mercoledì 30 aprile 2014

Osservazioni generali sulla Sindone - "La Sindone e la scienza medica" del Dott Giuseppe Toscano


A prima vista colpisce una doppia riga nera (e quindi bianca sul negativo) che corre quasi ininter­rotta per tutta la lunghezza del lenzuolo e i nume­rosi triangoli simmetrici di tela più bianca. Sono i segni dell'incendio di Chambery avvenuto nella notte fra il 3 e il 4 dicembre 1532.

Le parti nere sono porzioni di tessuto carboniz­zato, i triangoli bianchi sono rattoppi fatti dalle Clarisse di Chambery dopo l'incendio, per sostitui­re le parti di tela distrutte dal fuoco.

Fra le due righe nere e la serie dei triangoli, si intravvede l'impronta di una figura umana, nelle sue parti anteriore e posteriore.

Di queste impronte, alcune sono più vive e colpiscono maggiormente: sono macchie di san­gue; altre sono appena visibili, si presentano come un tenue sfumato e si confondono con la tinta giallastra del lenzuolo.

Il braccio destro è più muscoloso del sinistro, segno di un lavoro rude fatto dall'Uomo della Sindone. Le gambe mostrano i polpacci molto svilup­pati, indice che l'Uomo della Sindone aveva cam­minato molto. Ed, infatti, noi sappiamo che Gesù disse di non aver ove posare il capo e, per tre anni, si trasferì continuamente da un paese all'altro per predicare la "buona novella".

I piedi non sono completamente visibili sull'im­pronta frontale perché non furono completamente ricoperti dalla tela: sono invece ben segnati nel­l'impronta dorsale. Le dita dei piedi son ben distanziate l'una dall'altra, così come si trovano in chi non ha conosciuto calzature, ma ha camminato sempre o a piedi nudi o con semplici sandali.

L'insieme rivela una anatomia perfettamente proporzionata, sebbene con qualche eccezione, come la mancanza del collo nell'impronta anterio­re, il braccio destro più lungo del sinistro, la lun­ghezza esagerata delle gambe, dovuta ad un ripie­gamento del lenzuolo, la spalla destra più bassa che non la sinistra ecc. Queste eccezioni, come vedremo quando se ne dovrà parlare di volta in volta, sono di importanza decisiva a favore dell'au­tenticità della Sindone.

Le impronte danno una sorprendente impressio­ne di rilievo. Esse sono di color bistro, sfumate, senza contorni netti e si differenziano dalle mac­chie di colore tendenti leggermente al carminio che sono evidentemente dovute al contatto con sangue coagulato. Questi decalchi sanguigni, a dif­ferenza delle impronte del corpo, hanno limiti pre­cisi e presentano talora un alone più pallido, do­vuto al siero del coagulo.

Mentre le impronte del corpo formano un negativo fotografico, le impronte delle piaghe, essendosi formate per contatto diretto con coaguli di sangue, sono positive.

Su tutta la schiena le escoriazioni si sovrappon­gono alle numerose piaghe della flagellazione le quali si presentano come schiacciate e allargate rispetto alle altre come se esse fossero state sotto­poste ad un peso, che schiacciandole le ha riaper­te e allargate: il peso del corpo di Gesù morto disteso nel sepolcro.

Alcune contusioni poterono esser prodotte dai movimenti fatti dal Signore sulla croce per poter respirare.

Nell'impronta posteriore si noti a metà vita la grande colata che parte da destra e va verso sini­stra essa è l'impronta del sangue uscito dal costato quando Gesù fu calato dalla croce e posto oriz­zontalmente.

 Sulla Sindone il corpo di Gesù sembra pietrifi­cato: ciò fu dovuto alla tetania che Gesù dovette soffrire in croce. Tutto in Lui è spasmodicamente in tensione: tesi sono i muscoli della scapola e aderenti alle coste; tesi i quadricipiti femorali; tesi i glutei tondeggianti, a palla. Tutta la cassa toracica è risalita e ipertesa nello sforzo di massima inspira­zione; i due muscoli pettorali sono in contrazione, allargati e risalenti verso le clavicole.

Anche ad uno sguardo superficiale l'Uomo della Sindone colpisce per la sua armonica bellezza; spe­cialmente dalle morbide linee del Volto traspare dolce serenità, mistica pace e sereno abbandono.

Ma oltre all'armoniosa bellezza del viso, ci ap­pare un uomo di singolare perfezione: statura alta, cranio capace, faccia alquanto allungata; vasta, dritta e alta la fronte; naso forse leggermente aqui­lino, tipico della razza ebraica; zigomi grandi e un poco sporgenti; armoniose le linee del volto e degli arti; ben proporzionate in modo scultoreo sia la lunghezza che la larghezza del corpo.

Merita una menzione particolare il santo Volto. Nel negativo esso appare come un ritratto che riceve l'illuminazione da sinistra. Ai lati del viso appaiono i capelli lunghi e abbondanti, certamente accomodati da due mani pietose, le Mani della Madre sua. Infatti non sono in posizione naturale essendo il capo disteso, avrebbero dovuto ricadere sul piano e non lasciare così vistosa traccia di sé.

Il capo appare allo stesso livello del petto, per­ché ripiegato in avanti.

Probabilmente ai lati del volto doveva esservi qualche cosa che tenesse sollevata la tela, forse sac­chetti di profumo, perché non si vedono le parti laterali delle guance e il volto si è riprodotto senza deformazioni, in proiezione ortogonale perfetta.

Le parti più impresse, direttamente a contatto con il lenzuolo, sono le arcate orbitarle (le soprac­ciglia), il naso, i baffi, la barba e la guancia destra. Più sfumate, a seconda della distanza, si presenta­no le cavità degli occhi, gli avvallamenti ai lati del naso, la parte laterale delle guance.

La bocca e i baffi, riprodotti fedelmente, sono leggermente spostati a sinistra, rispetto all'asse fac­ciale, per l'imperfetta distensione del lenzuolo, for­mante in tale zona una piccola cavità.

La barba si presenta non eccessivamente lunga. Si distinguono assai bene sui capelli e sul viso varie macchie di sangue.

Parlando della nascita di Gesù il santo Vangelo dice: "Mentre si trovavano in quel luogo (a Bet­lemme) si compirono per Maria i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia." (Lc 2, 7) Gesù fu concepito miracolosamente, nacque mira­colosamente lasciando intatta la verginità della Madre sua, ma fu vero uomo.

Contro i doceti, eretici del primo secolo, i quali sostenevano che l'incarnazione del Verbo Figlio di Dio era stata solo apparente, la Sindone ci dà una prova irrefutabile della reale umanià di Cristo. Infatti, le fotografie tridimensionali fatte dal prof. Tamburelli mostrano sul ventre "un lieve avvalla­mento che ingrandito ha rivelato la presenza del legamento ombelicale".

Ecco alcune misurazioni rilevate dal Prof. Iudi­ca-Cordiglia:

Lunghezza del capo cm. 18,4
Larghezza del capo cm. 14,7

Larghezza bizigomatica cm. 12,4

Altezza della faccia cm. 17,5

Statura m. 1,81

Lunghezza dell'arto sup. cm. 60, 5

Lunghezza dell'arto inf. 84,6

 "Dando uno sguardo ai valori ottenuti, vediamo apparirci in tutta la sua imponente bellezza... un uomo di singolare perfezione... armonioso nelle linee del tronco e degli arti e proporzionato in modo scultoreo sia nella lunghezza come nella lar­ghezza... corporea, che potrebbe o dovrebbe essere classificato al di sopra e al di fuori di ogni etnico".
(Prof. Iudica-Cordiglia)