giovedì 29 agosto 2013

Le vane speranze e la fuga dalla superbia

1. Mettere la propria fiducia negli uomini o in altre creature è da sciocchi. Non ti dispiaccia stare sottomesso ad altri per amore di Gesù Cristo, e di apparire poca cosa in questo mondo.
Non presumere delle tue forze, ma riponi la tua fiducia e la tua speranza in Dio: se farai quanto ti è possibile, Dio non mancherà di venire in aiuto alla tua buona volontà. Non confidare nella tua scienza o nelle capacità di una persona, chiunque essa sia; confida piuttosto nella grazia di Dio che "ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili" (Lc 1,52).
2. Non siano per te motivo di vanto le tue ricchezze, se ne hai, e neppure la protezione di amici potenti; il tuo vanto sia in Dio, che concede ogni cosa e che soprattutto desidera donarti se stesso.
Non inorgoglirti per la forza e la bellezza del tuo corpo: basta poco a far venir meno l'una e far sfiorire l'altra. Non compiacerti di te stesso e di ciò che possiedi, per non spiacere a Dio, al quale appartiene tutto ciò che hai ricevuto in dono dalla natura.
3. Non crederti migliore di altri perché non succeda di essere giudicato diversamente dinanzi a Dio, il quale ben conosce quello che c'è nell'uomo (v. Gv 2,25).
Non ti insuperbire per le tue opere buone, perché il giudizio degli uomini è diverso da quello di Dio, al quale spesso non piace ciò che piace agli uomini. E se hai qualcosa di buono, pensa che altri possano averne di migliore: questo pensiero ti aiuterà a mantenerti nell'umiltà. Non perdi nulla se ti consideri un po' inferiore agli altri, perdi invece molto se ti consideri superiore anche a una sola persona. In chi è umile puoi trovare grande serenità; nel cuore del superbo trovi solo agitazione e sdegno.
(L'imitazione di Cristo)