[ 165] Il primo modo grado di umiltà è necessario per la salvezza eterna, cioè che mi abbassi e mi umilii tanto quanto mi sia possibile, perché in tutto obbedisca alla legge di Dio nostro Signore,
di modo che, anche se mi facessero padrone di tutte le cose create in questo mondo, neppure per la mia vita temporale mi metta a deliberare di trasgredire un comandamento sia divino sia umano, che mi obblighi a peccato mortale.
[ 166] Il secondo è umiltà più perfetta della prima, se, cioè, io mi trovo in tale disposizione che non voglio né mi affeziono più a tenere ricchezza che povertà, a cercare più onore che disonore, a desiderare più vita lunga che breve,
essendo uguale il servizio di Dio nostro Signore e la salvezza dell’anima mia; e con ciò, né per tutto il creato e neppure se mi togliessero la vita, mi metta a deliberare di fare un peccato veniale.
[ 167] Il terzo è umiltà perfettissima, quando, cioè, includendo la prima e la seconda, ed è di uguale lode e gloria della divina maestà,
per imitare e assomigliare più attualmente a Cristo nostro Signore
voglio e scelgo piuttosto povertà con Cristo povero che ricchezza, piuttosto ignominie con Cristo pieno di esse che onori,
e desidero più di essere stimato insensato e folle per Cristo, il quale per primo fu ritenuto tale, che saggio e prudente in questo mondo.
[ 168] Nota. Così, per chi desidera ottenere questa terza umiltà giova molto fare i tre sopradetti colloqui delle categorie,
chiedendo che il Signore nostro voglia sceglierlo per questa terza, maggiore e migliore umiltà, al fine di imitarlo e servirlo di più, se fosse di uguale o maggiore servizio e lode di sua divina maestà.
{da "Esercizi spirituali" - Sant'Ignazio di Loyola}