Se si sapesse quale piacere gusti l'anima, nel conoscere la bellezza della Sapienza, nel nutrirsi di lei, si esclamerebbe con la sposa del Cantico: «il latte del tuo petto è più dolce di un vino delizioso» e di tutte le dolcezze delle creature; questo, soprattutto, quando rivolge alle anime che la contemplano queste parole:
«Gustate e vedete...
Mangiate, amici, bevete;
inebriatevi, o cari...,
perché la sua compagnia non dà amarezza,
né dolore la sua convivenza,
ma contentezza e gioia».