Una volta, in noviziato, avendomi la Madre Maestra destinata alla cucina delle figliole, mi affrissi assai di non essere in grado di maneggiare le marmitte, che erano enormi. La cosa più difficile per me era quella di scolare le patate; talvolta ne versavo fuori la metà. Quando lo dissi alla Madre Maestra, mi rispose che poco alla volta mi ci sarei abituata e avrei fatto pratica.
Questa difficoltà tuttavia non scompariva, giacché le mie forze diminuivano ogni giorno e, per mancanza di forze, al momento di scolare le patate, mi tiravo indietro. Le suore accorsero che evitavo quel lavoro e se ne meravigliavano enormemente, non sapendo che non ero in grado di aiutarle, nonostante mi impegnassi con tutto lo zelo e senza riguardo di me stessa.
Durante l'esame di coscienza di mezzogiorno, mi lamentai col Signore per la diminuzione delle forze. Fu allora che udii dentro di me queste parole: « Da oggi in poi, ti riuscirà assai facile; accrescerò le tue forze ». La sera, venuto il momento di scolare le patate, m'affrettai per prima, fiduciosa nelle parole del Signore. Afferrai la marmitta con disinvoltura e scolai le patate con facilità. Ma quando sollevai il coperchio per farne uscire il vapore, invece delle patate notai nella marmitta interi fasci di rose rosse, così belle che non riuscirei a descriverle. Mai prima d'allora ne avevo vedute di simili. Rimasi stupefatta, non potendo comprenderne il significato; ma in quell'istante udii in me una voce che diceva: «Il tuo duro lavoro Io lo trasformo in mazzi di stupendi fiori, mentre il loro profumo sale su fino al Mio trono». Da quel momento cercai di scolare le patate non solo durante la settimana assegnatami in cucina, ma feci di tutto per sostituire le mie compagne durante il loro turno. E non solamente in questo, ma in ogni altro lavoro faticoso cercavo di essere la prima a dare una mano, avendo sperimentato quanto ciò fosse gradito a Dio.
{Suor Faustina}