lunedì 14 ottobre 2013

Pieve dei Santi Stefano e Margherita, Baccano di Arcola SP

La pieve dedicata a Santo Stefano e Santa Margherita è la chiesa matrice della comunità arcolana e la sua presenza è attestata da una bolla pontificia di Papa Eugenio III del 1149 che la confermava tra i beni della bresciana abbazia di Leno. L'architettura preromanica fu trasformata in età gotica e presenta un'abside quadrata, fiancheggiata da analoghe cappelle con ampi archi acuti a tre navate.
All'interno è conservato un trittico in marmo del XIV secolo raffigurante la Beata Vergine e i Santi Pietro e Giovanni Battista, una pala d'altare in marmo della seconda metà del XV secolo e una tavola ad olio ritraente la Maria assisa in trono col Bambino Gesù e i santi Margherita, Nicolò, Bernardino da Siena e Stefano protomartire, del XVI secolo e donata alla pieve dai massari del santuario di Nostra Signora degli Angeli di Arcola. Del 1989 è databile la statua di Santa Margherita dello scultore Rino Mordacci. Peculiare la scritta che sovrasta il portone d'entrata della chiesa: Terribilis est locus iste.


Terribilis Est Locus Iste
Hic Domus Dei et Porta Coeli

All'esterno della chiesa si trova una fontana in pietra e mattoni fatta costruire dal vescovo di Luni Giovanni Battista Salvago nel 1626. Il muro retrostante è ornato da reimpieghi marmorei dell'antica Luni tra i quali spicca un mascherone probabilmente appartenuto a un sarcofago romano del II secolo.
Uno degli spigoli dell'edificio è visibilmente tagliato perché il 23 aprile 1945, durante la Liberazione di Arcola, le esigue dimensioni della sede stradale, stretta tra la chiesa e il muro di contenimento del cimitero monumentale, costrinsero gli Alleati a smussare un angolo dell'edificio per consentire il passaggio di un carrarmato statunitense che doveva procedere in direzione della Spezia. Precedentemente non era mai stato dato il permesso, non richiesto dagli americani, per effettuare l'allargamento e consentire il passaggio delle corriere.
© Davide Papalini
© Davide Papalini
© Davide Papalini
Trittico presso l'altare maggiore
© Davide Papalini