nome dello Spirito Santo di verità!”

“Tante!” rispose il pirata.

“Qual è il peccato principale che ai giorni nostri porta le persone all’inferno?” lo incalzò l’esorcista.

“La lussuria! E l’ateismo!”, rispose l’anima dannata ormai chiaramente manifestatasi.

L’anima dannata sbuffava in continuazione e mostrava un’evidente sofferenza quando Arturo, su invito dell’esorcista, spruzzava il volto di Attilia con acqua di Lourdes, cercando di togliersela.

“Chi ha voluto che Attilia capitasse da noi?”, gli chiese l’esorcista.

“Gesù!”, rispose il diavolo dopo ripetuti inviti e spruzzate sul viso di acqua di Lourdes.

“Pregano Attilia e la sua mamma?” continuò l’esorcista.

“Sì!” disse il pirata.

“Che cosa devono fare affinché tu vada via?”

“Occorre che preghino il rosario!”

“E’ vero che non puoi nulla nei confronti di chi prega il Rosario intero devotamente e quotidianamente?” continuò imperterrito l’esorcista.

“E’ vero!” confermò l’anima dannata.

“Perché la Madonna ha pianto a Civitavecchia nelle mani di un vescovo?”

“Perché non c’è più religione nel mondo!”

“Che cosa bisogna fare per uscire da questa situazione?”, chiese l’esorcista.

“Occorre pregare. Soprattutto in famiglia. Guardare meno televisione e pregare di più. Soprattutto il Rosario”, rispose il diavolo.

“E’ vero che molti programmi televisivi sono tuoi? Rispondi in nome di Gesù Cristo!”

“E’ vero!”, rispose con un sorriso sardonico il diavolo.

Attilia, continuando a sbuffare, allungò le gambe e diede qualche colpo ritmico col piede.

“Come mai in Europa vi è una massiccia immigrazione musulmana?”

“Perché certi politici la favoriscono per distruggere i valori cattolici“, rispose il demonio.

“Ci sono dei preti che ti appartengono? Che militano nella setta della Bestia? Rispondi in nome di Dio!!”.

“Sì. Molti!”, rispose compiaciuta l’anima dannata assumendo una inspiegabile fattezza del volto, impossibile da riprodurre naturalmente. Evidentemente si trattava del viso dell’anima dannata che si manifestava ormai sempre più chiaramente.

“Com’è l’inferno?! E’ come l’ha mostrato la Madonna a Fatima?”, continuò l’esorcista.

“Peggio!”

“Allora appartengono a te quanti propagano invece un’idea di un inferno soft; non in sintonia con quanto scritto nella Bibbia e mostrato dalla Madonna? Rispondi in nome della Madre della Verità!”

“Sìì!”

“Il capitolo 12 dell’apocalisse si riferisce all’apparizione della Madonna a Fatima?”

“Sì!”

“E il dragone rosso simboleggia l’eresia profetizzata a Fatima? Cioè il comunismo? Rispondi in nome della Madre della Verità”.

“Sì!”

“E’ qui presente la Madonna? Indicala!”

Il demonio, tramite Attilia, segnò con la mano la posizione sopraelevata in cui la Madonna si trovava e affermò che gli impartiva gli ordini.

Incalzato dall’esorcista mostrò inoltre la posizione, vicino all’esorcista stesso, in cui si trovava S.Michele Arcangelo invocato durante le preghiere.

“E’ vero che i castighi sono alle porte?”

“E’ vero”, confermò satana.

“Che cosa bisogna fare per bloccarli?”

“Pregare il Rosario”, replicò il diavolo, dopo ripetute spruzzate di acqua di Lourdes.

“E’ vero che la Madonna salverà quanti pregano il Rosario intero con devozione?”

“E’ vero”, rispose il demonio confermando indirettamente le promesse legate alla recita quotidiana del Rosario intero.

Poi l’esorcista cominciò a pregare il Salmo 91 ed al punto “…mille cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra; ma nulla ti potrà colpire…” disse al diavolo: “Confermi, diversamente da quanto fanno credere alcuni, che voi non potete nulla nei confronti di quanti dimorano all’ombra dell’Onnipotente: di quanti, cioè, vanno devotamente a Messa, Lo pregano, seguono i Suoi comandamenti, Lo invocano e si affidano a Lui?”

“Sììì!!” affermò il demonio, annuendo col capo e mostrando d’essere costretto da una volontà superiore ad avvalorare l’eterna Parola di Dio.

L’esorcista poi citò le parole della Scrittura “…sono caduti nella fossa davanti a me…” ed intimò all’anima dannata di rispondere nel nome del Santo Spirito di verità: “E’ vero che se qualcuno ordisce una fattura nei confronti di chi prega devotamente, è lui stesso invece a cadere nella fossa scavata davanti al destinatario della fattura?!”.

Anche stavolta il pirata fu costretto a confermare suo malgrado.

“E’ già nato l’anticristo?”

“Non ti rispondo!”, rispose l’anima dannata con una risata.

“La Madonna lo ha affermato a La Salette. Confermalo in nome di Dio!”

“Sì!”

“Quando te ne andrai?”

“Io non me ne vado!”, reagì arrogantemente il diavolo.

“Ma tu chi sei?! Per dire non me ne vado! Sei un nulla di fronte all’Onnipotenza di Dio! E’ vero?” lo rimproverò l’esorcista.

“E’ vero, sono una nullità!” ammise dimesso il demonio.

“Tant’è che Gesù con uno sguardo fa tremare l’inferno”.

“Sììì!”

“Nell’Apocalisse si parla di una piaga dolorosa e maligna che comparirà sugli uomini che recano il marchio della bestia e si prostrano davanti alla sua statua. Si tratta di una piaga fisica? Rispondi nel nome di Dio!” lo interrogò l’esorcista.

“Non te lo dico!” replicò sogghignando l’anima dannata.

“Invece lo devi dire in quanto si tratta di Sacra Scrittura. Rispondi in nome di Maria Santissima!”

“Sììì!” 

Attilia, alla fine, indicò con le dita il numero 2 e chiarì che si trattava di mesi. Dichiarò poi che erano rimasti in due in quanto un’anima dannata era fuggita. Confermò inoltre che erano entrati in Attilia da 10 anni tramite l’intervento di un mago.

Terminato l’esorcismo Attilia non ricordava nulla di quanto detto ed era convinta che fosse trascorso solo un quarto d’ora anziché un’ora e mezza. Non ricordava neppure d’aver gettato a terra la Bibbia lasciata un attimo dall’esorcista sul tavolino.


Sabato 19 febbraio 2000 – secondo esorcismo

Attilia ritornò dall’esorcista per un ulteriore momento di preghiera. Raccontò che era riuscita a confessarsi e a pregare meglio. Le erano scomparsi molti dolori anche se alla vista del padre si erano acuiti alcuni disturbi.  La mamma invece di uno dei partecipanti aveva avuto in giornata uno strano aumento di pressione arteriosa e Simone, che aveva accompagnato Attilia dall’esorcista assieme a Mauro, aveva lamentato un forte mal di denti. Segni di piccole ritorsioni diaboliche, comunque, prontamente neutralizzate dalle preghiere. Il Signore permette, infatti, certi “disturbi” per stimolare i componenti ad una vigile e costante preghiera di protezione (soprattutto del Rosario) senza la quale il diavolo potrebbe esercitare il suo potere nefasto che solo la preghiera neutralizza.

Iniziò l’esorcismo con la presenza del consueto gruppetto di preghiera. Cominciò con la recita del Santo Rosario finalizzato alla liberazione di Attilia e di sua madre, alla conversione del padre di Attilia ed alla protezione di tutti i presenti da ogni vendetta, ritorsione ed attacco degli spiriti immondi. Venne invocata anche la presenza di Maria Santissima, di S. Michele Arcangelo, dei santi Arcangeli, degli angeli custodi e di molti santi; il demonio confermò anche la presenza di Padre Emiliano Tardif.

Durante la recita del Rosario l’esorcista impose a distanza la mano su Attilia la quale mostrò d’essere a disagio. Alla fine dell’esorcismo la ragazza confidò ai presenti che nel momento dell’imposizione delle mani da parte dell’esorcista aveva sentito una forza invisibile premerle le spalle a tal punto che si sentiva schiacciare. Dopo il canto allo Spirito Santo e la preghiera in lingue l’esorcista le impose una mano sulla testa ed incominciò a leggere l’esorcismo di Leone XIII. Attilia si mise a sbuffare ed all’invocazione “…umiliati sotto la potente mano di Dio….” emise dei paurosi ruggiti. L’esorcista continuò e invitò Arturo di bagnarle il viso con l’acqua di Lourdes. Attilia cessò di ruggire. Sebbene l’acqua di Lourdes fosse fredda, quando alcune gocce cadevano sulla mano dell’esorcista posta sulla testa della ragazza lo stesso la sentiva calda. Anche Arturo confermò questa sensazione allorché intingeva le dita nella medesima.

“Chi sei in nome di Gesù Cristo?!” la interrogò l’esorcista.

Il demonio non rispose.

“Sei ancora il pirata? Rispondi in nome dell’Immacolata e dello Spirito Santo di verità!”

Attilia annuì.

“Dove sei stato ucciso? Nel mar Mediterraneo o nell’oceano? Rispondi in nome della Santissima Trinità!”

“Nell’oceano” rispose il pirata, senza però manifestare l’arroganza della volta precedente.

“Di che nazionalità eri?”

“Inglese e francese” disse il demonio dopo ripetuti inviti  dell’esorcista, spiegando che era figlio di un inglese e di una francese.

“Ero importante io!” aggiunse l’anima dannata con un sorriso sardonico di compiacimento.

“Che cosa ricevono i fedeli che pregano devotamente la Madonna davanti alla grotta di Lourdes? Rispondi in nome dell’Immacolata!” comandò l’esorcista, intercalando la lettura delle preghiere.

“Le grazie” rispose il diavolo dopo ripetuti inviti dell’esorcista che incominciò a leggere il salmo 18, mentre il gruppetto pregava sommessamente il Rosario.

“…Invoco il Signore, degno di lode, e sarò salvato dai miei nemici. Mi circondavano flutti di morte, mi travolgevano torrenti impetuosi; già mi avvolgevano i lacci degli inferi, gia mi stringevano agguati mortali. Nel mio affanno invocai il Signore, nell’angoscia gridai al mio Dio: dal suo tempio ascoltò la mia voce, al suo orecchio pervenne il mio grido…..” – “Ti piace Davide? L’autore di questo salmo?”.

Il diavolo fece una smorfia di disgusto.

“Preferisci ovviamente certi personaggi pubblici, uomini e donne, che conducono disinvoltamente una vita in contrasto con la Parola di Dio?”.

L’anima dannata annuì decisa e sorrise molto compiaciuta.

“Quando qualcuno invoca Dio Onnipotente, come ci insegna Davide nel salmo; Lui che è Padre dell’umanità che cosa fa? Rispondi in nome di Gesù!”

“Interviene” rispose lo spirito immondo.

Diversamente dalla volta precedente il demonio denotò stanchezza e non incrociava più le braccia in atteggiamento di ribellione. Segno evidente che le preghiere effettuate durante il primo esorcismo, unite ad un maggior impegno di preghiera di Attilia, stavano facendo il loro effetto.

Durante la lettura del salmo il demonio manifestava comunque avversione nei confronti delle parole di tale orazione ispirata.

“E’ vero, come ha affermato una posseduta, che un indemoniato che prega davanti alla grotta di Lourdes riceve un impulso tale e quale un esorcismo concelebrato da centomila preti? Rispondi in nome dello Spirito Santo di verità!”

“Non così tanti” replicò il diavolo.

“Quanti allora?! Rispondi in nome di Gesù!”

“Alcuni”.

“Alcuni o tanti?” lo incalzò l’esorcista.

“Tanti!” ammise il diavolo, mostrando d’essere costretto da una forza superiore a rettificare le menzogne.

“Che cosa ha promesso la Madonna a quanti pregheranno davanti all’altare del santuario della Madonna di Rue de Bac? Rispondi in nome dell’Immacolata!”.

“La salvezza”.

“E poi?! Rispondi per il sangue di Cristo!”

“Le grazieee” aggiunse il diavolo, mostrando segni di sofferenza e costrizione soprannaturale.

“Che cosa ricevono i pellegrini che si recano in pellegrinaggio dove la Madonna è apparsa o ha lasciato un segno della sua presenza? In quei santuari riconosciuti dalla Chiesa? Rispondi solo la verità! In nome di Dio!”.

Dopo ripetuti inviti dell’esorcista, motivati dal fatto che il demonio non voleva evidentemente confessare delle verità a lui scomode, il pirata disse: “Le grazie”.

“Sempre?” lo incalzò l’esorcista.

“Sempre!” ammise, suo malgrado, l’anima dannata.

“E’ per questo allora che tu ostacoli costantemente il pellegrinaggio ai santuari?”

Il diavolo si mise a sghignazzare, annuendo compiaciuto.

“In un libro S. Michele Arcangelo è considerato il patrono degli ammalati, perché? Rispondi in nome di Maria Santissima e di Dio Onnipotente!”.

Poiché il demonio non rispondeva, l’esorcista invitò Arturo a bagnare con costanza il viso di Attilia ed alla fine, dopo ripetuti ordini in nome di Dio, il diavolo confermò che S. Michele Arcangelo concede numerose grazie di guarigione a chi lo invoca con fede, soprattutto se si tratta di malattie d’origine diabolica.

L’esorcista lesse un brano del Vangelo  “E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno. – Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l’accompagnavano” (Mc. 16,16 seg.).

“Come mai  quest’imperativo eterno del Signore, a tuo danno e per la felicità delle persone, non viene quasi più applicato?! Rispondi in nome di Dio Onnipotente!” chiese l’esorcista.

Il demonio si mise a sogghignare molto soddisfatto.

“Allora sei tu l’ispiratore?!” lo incalzò l’esorcista e l’anima dannata annuì col capo, sempre sogghignando.

L’esorcista lesse altre preghiere, mentre il gruppetto continuava la recita dei Rosari.

“E’ importante la devozione a S. Giuseppe? Rispondi in nome della Sacra famiglia!”

“Sìì”.

“E’ vero che S. Giuseppe è il santo più grande dopo la Madonna? Rispondi in nome della Santissima Trinità”.

“Sì” confermò il diavolo, annuendo anche col capo.

“Concede molte grazie S. Giuseppe?”.

“Sì”.

“Perché è chiamato il santo della buona morte? Rispondi in nome dello Spirito Santo!”

“Aiuta a morire bene” rispose il pirata, dopo ripetuti inviti in nome di Dio e spruzzate di acqua di Lourdes.

“Cioè tiene lontani voi diavoli nel momento della morte?!”.

“Sìì”.

“Che cosa sono le discoteche? Sono le vostre chiese? ” continuò l’esorcista.

“Alcune”.

“E’ vero che in certe discoteche si trovano anche dei maghi per catturare i giovani? Rispondi in nome dell’Immacolata che ha a cuore la gioventù!”

Il diavolo annuì compiaciuto.

“E’ vero che alcuni giovani, dopo le serate in discoteca….”

“si recano nei cimiteri a violare le tombe!”[5] lo interruppe il demonio.

“Che cos’è la droga? E’ la tua comunione? Rispondi per il sangue di Cristo!”.

L’anima dannata confermò col capo.

“La droga ha trovato spazio in quanti hanno abbandonato le preghiere e l’Eucarestia?”.

“Sì”

“Il bastone di Mosè è prefigura di quale preghiera? Rispondi in nome di Dio Onnipotente!”

Il diavolo non voleva rispondere e sbuffava; l’esorcista allora invitò Arturo a bagnare il viso di Attilia con acqua benedetta.

“Il Padre Nostro” disse il diavolo alla fine, fornendo una risposta sottilmente teologica.

“Da solo o accompagnato dalle Ave Maria?” lo incalzò l’esorcista.

Il pirata annuì.

“Allora è prefigura del Rosario, che ovviamente comprende anche il Padre Nostro? Rispondi in nome di Maria Santissima!” continuò l’esorcista.

“Sìì” ammise il diavolo, annuendo decisamente.

“Perché in Francia si è abbattuto recentemente uno strano uragano? E’ stato un castigo di Dio? Rispondi solo la verità in nome dell’Onnipotente Dio!”

Il diavolo annuì ed ammise che era la conseguenza della legalizzazione dell’equiparazione della coppie gay con la coppia (un uomo ed una donna) voluta dal disegno creativo di Dio. Affermò inoltre che gli omosessuali non convertiti vanno all’inferno, come del resto previsto nella Sacra Scrittura.

“Il cardinale Siri affermò che l’AIDS è un castigo di Dio. E’ veramente un castigo? Rispondi in nome della Madre della Verità eterna!”.

“Sìì” ammise il diavolo, manifestando costrizione soprannaturale e debolezza in quanto le preghiere lo sfiancavano.

L’esorcista poi lesse il passo biblico “….perché Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi. Egli infatti ha creato tutto per l’esistenza; le creature del mondo sono sane, in esse non c’è veleno di morte, né gli inferi regnano sulla terra…..” (Sap. 1,13)

“Perché ci sono molte malattie nel mondo se Dio ha detto che le creature del mondo sono sane? Rispondi in nome della Santissima Trinità! Ovviamente non parlo di quelle malattie che alcuni santi desiderano in unione con le sofferenze di Cristo”.

“Perché si prega poco!” dichiarò l’anima dannata.

“Anche perché, come insegna S. Paolo, si commettono i peccati? ” lo rintuzzò l’esorcista. Lo spirito immondo annuì con un sorriso sardonico di compiacimento.

“I tumori possono essere considerati una ribellione di alcune cellule nei confronti dell’organismo. Voi diavoli siete la ribellione per eccellenza in quanto vi siete rivoltati a Dio! Siete voi la causa dei tumori?”

“Sìì” ammise l’anima dannata.

L’esorcista sollevò il Rosario con una mano e mostrandolo al diavolo gli disse: “E’ questa preghiera l’elisir della salute ed il rimedio contro ogni male?! L’orazione che la Madonna di Medjugorje ha chiamato preghiera dei miracoli! Rispondi in nome di Maria Santissima!”

“Sìì” ammise, costretto da una forza superiore che il diavolo dichiarò essere la Madonna, mentre manifestava l’intenzione di voler strappare la corona del Rosario che Attilia teneva tra le mani; smise solo quando l’esorcista gli ordinò di non romperla.

“Qual è il moderno vitello d’oro?” continuò l’esorcista.

Il diavolo non rispose. L’esorcista quindi invitò Arturo ad aspergere il viso di Attilia con l’acqua di Lourdes.

“E’ la televisione? Dove tu predichi attraverso alcuni tuoi profeti? Rispondi in nome di Gesù, nostro Dio e Signore!”

“Sìì” ammise il demonio.

“Perché le famiglie si dividono?”

“Tu lo sai!” replicò il demonio.

“Sì, ma voglio che tu lo dica agli altri!”

“Perché si guarda troppa televisione al posto di pregare”.

“E’ importante la preghiera comunitaria? Rispondi in nome di Dio!”

“Molto”.

“E quella familiare?!”

“Molto!” rispose il diavolo, annuendo con decisione.

“Parla delle manipolazioni genetiche” gli intimò l’esorcista.

“Non si devono fare!” disse il diavolo.

“Perché sono contrarie al piano creativo di Dio?” domandò l’esorcista.

“Sììì”.

“E le fecondazioni artificiali?!” continuò l’esorcista.

“Anche quelle non si devono fare”. Poi il diavolo imprecò contro i partecipanti del gruppo esorcistico apostrofandoli “Maledetti!”

“Qual è l’azione più importante per compiere le opere di Dio? Rispondi in nome di Gesù!”

“La fede!” rispose il pirata.

“Ma la Scrittura parla anche delle opere?” ribattè l’esorcista.

“Tutte e due” disse il diavolo.

Il demonio aggiunse anche, incalzato dall’esorcista, che nel momento del Giudizio aveva udito la voce di Dio che gli aveva mostrato tutti peccati compiuti in vita dei quali non aveva chiesto perdono e poi la voce gli aveva ordinato, come insegnato da Gesù nel Vangelo (Mt. 25,41), d’andare all’inferno.

“Che cosa vuole dire la Madonna, per tuo tramite, all’umanità? Rispondi in nome di Maria Santissima!”

“Bisogna pregare di più!”.

“Dove?” chiese l’esorcista.

“Nelle case!”

Dopo circa un’ora e mezza di preghiere, l’anima dannata denotava grande stanchezza. Allora l’esorcista, dopo aver ricevuto conferma che i due spiriti immondi rimasti se ne sarebbero andati a Pasqua se Attilia avesse continuato a pregare il rosario, concluse l’esorcismo.

La ragazza non ricordava nulla di quanto aveva detto e manifestava l’ignoranza biblica tipica di molti cristiani.

Durante la notte l’esorcista venne svegliato da strani passi e rumori accompagnati dal soffio aggressivo di un animale. L’esorcista si mise a pregare il Rosario che portava al dito ed i rumori cessarono immediatamente.

Fonte http://www.genitoricattolici.org/pirata.htm



Esorcismo dell'11 febbraio 2013

L’annuncio del Romano Pastore della Chiesa Universale, suscita in noi riflessione e timore per quanto sta attraversando la vacillante barca di Pietro.

A tal proposito riportiamo la confessione fatta da Lucifero, durante un esorcismo, che lascia sbigottiti e sgomenti, qualora le sue parole risultassero confermate nel prossimo futuro.


Ecco il testo integrale:

- Esorcista: Nel nome dell’Immacolata Vergine Maria, ti ordino di dire la verità su quanto sta accadendo alla Chiesa di Cristo?

- Lucifero: ” Noooooo, Quella là nooooo!

Il solo sentire pronunciare il Suo Nome è per me e per noi demoni, un tormento infinito.

Non voglio parlareeeeeeeeee, ma l’Alta Dama mi obbliga a risponderti Prete schifoso!

La Chiesa Cattolica è sotto attacco! Le potenze delle tenebre sono scatenate contro la Sposa di quello che abbiamo appeso alla Croce. E’ l’ultimo assalto che stiamo portando alla sua Chiesa. Le dimissioni del Pontefice, prese in piena libertà e coscienza, aprono la strada al nostro ultimo attacco frontale.

Quello lassù sta per ritornare sulla terra, non so né il dove e né il quando, ma sento che quel giorno è molto, molto, molto vicino. Le mie stesse forze vanno sempre più affievolendosi, pertanto, devo concentrarmi e recuperare tutte le energie per convogliare i miei miliardi di demoni contro la Sede Apostolica.

Non basta la corruzione, non basta l’avidità di denaro, non basta suscitare gli scandali, bisogna condurre una battaglia che abbia come esito finale la distruzione della cosiddetta Chiesa di Roma.

- Esorcista: Nel nome di Cristo, dimmi cosa vuoi fare contro la dolce Sposa di Dio?

- Lucifero: Sono duemila anni che noi angeli decaduti con l’aiuto di uomini di Chiesa e di politicanti da strapazzo, cerchiamo di colpire mortalmente Quella tremenda Invenzione del Nazareno. Purtroppo non ci siamo ancora riusciti, perché essa appartiene all’Onnipotente.

Tutti i nostri sforzi risultano vani, perché le porte dell’inferno, come Quel crocefisso disse, non prevarranno. Ma noi non ci arrendiamo. Continueremo a colpirla, a ferirla, a farla sanguinare, anche grazie a chi, dall’interno di essa, si è consegnato nelle nostre mani.

Dobbiamo arrivare ad occupare il trono del Vicario di Quello inchiodato alla croce. Con le buone o con le cattive. Costi quel che costi.

Stiamo lavorando a spopolare i seminari, a far chiudere i conventi, ma non riusciamo a far smettere quelle donne e quegli uomini, rinchiusi dietro una grata, di pregare. Ancora ci sono giovani che si dedicano alla preghiera nel silenzio di quei monasteri. Maledetti! quanto ci fanno male quelle vite donate all’Altissimo.

- Esorcista: In nome di Dio Onnipotente, ti ordino di dirmi cosa stai cercando di fare e di organizzare?

- Lucifero: Nooooooo! Non te lo dicooooooo!

- Esorcista: Ti ordino per il Sangue Preziosissimo di Cristo, di dirmi quanto ti ho chiesto?

- Lucifero: Quello lassù è stanco dei vostri peccati, è disgustato dell’azione degli uomini, è deluso dall’agire delle donne. Siete affogati nel peccato. La maggior parte dell’umanità è mia, morta spiritualmente e non riesce a risollevarsi.

Ormai molti Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, sono in totale dissenso rispetto alla Tradizione della vostra Chiesa, sono in disaccordo sul conservatorismo papista.

E dietro il progressismo, dietro certe aperture post conciliari ci siamo noiiiiiiiii! Perché vogliamo la confusione, la dissociazione, la divisione dentro e fuori la Sede petrina, come la chiamate voi.

Continuate pure a credere che tutto è una favola pretigna, cosi il numero di quelli che precipitano qui all’inferno aumenterà sempre più. Ormai non si contano più.

- Esorcista: Nel nome dei Santi Martiri, di San Pio, di Santa Bernadette, di la verità sul futuro della Chiesa di Roma?

- Lucifero: Non conosco il domani. Questo lo conosce solo Lui. Non so cosa accadrà tra un istante, perché lo sa solo Lui. Non prevedo eventi, ma solo il presente.

Sono un perdente, uno che si è ribellato ed ha perso tutto. Ho perso il paradiso. Per sempre. Ma ho un obiettivo: trascinare quante più anime possibili nel mio regno di tormento. Voglio vendicarmi della mia cacciata dal paradiso, con lo strappargli anime. E’ questa la mia eterna vendetta.

Io non sono eterno, sono creatura proprio come voi, ma molto più forte di voi, molto più potente, più abile, più astuto. Sfrutto la mia astuzia per rovinarvi.

Posso dirti, brutto pretaccio, che provocheremo un attacco terribile contro la Chiesa romana, faremo tremare le sue mura, ma non scalfiremo la sua Stabilità.

Abbiamo fatto nascere la crisi economica per impoverire la popolazione mondiale, scoraggiare chi prega e infondere il veleno dell’allontanamento da Lui.

Non lasciamo nulla di intentato pur di separare la creatura dal Suo Creatore. Tutto ciò che può rovinarvi eternamente lo attuiamo.

Ma ora ci stiamo concentrando sulla Chiesa e sino a quando il nostro lavoro distruttore non sarà compiuto non le daremo pace.

Ho chiesto degli anni a Quello lassù. Ora è il nostro tempo, quindi siamo scatenati, ben sapendo che il periodo concesso sta per terminare.

Sento il tuono dell’Onnipotente che mi ricorda il mio nulla e l’obbedienza che, anche contro la mia volontà, gli devo.

Quel papa della “Rerum Novarum”, vide, mentre celebrava la Messa, i demoni fuoriuscire dalle viscere della terra e diffondersi dappertutto. Cosi scrisse quell’odiosa preghiera al Principe delle Milizie celesti, che noi, però, abbiamo fatto abolire al termine della celebrazione.

Oggi la terra è completamente invasa dai miei angeli decaduti, e se riusciste a vedere con gli occhi dello spirito, vi accorgereste che è tutto buio. Totalmente buio.

Se vedeste i mostri infernali aggirarsi per il mondo morireste di paura per la forma orribile che hanno. Eppure non ci credete.

- Esorcista: Nel nome della Santissima Trinità dimmi cosa hai in mente di fare contro l’umanità?

- Lucifero: Distruggerla con tutte le mie forze. Ridurla in schiavitù. In una parola : Dannarla.

Devo provocare guerre, devastazioni, catastrofi, portandovi all’esasperazione e alla bestemmia.

La crisi devo aggravarla, ridurre in miseria sempre più persone, conducendole alla disperazione di non potersi liberare.

Poi devo trasformare radicalmente la vostra cosiddetta società civile in una grossa rolla per porci. Vi ci faccio sguazzare dentro, per poi perdervi all’inferno.

I miei servi sono già all’opera, molti devono fare il lavoro sporco che io ho comandato loro di fare, sino alla fine.

La terra deve essere un enorme cimitero, dove i pochi sopravvissuti saranno costretti ad adorarmi e servirmi come un dio. E’ questo il mio fine: essere dio al posto di Lui.

Molti mi celebrano il culto, altri mi invocano, altri ancora mi adorano. Ma non sanno che sono già dannati. Per una manciata di euro e qualche piacere si concedono a me, finendo per consegnarsi ai miei artigli.

Vedrete cosa farò alla vostra Chiesa, che scisma provocherò, peggiore di quelli passati. Vedremo quanti sono dalla Sua parte e quanti dalla mia.

Il tempo sta per finire ed Io sono tutto preso dall’aumentare il numero di coloro che passano dalla nostra parte. Tutti devono riconoscermi come unico signore, anche se sono un nulla.

- Esorcista: Nel nome di Santa Gemma Galgani, di Santa Teresa di Gesù Bambino, di Santa Maria Goretti, cosa dobbiamo fare per vincerti e salvarci l’anima?

- Lucifero: Noooooo! Non voglio parlareeeeeee!

Quello lassù mi costringe a risponderti.

La preghiera del Rosario, quella corona maledetta che tante anime ci strappa, è potentissima contro di noi, è un martello che ci schiaccia.

Ritornate in Chiesa, confessatevi settimanalmente e comunicatevi spesso. Controllatevi, sopportatevi reciprocamente i difetti. Amatevi e fate risplendere in voi la luce della Fede. La pace l’otterrete solo con la corona tra le mani, solo con la comunione sovente.

Andate a Messa, con devozione e rispetto, a costo di qualunque avversità. Essa e solo essa può salvarvi dalla dannazione eterna. E’ uno scudo potente contro l’inferno, contro le tentazioni, contro le seduzioni del Male.

Pregate per Papa Benedetto, ha sofferto molto per i peccati compiuti nella Chiesa, il peso degli stessi lo ha indebolito nel fisico e nell’anima, ma non l’ho vinto.

Pregate per i Cardinali, MOLTI DEI QUALI SONO MIEI, pregate per i vescovi che ormai vanno per conto loro.

Pregate per i sacerdoti hanno bisogno del sostegno delle vostre preghiere. Pregate per i nemici, gli amici, gli sconosciuti, i lontani, e Lui si ricorderà di voi.

Quella lassù è triste perché vede ogni giorno molti suoi figli precipitare all’inferno, nonostante le sue continue apparizioni, a cui non crede quasi nessuno.

Le sue lacrime versate per lo stato pietoso in cui molte anime vivono, stanno per terminare e lasceranno spazio ai castighi del Cielo”.

Fonte: https://benedettoxviblog.wordpress.com/





La visione di Leone XIII

Il 13 ottobre 1884 Papa Leone XIII ebbe una visione orribile. Dopo aver celebrato l’Eucaristia, si stava consultando con i suoi cardinali su alcuni temi nella cappella privata del Vaticano quando all’improvviso si fermò ai piedi dell’altare e rimase immerso in una realtà che solo lui riusciva a vedere.

Sul suo volto si leggeva l’orrore. Impallidì. Aveva visto qualcosa di molto duro. Improvvisamente si riprese, alzò la mano come a salutare e se ne andò nel suo studio privato. Lo seguirono e gli chiesero: “Cosa succede a Sua Santità? Si sente male?”

Rispose: “Oh, che immagini terribili mi è stato permesso di vedere e ascoltare!”, e si chiuse nel suo ufficio.

Cosa aveva visto Leone XIII? “Ho visto i demoni e ho sentito i loro bisbigli, le loro blasfemie, le loro denigrazioni. Ho sentito la voce raccapricciante di Satana sfidare Dio, dicendo che poteva distruggere la Chiesa e portare tutto il mondo all’inferno se gli dava abbastanza tempo e potere. Satana ha chiesto a Dio il permesso di avere 100 anni per influenzare il mondo come mai era riuscito a fare prima”.

Anche Leone XIII capiva che se il demonio non fosse riuscito a realizzare il suo proposito nel tempo permesso avrebbe subito una sconfitta umiliante. Il Pontefice vide San Michele Arcangelo apparire e gettare Satana e le sue legioni nell’abisso dell’inferno.

Mezz’ora dopo chiamò il segretario della Congregazione dei Riti e gli consegnò un foglio, ordinandogli di inviarlo a tutti i vescovi del mondo indicando che la preghiera che conteneva doveva essere recitata dopo ogni Messa.

Ecco la preghiera che il Papa aveva scritto:

San Michele Arcangelo,

difendici nella battaglia;

contro le malvagità e le insidie del diavolo

sii nostro aiuto.

Ti preghiamo supplici:

che il Signore lo comandi!

E tu, principe delle milizie celesti,

con la potenza che ti viene da Dio,

ricaccia nell’inferno Satana e gli altri spinti maligni,

che si aggirano per il mondo a perdizione delle anime.

Amen.

(Fonte: https://it.aleteia.org/



martedì 11 ottobre 2016

Il perdono

Il perdono non è dimenticanza che spesso significa non voler guardare in faccia la realtà. Il perdono non è debolezza, e cioè non tener conto di un torto per paura del più forte che l’ha commesso. Il perdono non consiste nell’affermare senza importanza ciò che è grave, o bene ciò che è male. Il perdono non è indifferenza. Il perdono è un atto di volontà e di lucidità, quindi di libertà, che consiste nell’accogliere il fratello così com’è, nonostante il male che ci ha fatto, come Dio accoglie noi peccatori, nonostante i nostri difetti. Il perdono consiste nel non rispondere all’offesa con l’offesa, ma nel fare quanto Paolo dice: “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male”.

Il perdono consiste nell’aprire a chi ti fa del torto la possibilità d’un nuovo rapporto con te, la possibilità quindi per lui e per te di ricominciare la vita, d’aver un avvenire in cui il male non abbia l’ultima parola.
Dirai: “Ma ciò è difficile”. Si capisce. Ma qui è il bello del cristianesimo. Non per nulla sei alla sequela di un Dio che, spegnendosi in croce, ha chiesto il perdono a suo Padre per chi gli aveva dato la morte. Coraggio. Inizia una vita così. Ti assicuro una pace mai provata e tanta gioia sconosciuta.
{Chiara Lubich}

mercoledì 2 settembre 2015

Santuario della Madonna del Mirteto, Ortonovo (SP)


Verso la metà del XV secolo nella lunigiana genovese si verificò un processo di proliferazione e di radicamento delle Confraternite dei "Disciplinati". Costoro, particolarmente devoti al culto della Madonna, usavano erigere oratori sia sopra ruderi di chiese sconsacrate sia nelle vicinanze dei cimiteri posti al di fuori delle mura del paese e utilizzati principalmente per dare sepoltura ai poveri e ai pellegrini. L'oratorio o casaccia, come veniva chiamato dagli stessi Disciplinati, proprio per sottolineare il richiamo ai valori spirituali di povertà evangelica, era una costruzione molto semplice e di dimensioni ridotte in grado di ospitare non più di cinquanta fedeli.
E fu proprio nell'ambito di questo processo che sul finire del XV secolo la Confraternita dei Disciplinati di Ortonovo decise di costruire la propria casaccia nella zona adiacente al paese denominata mortineto ovvero nel luogo ove venivano seppelliti quei morti le cui famiglie non potevano permettersi di pagare il costo del trasporto della salma nella chiesa cimiteriale di san Martino.
Secondo un'altra autorevole teoria il toponimo mortineto o mirteto deriverebbe dal fatto che l'oratorio fu edificato nell'area di un bosco di mirto.
Ad ogni modo l'oratorio di santa Maria del Mortineto, pur presentando un arredamento molto sobrio, doveva necessariamente essere corredato di un'immagine della Madonna affinché si potesse celebrare il culto in suo onore.
Non disponendo di fondi sufficienti per ingaggiare un pittore o quanto meno un artista di un certo livello, i Disciplinati assoldarono uno dei tanti 'frescanti' che giravano per la lunigiana e che dipingevano immagini sacre in cambio di pochi soldi. L'anonimo frescante che giunse a Ortonovo eseguì, in una parrete dell'oratorio, un affresco raffigurante la drammatica scena della Deposizione di Cristo dalla Croce in cui la Vergine veniva raffigurata accasciata e semi-svenuta ai piedi della croce.
Il 29 luglio 1537, mentre le donne del paese pregavano dinnanzi all'affresco della Deposizione, l'immagine della Madonna cominciò a lacrimare sangue vivo. Si gridò subito al miracolo e in breve tempo la notizia si diffuse nei territori circostanti a Ortonovo: folle di fedeli cominciarono ad accorrere al piccolo oratorio, attirati soprattutto da notizie di grazie e di guarigioni che in quel luogo si ottenevano per intercessione della Madonna.



Per contenere il sempre più crescente numero di visitatori, i priori della Confraternita decisero nel 1540 di utilizzare le sostanziose offerte elargite dai pellegrini nella costruzione di un grande santuario in onore della B. V. Addolorata. Il progetto, commissionato all'architetto lucchese Ippolito Marcello, prevedeva la realizzazione di una chiesa a tre navate sorrette da due file di colonne con l'entrata non più rivolta verso il paese, come era nell'antico oratorio, bensì sulla pianura di Luni. Per l'esiguità dello spazio destinato alla costruzione del santuario, l'antico oratorio dovette essere distrutto ma naturalmente fu preservata la parte che conteneva l'affresco della Deposizione. Oggi custodito nello splendido tempietto realizzato alla fine del '700 e posto a sinistra rispetto la navata centrale. Nel 1566 dopo oltre 25 anni di lavori i priori e i procuratori della Compagnia annunciarono la fine dei lavori.
Con l'apertura del santuario aumentarono ulteriormente le presenze dei pellegrini ma, nello stesso tempo, sorsero nuove e intricate problematiche connesse alla gestione della nuova struttura. In effetti se i Disciplinati si fossero impegnati principalmente nella cura del santuario non avrebbero potuto dedicarsi assiduamente alle opere caritatevoli (in particolare all'assistenza dei malati e ai poveri della parrocchia), sulle quali si fondava l'essenza spirituale della Confraternita. Fu per tale motivo che nel 1584, durante la visita a Ortonovo del vescovo Angelo Peruzzi, la Confraternita annunciò l'affidamento del santuario ai padri domenicani.
Con la presenza dei frati domenicani il santuario ricevette notevoli benefici, anche dal punto di vista estetico: fu costruito immediatamente un ampio convento adiacente alla chiesa; nel 1601 fu realizzata la sacrestia, nel 1650 fu aperto un ampio coro dietro la sacra edicola, nel 1749 fu eretto il bellissimo altare marmoreo dovuto allo zelo del padre priore Celso Furia, mentre nel 1796 fu aggiunto l'attuale prezioso tempietto, opera insigne del celebre architetto carrarese Giò Matteo Scalabrini.
La conquista della Liguria da parte delle armate napoleoniche preannunciò il periodo più buio della storia del santuario; nel 1800 i frati domenicani furono espulsi da Ortonovo e lasciarono il santuario nelle mani della Confraternita ormai ridotta a pochissimi componenti e non in grado di gestire una struttura così imponente. Fu in questi anni di dominazioen francese che il toponimo mortineto, usato per oltre tre secoli, si trasformò in mirteto, probabilmente a causa delle storpiature che avvenivano nel passaggio dall'italiano al francese, lingua quest'ultima, adottata nei documenti ufficiali.
Dopo la caduta di Napoleone il santuario fu abbandonato a se stesso e veniva ricordato dai fedeli soltanto quando qualche pericolo minacciava i raccolti o la salute della gente.
Fortunatamente nel 1888 il vescovo decise di riaffidare il santuario alla cura dei frati domenicani, costoro si misero subito al lavoro e in poco tempo ripararono i danni causati da quasi un secolo di incurie donando al santuario di N. S. del Mirteto quell'aspetto imponente e mistico che tutt'oggi possiamo ammirare.
Dal 1933 al settembre 2003 il santuario è stato custodito dai padri Orionini. Ora è custodito dai sacerdoti della Fraternità Missionaria di Maria, comunità religiosa nata in Guatemala-Centro America.

dal sito del Santuario


Santa Caterina da Siena


San Vincenzo Ferrer
San Domenico di Guzman





San Paolo della Croce


San Giacinto apostolo della Polonia, San Pio V e sant'Agnese da Montepulciano
Madonna con Bambino e Santi













martedì 18 agosto 2015


Tutta la scienza dei Santi si restringe a due cose: fare e soffrire. 
E chi avrà fatto meglio queste due cose, sarà davvero più santo.
{San Francesco di Sales}


Nozze d'oro della R.ma Madre, suor Teresa De Martini, Genova - 23 novembre 1930



RR. suore Canonichesse Regolari Lateranesi



Sacro Cuore di Gesù


Massime e insegnamenti spirituali cavati dalle opere di S. Francesco di Sales


Come può essere, che un'anima che consideri Gesù crocifisso per essa, possa amare cosa alcuna fuori di Lui, e che dopo tanti atti di fedeltà, che ci hanno fatto dire; Viva Gesù, vogliamo come gli Ebrei gridare, sia crocifisso, sia ucciso nei nostri cuori? O Dio, quanto saremo forti se continueremo a tenerci legati l'uno con l'altro con questo legame tinto nel Sangue vermiglio del Salvatore.

Io vorrei che tutti noi fossimo crocifissi ad imitazione di S.Pietro. La guerra, e la povertà, e le altre miserie ci crocifiggono, è vero; ma ci crocifiggono come il cattivo Ladrone, non come S. Pietro; cioè invece di profittarci di questi flagelli diventiamo peggiori. Ah, che S. Pietro fu crocifisso con la Croce di Cristo. Non basta prendere la sua Croce, ma bisogna ancora seguire Nostro Signore, perché allora la Croce ne sarà dolce, e troveremo allora la vita nella morte, e la consolazione nei travagli.

O noi beati, se nell'ora della nostra morte, e durante il corso della nostra vita pronunceremo spesse volte e amorosamente questo santo Nome di Gesù, perché sarà come il nome di guardia, che ci aprirà l'entrata libera nel cielo, mentre il nome di Gesù è il nome della nostra Redenzione. Questo Santissimo Nome è quello che rallegra gli Angeli, salva gli uomini, fa tremare i Demoni. Bisogna dunque imprimerlo profondamente nei nostri cuori, e nei nostri spiriti, perché pronunciandolo frequentemente, benedicendolo ed onorandolo in questa vita, siamo fatti degni di cantare eternamente nel cielo con i beati Spiriti: Viva Gesù.

Il vero amore di Dio non può soggiornare nell'anima, né tampoco possederla, che non faccia nascere incontanente in essa quello del prossimo; perciò se non avete né praticate questo amore, assicuratevi di non aver nemmeno quello d'Iddio, il quale lo mette a parallelo col suo.

Nella vostra pazienza voi possederete l'anime vostre, dice il Salvatore. Questa è la gran ventura dell'uomo, il possedere l'anima sua e quanto la pazienza sarà più perfetta, tanto più perfettamente noi possederemo le anime nostre, bisogna dunque che ci perfezioniamo in questa virtù.

Poco mi importa vivere questi brevissimi momenti che passano, purché eternamente io viva nella gloria con Dio. Noi siamo incamminati verso l'Eternità, vi abbiamo di già quasi posto un piede, purché ella sia per noi felice, che importa, che siano per noi sventurati questi transitori momenti? Come è mai possibile il sapere, che queste nostre tribolazioni di tre o quattro giorni ci fanno conseguire tante consolazioni eterne, e che noi non vogliamo sopportarle? In fine poi ciò che non serve all'Eternità, è una mera vanità.

Per vivere costantemente in una vita divota, non vi è bisogno di altro che di prefiggere al suo spirito alcune massime eccellenti, e generose. La prima che desidero in voi, è quella di S. Paolo: Tutto ritorna in bene a quelli, che amano Dio; e per verità giacché Iddio può , e sa cavare il bene dal male, per chi farà questo, se non per coloro, che senza alcuna riserva si sono donati a Lui? Insino gli stessi peccati, dai quali Iddio per sua bontà ci tiene lontani, dalla sua Divina provvidenza sono ordinati al bene di quelli, che a Lui servono. Se Davide non avesse peccato, non avrebbe avuto umiltà così profonda.

Comunicatevi francamente, in pace, con ogni umiltà, per corrispondere a questo Sposo, il quale per unirsi a noi si annichilato, e soavemente abbassato sino a rendersi nostro cibo, e pascolo di noi, che siamo il pasto e il cibo dei vermi.

Acciocché i Santi preghino e intercedano per noi, bisogna invocarli e chiedere il loro soccorso; e questo è il modo col quale dobbiamo celebrare le loro feste, servendoci del potere che hanno presso Dio, per conseguire dalla sua misericordia le grazie e i favori dei quali abbiamo bisogno. E la divina Maestà gradisce tanto, che ci serviamo dell'invocazione dei Santi, che volendo farci qualche grazia, ne ispira sovente di ricorrere al loro mezzo, ed Ella stessa li provoca a pregar per noi. Dobbiamo dunque con ogni confidenza supplicarli, e rivolgerci ad essi, e massime nei giorni delle loro feste; senz'aver alcun dubbio, che non ci ascoltino, e facciano volentieri quello che li supplichiamo.

Molti non si compiacciono nel divino amore se non in quanto trovasi al zucchero di qualche sensibile dolcezza; e se la dolcezza si potesse separare dall'amore, abbandonerebbero l'amore e succhierebbero la dolcezza quindi seguono essi l'amore per causa della dolcezza, la quale quando non incontrano, non tengono conto dell'amore. Ma queste genti sono esposte a molti danni, o di tornare indietro, quando i gusti e le consolazioni mancano, o di fermarsi intorno a vane dolcezze, cercando le consolazioni di Dio, e non il Dio delle consolazioni.

Prendetevi la massima dell'Apostolo che dice: Guarda, che io mi glori in altro, che nella Croce del mio Gesù. Tenete nel vostro cuore Gesù Crocifisso e tutte le croci del mondo vi sembreranno rose. Quelli che hanno sentite le punture della corona di spine del Salvatore, che è il nostro capo, non sentono in modo alcuno le altre ferite.


Il tuo cuore - dagli scritti di Padre Pio


Il tuo cuore sia sempre il tempio della Santissima Trinità.
Gesù accresca nel tuo spirito gli ardori della sua carità e ti sorrida sempre, come a tutte le anime a sé dilette.
Maria Santissima ti sorrida in ogni evento della tua vita.
Il tuo buon angelo custode vegli sempre su di te, sia egli il condottiero che ti guidi per l'aspro sentiero della vita; ti custodisca sempre nella grazia di Gesù, ti sostenga con le sue mani...ti protegga sotto le ali sue dalle insidie tutte del mondo, del demonio e della carne.
{Epistolario III}

lunedì 20 luglio 2015

Chiesa di San Lorenzo - Manarola (SP)


La chiesa venne iniziata nel 1338 dalle popolazioni di Manarola e Volastra, come recita la lapide posta nella parte destra della facciata. Era intitolata alla Vergine Maria: a san Lorenzo era dedicata infatti la chiesa di Volastra. Solo alla fine del XVI sec. vi fu lo spostamento del titolo tra le due chiese.


 Nel 1375 fu realizzato il rosone della facciata. 



Il rosone con 12 colonnine, è attribuibile a Matteo e Pietro da Campilio, autori del rosone della chiesa di Corniglia.  La pianta è a basilica con tre navate, come nelle altre chiese delle Cinque Terre, la navata centrale è il doppio di quelle laterali.
Il portale è attualmente privo delle colonne, due per lato, che lo adornavano.



Sull'altare maggiore si trova un pregevole trittico raffigurante la Madonna col Bambino e Santi, degli inizi del '500, attribuito sempre al maestro delle Cinque Terre. Alla stessa mano si deve il trittico con san Lorenzo e i Santi, collocato nella navata destra.








Nella navata destra della chiesa vi è un piccolo tabernacolo con un bassorilievo che raffigura il martirio di san Lorenzo. Fino a pochi anni fa il bassorilievo era collocato nella lunetta del portale di ingresso.