Oh, Re della gloria e Signore di tutti i re, il vostro regno non è difeso da fragili barriere, perché è eterno, e per voi non c’è bisogno di intermediari! Basta guardarvi per vedere, dalla maestà che mostrate, che voi solo meritate il nome di Signore; non avete bisogno di scorta né di guardie perché vi riconoscano Re. Difficilmente quaggiù si può riconoscere un re quando è solo. Per quanto egli si sforzi d’essere riconosciuto come tale, nessuno gli crede, non avendo nulla che lo distingua dagli altri. Per essere creduto re, gli occorre qualche insegna esteriore, e pertanto è giusto che usi di uno sfoggio fittizio di autorità perché, se non lo facesse, non godrebbe di alcuna considerazione. Dalla sua persona, infatti, non appare alcuna potenza, e l’autorità deve venirgli da altre cose. Oh, Signor mio, oh, mio Re! Se qui si potesse descrivere la Vostra Maestà! È impossibile riconoscere che siete la stessa Maestà, la cui contemplazione fa restare sbigottiti, ma più ancora stupisce, Signor mio, insieme con essa, vedere la vostra umiltà e l’amore che dimostrate a una creatura come me. Passato quel primo senso di timore e di sbigottimento che nasce dalla vista della Maestà Vostra, si può trattare con voi e parlarvi liberamente di ogni cosa, pur restando un più grande timore, quello di offendervi, ma non per paura del castigo, mio Signore, perché questo non ha alcuna importanza in confronto al timore di perdervi.
{Santa Teresa d'Avila - Libro della mia vita}