Il 16 marzo la Madonna, rispondendo al desiderio espresso la vigilia, reca a Josefa una nuova prova del suo amore materno.
- Volevi chiedermi qualche cosa? - le dice con bontà, avvicinandosi verso sera mentre sta occupata a cucire. - Che desideri?
Josefa vorrebbe saper pregare Gesù nel modo più gradito al Cuore divino.
«- Te lo insegnerò - risponde la Madre celeste. Sali nella tua cella e là scriverai!».
Appena è entrata nella sua cameretta, la Madonna la raggiunge:
«Ciò che più piace a mio Figlio - comincia a dire è l'amore e l'umiltà. Perciò scrivi:
«O mio dolcissimo e amatissimo Gesù, se tu non fossi il mio salvatore non oserei venire a te!
Ma tu sei il mio salvatore e il mio sposo, e il tuo Cuore mi ama con tenerissimo ed ardentissimo amore, come nessun altro cuore è capace di amare.
Vorrei corrispondere a questo amore che tu hai per me e vorrei avere per te, che sei il mio unico amore, tutto l'ardore dei serafini, la purezza degli angeli e delle vergini, la santità dei beati che ti posseggono e ti glorificano in cielo.
E se potessi offrirti tutto questo, sarebbe ancora troppo poco per lodare la tua bontà e la tua misericordia.
Perciò ti presento il mio povero cuore, così com'è, con tutte le sue miserie, le debolezze e i buoni desideri.
Degnati purificarlo nel sangue del tuo Cuore, trasformarlo, infiammarlo tu stesso di un amore puro e ardente.
In tal modo questa povera creatura, incapace di ogni bene e capace di ogni male, ti amerà e ti glorificherà come i serafini più infiammati del cielo.
Ti supplico, infine, dolcissimo Gesù, di dare all'anima mia la santità stessa del tuo Cuore, o meglio d'immergerla nel tuo Cuore divino affinché in esso ti ami, ti serva, ti glorifichi e in lui s'inabissi per tutta l'eternità!
Ti chiedo questa grazia per tutte le persone che amo.
Possano esse darti per me la gloria e l'onore di cui le mie offese ti hanno privato».
Allora Josefa si azzardò a chiedere a questa Madre così buona una giacuiatoria da poter ripetere durante il lavoro:
RipetiGli queste parole che gli faranno piacere: "O mio sposo che sei anche il mio Dio, fa' che il mio cuore sia una fiamma di puro amore per te!".
Ed ogni sera, prima di addormentarti - prosegue, tu gli ripeterai questa preghiera con molto rispetto e fiducia:
"Tu conoscesti la mia miseria prima di fissare i tuoi occhi su di me e tu non hai distolto da essa il tuo sguardo... anzi, a cagione di essa mi hai amata con amore ancor più tenero e delicato.
Ti chiedo perdono di aver oggi tanto mal corrisposto al tuo amore!
Ti supplico di perdonarmi e di purificare le mie azioni nel tuo sangue divino!
Ho un vivo dolore di averti offeso perché sei infinitamente santo.
Mi pento con tutto il cuore e ti prometto di fare il possibile per non ricadere nelle stesse colpe".
Poi, figlia mia, addormentati in pace e con gioia.
{da "Colui che parla al fuoco" - Josefa Meneéndez}