Così nel corso di 18 secoli vediamo passare dinanzi a Cristo gli uni dopo gli altri e talvolta insieme gli Ebrei della Sinagoga, gli Gnostici, figli della miscela filosofica persiana e greca, gli Ariani, i sdeguaci fanatici dell'Islam, i Sociniani, i filosofi e materialisti del secolo scorso, ripetendo nelle varie lingue e in varie forme il grido: Cristo non è Dio.
E' la storia di Cristo fino al nostro secolo. Ed ora alcune osservazioni non prive, a mio giudizio, di qualche interesse.
Primieramente da questo rapido cenno storico, che vi ho tracciato della guerra implacabile e incessante mossa alla divinità di Cristo, risulta chiaramente che in questo Personaggio, unico in tutta la storia, nato povero, vissuto povero, morto poverissimo, confitto in croce, sfornito di ogni cultura e scienza umana, forte non d'altro che della forza morale, si nasconde una potenza, una energia, una vita che confonde e distrugge tutti i calcoli della sapienza umana. Sempre assalito e combattuto ferocemente con tutte le armi, Egli è sempre là, ritto in piedi, mentre i cadaveri dei suoi nemici sono seminati lungo la via dei secoli.
Crescono, infuriano intorno a lui tutte le tempeste: tutte le armi più acute e avvelenate si appuntano in lui: le armi materiali e quelle della scienza. Le tempeste si dissipano l'una dopo l'altra; le armi cadono innocue ai suoi piedi, più fulgida scintilla sul suo capo la corona della divinità. Crescono, si moltiplicano i suoi adoratori e da un capo all'altro della terra risuona il grido della fede e dell'amore:
- Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivo.-
La scienza moderna spieghi, se può, questo fatto. E badi bene che tutto questo avviene alla luce del sole e nei paesi che, per civiltà, progresso e scienza tengono il primato.
Secondariamente è da considerare che questa lotta sì vasta, sì fiera e sì lunga contro la divinità di Cristo si è mutata più e più volte: mutati i punti di attacco, mutata la tattica, mutate le armi, mutato l'ordine, mutato tutto, tantochè oggi, per pensare che io faccia, non saprei se sia possibile battere altra via, proseguire la guerra con altri metodi. Per contrario, la fede dei suoi seguaci, la risposta dei suoi difensori fu ed è sempre la stessa: - Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo. - Non hanno mutato una sillaba sola, nulla aggiunto, nulla tolto alla loro professione di fede pubblica, né mai un solo istante esitato sul trionfo finale della loro causa. Quale differenza tra Cristo e i negatori della sua divinità! Tra l'immenso esercito, che segue Cristo e che unanime lo acclama Dio, pronto a versare per lui il sangue (e quanti milioni lo versarono di fatto) e l'esercito di coloro che lo combatterono! In quello tutto è giovane, tutto è vita, tutto è forza, armonia e affermazione: in questo tutto è vecchio, logoro, debolezza, discordia, negazione. Impotenti ad edificare, non sanno far altro che demolire, come se il demolire non fosse un morire!
Finalmente vi piaccia rilevare in questa gran lotta una osservazione, a cui pochi pongono mente. Là dove la fede nella divinità di Cristo si affievolisce o viene meno, e con essa si affievolisce e viene meno la fede in Dio. Si direbbe, come altri felicemente si espresse, che Dio tiene la sua rocca inespugnabile nella umanità di Cristo, e che di là raggia intorno la sua luce e spande la sua vita e che, cacciato di là, cessa la sua azione vivificatrice e sembra sparire. Noi uomini, soggetti ai sensi e che solo per mezzo dei sensi apprendiamo, abbiamo bisogno di un Dio che si veda, che si tocchi, che si oda, che sia come noi, che viva in mezzo a noi.
Un Dio, puro spirito, che sfugge ai nostri sensi, che riempie il cielo e la terra, ma non si vede, né si tocca, è come lontano da noi e, a poco a poco, non accessibile ai sensi, si eclissa anche nella mente. In Cristo e per Cristo Dio è con noi, tien viva l'idea della sua esistenza e presenza. Ecco una delle ragioni, per le quali dietro alla negazione della divinità di Cristo, sta la negazione di Dio e chi non è cristiano, almeno nei paesi cristiani, diventa scettico e anche ateo. A quel modo che noi sentiamo presente l'anima altrui e comunichiamo con essa mediante il corpo, così sentiamo presente Iddio e la sua azione per l'umanità di Cristo. Fate che sia allontanato da voi il corpo dell'amico, del padre e della madre, e con esso scemerà la memoria delle loro persone: fate che li vediate ed udiate e sentiate viva la loro presenza, si mantiene e cresce il vostro affetto per essi. Sì: finché nell'umanità di Cristo crediamo vivente Dio stesso, Dio resta in mezzo a noi e l'umanità vive di Lui. Se si spegne questa fede, non tarderà a spegnersi con essa la fede in Dio e la società sarà simile a un corpo, da cui è partita l'anima: un cadavere.